Agire nel e con il sud del mondo

Facilitatori: Astrid Berner-Rodoreda (Brot für die Welt, Germania), Rogério Hoefler (Federal Council of Pharmacy, Brasile), Lotti Rutter (Treatment Action Campaign, Sudafrica), Mirfin Mpundu (Ecumenical Pharmaceutical Network, Kenya).

 

Astrid ha analizzato il costo dei farmaci, partendo dai costi di ricerca e sviluppo e da una visione alternativa del cammino che porta da ricerca e sviluppo all’attuale paradigma sui brevetti. Ha poi presentato possibili soluzioni all’interno di questo paradigma (uso delle flessibilità dei TRIPs, rafforzamento della capacità di produzione nei paesi a medio e basso reddito, più farmaci negli schemi di licenza obbligatoria) e un richiamo alla necessità di aumentare gli investimenti pubblici e gli incentivi finanziari per ricerca e sviluppo.

Lotti ha discusso in dettaglio le flessibilità dei TRIPs incluse nella Dichiarazione di Doha, e ha portato ad esempio le pressioni popolari, a volte sfociate in processi e sentenze legali, per l’accesso ai farmaci in Sudafrica, Canada, Argentina e India. Ha parlato anche della lista nera in cui gli USA includono quei paesi che hanno fatto uso della licenza obbligatoria. Ha discusso infine questioni legate ai farmaci all’interno degli Accordi di Libero Commercio bi- e multi-laterali e dell’indebita influenza che Big Pharma esercita nel definire gli stessi, corrompendo ricercatori, accademici, medici, governi e addirittura organizzazioni non governative e associazioni di pazienti.

Rogério ha fatto una panoramica del sistema di salute brasiliano, che in teoria dovrebbe fornire pienamente e gratuitamente ogni trattamento prescritto. La minaccia di licenza obbligatoria è stata lo strumento principale usato dal governo per far pressione su Big Pharma e negoziare prezzi bassi. Ma gli sconti ottenuti non sono stati sufficienti a garantire la sostenibilità del sistema. La politica nazionale favorisce l’uso di farmaci generici, che attualmente coprono circa il 30% dei trattamenti. Da notare anche un miglioramento della trasparenza e l’adozione di regole miranti a ridurre gli effetti dei CdI. La società civile gioca un ruolo importante nel monitorare questi miglioramenti, ma c’è da fare ancora molta strada.

Mirfin ha idealizzato il mondo che vorremmo: un aumento della ricerca e sviluppo per controllare le malattie e condizioni prevalenti nel sud del mondo, migliori esiti di salute, aumentato accesso ai farmaci, rafforzamento delle strutture e dei sistemi sanitari, compresi metodi diagnostici, personale, governance. Ma anche un’industria con dei partner che lavorino in maniera professionale, oggettiva ed etica, mettendo sempre i pazienti al centro delle attività. Ha proposto l’uso del quadro di riferimento dell’OMS per rafforzare la capacità, l’efficacia e la trasparenza dei sistemi sanitari e delle relative politiche.

La successiva discussione si è concentrata su ricerca e sviluppo pubblici, sulle alternative all’attuale paradigma dei brevetti e sull’uso pieno delle flessibilità dei TRIPs. I partecipanti pensano che un aumento degli scambi di informazioni e progetti tra gruppi di vari paesi trarrebbe molti benefici.