USA: associazioni professionali, linee guida e CdI

La scelta da parte del Ministero della Salute di abilitare le associazioni professionali ad elaborare linee guida per la pratica clinica allontana l’Italia dal modello britannico, dove il compito è assegnato ad un ente indipendente, il National Institute for Health and Care Excellence (NICE), e l’avvicina agli USA.

 

Ma il modello USA è molto criticato in patria, per gli stessi motivi per i quali i NoGrazie criticano la via scelta dal Ministero della Salute, e cioè per la distorsione delle linee guida a favore dell’industria risultante dai CdI intrinseci alla stragrande maggioranza delle associazioni professionali (impropriamente chiamate società scientifiche, come impropriamente si chiamano informatori scientifici i rappresentanti di farmaci). Una lettera pubblicata recentemente su JAMA Internal Medicine mostra come 91 (57%) dei 160 autori di 18 linee guida relative all’uso di farmaci ad alto profitto per l’industria avessero dei CdI finanziari; 66 di questi CdI erano stati dichiarati, 25 no.(1) Molti dei pagamenti non dichiarati superavano i 10,000 dollari e nessuna delle 18 linee guida rispettava in pieno le raccomandazioni dell’Institute of Medicine sull’elaborazione di linee guida. In particolare, esperti con CdI finanziari erano stati designati come responsabili dei gruppi di lavoro e i membri degli stessi senza CdI erano in minoranza. Un’altra lettera sulla stessa rivista mostra come 44 (53%) degli 83 autori di 15 linee guida in gastroenterologia avessero ricevuto pagamenti, alcuni dei quali molto sostanziosi (fino a 40.000 dollari) e non dichiarati.(2)

Com’è ben noto, i pagamenti dell’industria ai medici influenzano le decisioni cliniche.(3) E la presenza di membri con CdI finanziari nei gruppi di lavoro per l’elaborazione di linee guida ne può influenzare i contenuti a favore dell’industria.(4) Per queste ragioni, i due caporedattori di JAMA Internal Medicine, nel commentare le due lettere di cui sopra, propongono di modificare il sistema in vigore negli USA per avvicinarlo a quello della Gran Bretagna, istituendo un ente indipendente per lo sviluppo di linee guida.(5) Costerebbe un po’ di soldi, ma eliminerebbe gli sprechi economici e i danni alla salute associati al proliferare incontrollato di linee guida inutili o nocive. Per creare questo ente, che dovrebbe essere federale, ci vuole però una volontà politica che al momento manca. Un autore noto ai lettori di questa lettera, John Ioannidis, dopo aver notato che 8 dei 15 articoli più citati nel 2016 erano linee guida cliniche (con quelle cardiologiche a fare la parte del leone), afferma che ciò è il risultato di un circolo vizioso: i trial finanziati dall’industria rendono famosi gli autori, che sono quindi chiamati a far parte dei gruppi di lavoro per lo sviluppo di linee guida, che a loro volta sono utili sia agli stessi autori (che vengono citati e ri-citati), sia alle associazioni professionali di appartenenza, sia all’industria che potrà finanziare nuovi trial.(6) Le associazioni professionali che si prestano a questo gioco sono quelle maggiormente finanziate dall’industria. Per esempio, il 77% dei 60 milioni di Euro incassati annualmente dalla European Society of Cardiology derivano da pagamenti dell’industria. La soluzione, secondo Ioannidis? Escludere le associazioni professionali dai gruppi di lavoro incaricati di sviluppare linee guida cliniche. Esattamente il contrario di ciò che ha deciso di fare l’Italia. Ioannidis sa benissimo che la sua proposta non è realizzabile, perché l’esclusione delle associazioni professionali non può essere imposta. Ricorre quindi a un appello: le associazioni professionali dovrebbero astenersi dall’elaborare linee guida su argomenti di loro pertinenza, limitandosi ad offrire consulenza a metodologi, non specialisti e pazienti incaricati di fare questo lavoro.

A cura di Adriano Cattaneo

  1. Khan R, Scaffidi MA, Rumman A, et al. Prevalence of financial conflicts of interest among authors of clinical guidelines related to high-revenue medications. JAMA Intern Med, published online October 29, 2018. doi:10.1001 /jamainternmed.2018.5106
  2. Combs TR, Scott J, Jorski A, et al. Evaluation of industry relationships among authors of clinical practice guidelines in gastroenterology. JAMA Intern Med, published online October 29, 2018. doi:10.1001/jamainternmed.2018.4730
  3. Brax H, Fadlallah R, Al-Khaled L, et al. Association between physicians’ interaction with pharmaceutical companies and their clinical practices: a systematic review and meta-analysis. PLoS One. 2017;12(4):e0175493
  4. Moynihan RN, Cooke GP, Doust JA, Bero L, Hill S, Glasziou PP. Expanding disease definitions in guidelines and expert panel ties to industry: a crosssectional study of common conditions in the United States. PLoS Med 2013;10:e1001500
  5. DeJong C, Steinbrook R. Continuing problems with financial conflicts of interest and clinical practice guidelines. JAMA Intern Med, published online October 29, 2018. doi: 10.1001/jamainternmed.2018.4974
  6. Joannidis JPA. Professional societies should abstain from authorship of guidelines and disease definition statements. Circ Cardiovasc Qual Outcomes 2018;11(10):e004889. doi: 10.1161/CIRCOUTCOMES.118.004889