Health Action International (HAI) è un’organizzazione create in Olanda nel 1981 per lottare contro la crescente influenza dell’industria farmaceutica nelle politiche di salute. Da allora si è espansa in altri paesi; il suo network raggiunge attualmente 70 paesi in tutti i continenti. Il sito internet di HAI (http://haiweb.org/) è ricchissimo di informazioni e documenti; ogni NoGrazie che si rispetti dovrebbe inserirlo tra i suoi preferiti.
Nel novembre di ogni anno, la sede centrale di HAI, ad Amsterdam, ospita studenti degli ultimi anni delle facoltà di scienze mediche che vogliano effettuare uno stage. Uno degli ultimi stagisti, Brian Tielrooij, che sta completando un master presso la Vrije Universiteit di Amsterdam, ha realizzato uno studio su come le facoltà di medicina olandesi si occupano di promozione commerciale dei farmaci, intervistando rettori, decani, coordinatori pedagogici e farmacologi. Vi proponiamo qui sotto un commento di HAI su questo studio e l’abstract dello stesso.
Perché eri interessato all’argomento che hai scelto?
Quando ho saputo quale era il volume annuale dei materiali per la promozione dei farmaci, sono rimasto scioccato. Questa promozione, diretta a medici e farmacisti, può influenzare le scelte terapeutiche, e ciò può portare ad usare farmaci in maniera non ottimale, a volte a danno della salute del paziente. Nonostante una quantità sostanziale della spesa annua per questa promozione commerciale sia usata mirando direttamente ad operatori sanitari, le facoltà di medicina e farmacia sembrano non essersene mai occupate e non preparano gli studenti ad affrontare questa realtà.
Cos’hai scoperto con la tua ricerca?
I rettori, decani, coordinatori pedagogici e farmacologi che ho intervistato hanno riconosciuto i rischi dell’esporre operatori sanitaria alla promozione commerciale dei farmaci senza che siano preparati. Nelle facoltà di farmacia questo problema è inserito nei curricula, ma in quelle di medicina non vi è nessuna formazione o ce n’è poca. Sebbene gli opinion leaders delle facoltà di medicina riconoscano l’influenza negativa del marketing, non considerano la formazione sul tema una priorità. Enfatizzano, invece, il rigore scientifico e la medicina delle prove di efficacia; pensano che ciò sia sufficiente per fornire agli studenti di medicina un atteggiamento critico verso il marketing farmaceutico. Il loro disinteresse per l’argomento si può forse spiegare con le loro limitate conoscenze su quanto possano essere gravi le conseguenze del marketing.
Qual è stata la tua scoperta più interessante?
In una delle università che ho studiato stanno sviluppando un programma di minima sui medicinali. Il coordinatore dello stesso stava negoziando con Eli Lilly & Co. l’accesso al loro corso di formazione sulla produzione di farmaci. Dopo che l’abbiamo contattato, ha cambiato parere. Invece di usare il materiale pedagogico dell’industria, ha scelto di collaborare con HAI per istruire gli studenti sul marketing farmaceutico.
Abstract
Introduzione. Una percentuale importante del budget dell’industria farmaceutica è spesa per la promozione commerciale dei farmaci al fine di aumentarne le vendite, con una varietà di potenziali effetti negative. Gli operatori sanitari hanno bisogno di conoscere e capire le tecniche del marketing e devono avere le competenze per rispondere in maniera adeguata, ma sembra che questo tema sia raramente incluso nella loro formazione. Questo studio mirava a identificare aspetti della promozione farmaceutica affrontati, implicitamente o esplicitamente, nella formazione di medici e farmacisti. Oltre a questo, mirava ad esplorare la volontà delle facoltà, in termini motivazionali e tecnici, ad integrare il tema nei curricula. Infine, si proponeva di valutare l’influenza sulle conoscenze, le competenze, gli atteggiamenti e le pratiche degli studenti del curriculum informale e nascosto.
Metodi. É stato scelto un approccio qualitative, mediante l’uso di interviste semistrutturate a rettori, decani, coordinator pedagogici e docenti in 8 facoltà di medicina e 2 di farmacia olandesi. I potenziali intervistandi sono stati identificati consultando i siti internet delle università e il network di HAI. Sono state realizzate 18 interviste. Tutte le interviste sono state registrate, trascritte, codificate prima dell’analisi qualitativa.
Risultati. Gli aspetti riguardanti la promozione dei farmaci sono ben coperti nei curricula dei farmacisti. Nella formazione dei medici il tema è di solito affrontato esplicitamente solo in maniera limitata. Molto si fa per via implicita, nell’ambito della formazione sulla medicina delle prove di efficacia, allo scopo di istillare un atteggiamento critico. I docenti considerano appropriato affrontare in maniera esplicita il marketing e le sue tecniche. La principale barriera per includerlo nel curriculum è rappresentata dalla mancanza di priorità in un curriculum che è già sovraccarico. Altri fattori motivazionali che impediscono il cambiamento sono la mancanza di tempo, l’ingenuità dei docenti, la difficoltà di affrontare temi difficili da superare, la semplice dimenticanza e la pigrizia. La competenza sembrerebbe esserci, sebbene si consideri difficile affrontare il tema in tutte le sue sottigliezze. Dove la competenza è considerata un ostacolo, docenti esterni, per esempio di HAI, potrebbero essere necessari per migliorare la formazione. Le risorse non mancano, sebbene non si sappia se siano disponibili appropriati materiali didattici o quelli esistenti possano essere considerati troppo estesi per poter essere integrati nel curriculum. Politiche miranti a limitare l’influenza commerciale nella formazione sono del tutto assenti nelle facoltà di medicina. Lo stesso vale per le politiche sui conflitti d’interesse che richiederebbero almeno di garantire la trasparenza. Gli intervistati hanno detto che l’influenza commerciale sulla formazione è rara e credono che non vi siano difetti strutturali. L’atteggiamento dei docenti nei confronti dei rappresentanti del farmaco sono sprezzanti. Le persone che dovrebbero dare l’esempio sono coscienti del problema, ma non lo comunicano agli studenti in maniera esplicita.
Conclusioni. Sono state riscontrate grandi differenze tra le facoltà di farmacia e di medicina. La promozione dei farmaci è affrontata raramente e in maniera non strutturata nel curriculum delle seconde, e vi sono grandi differenze tra facoltà su quali aspetti affrontare e quali no. Sebbene la maggioranza delle università cerchi di formare dei medici con capacità critica e solide basi di evidence based medicine, sarebbe importante integrare il tema del marketing dei farmaci nel curriculum. Bisognerebbe anche realizzare un’analisi dei documenti per identificare difetti nelle politiche universitarie e per agire di conseguenza.
Traduzione a cura di Adriano Cattaneo