SIP, SIN e marketing digitale di alimenti per l’infanzia

Il 5 maggio 2022 la Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Società Italiana di Neonatologia (SIN) hanno pubblicato una nota, firmata dai due presidenti e dai responsabili dei rispettivi gruppi di lavoro sull’allattamento, con la quale chiedono “al legislatore un’attenzione speciale per regolamentare tempestivamente il marketing digitale”.

La nota di SIP e SIN segue il lancio di un rapporto dell’OMS sul tema, rapporto che mostra come il marketing digitale stia soppiantando quello tradizionale su altri media (carta, radio, TV etc.) e sia molto più convincente, visto che si rivolge a consumatori, donne in gravidanza e allattamento, che sono sempre più “profilati” e che ricevono quindi la pubblicità, spesso nascosta, che più si adatta alla loro situazione individuale. L’OMS ritiene che il marketing digitale abbia effetti negativi sull’allattamento e causi quindi gravi danni alla salute dei bambini.

Ma anche ammesso che vi sia la volontà politica, sarebbe possibile legiferare tempestivamente sul tema? Probabilmente no, e principalmente per due ragioni ampiamente discusse nello stesso rapporto dell’OMS:

  1. Per sua stessa natura, il marketing digitale non ha frontiere. Per avere effetto, una legge sul tema dovrebbe essere sovranazionale, per lo meno Europea, nel caso italiano. La richiesta andrebbe perciò indirizzata, possibilmente da parte di tutte le associazioni pediatriche del continente, alla Commissione Europea, oltre che al Governo Italiano.
  2. Gran parte del marketing digitale non è pubblico, ma personale e individualizzato. Una legge europea potrebbe proibire il marketing visibile a tutti, ma difficilmente potrebbe limitare ciò che non si vede, o meglio che è visto solo da chi lo produce e da chi lo riceve.

Nel pubblicare la loro nota, SIP e SIN si sono però dimenticate di citare un rapporto dell’OMS pubblicato poche settimane prima di quello sul marketing digitale. Il documento si intitola “How the marketing of formula milk influences our decisions on infant feeding” e vale la pena leggerlo, perché riguarda anche il marketing indiretto attraverso gli operatori sanitari, pediatri e neonatologi in primis. A pagina 7 l’OMS scrive: “Le raccomandazioni degli operatori sanitari rappresentano un canale chiave per il marketing dei latti formulati. Gli operatori intervistati hanno dichiarato di ricevere commissioni sulle vendite, finanziamenti per ricerca, regali promozionali, campioni di formula infantile e per usi speciali, o inviti a seminari, congressi e altri eventi”. Rimanda poi al capitolo 3 per dettagli ed esempi, in alcuni dei quali non è difficile riconoscere il comportamento di alcuni pediatri e neonatologi, e delle loro associazioni professionali.

In conclusione, va benissimo chiedere misure, di là da venire, per contrastare il marketing digitale. Ma sarebbe bene iniziare dal mettere in pratica ciò che è possibile fare subito, e cioè rispettare pienamente il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno, così come raccomandato dalla Risoluzione dell’Assemblea Mondiale della Salute nel 2016 (leggere in particolare la raccomandazione 6 alle pagine 4 e 5). SIP e SIN prenderanno in considerazione questo suggerimento? PS. Nel frattempo, dal 18 al 21 maggio 2022, si è tenuto presso l’Hilton Sorrento Palace il 77° congresso nazionale dalla SIP. Nel programma appaiono 58 sponsor; tra questi: Abbott, Danone, Dicofarm, Hipp, Humana, MAM, Nestlé, Plasmon e Reckitt, cioè le ditte implicate nel marketing digitale che la SIP vorrebbe tempestivamente regolamentare.

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