Idratazione, bufale e conflitti di interessi

Quante volte abbiano visto persone che girano con una bottiglietta di acqua minerale bevendone con frequenza piccoli sorsi? Quante volte abbiamo sentito ripetere la raccomandazione di bere due litri di acqua al giorno? Ma esistono prove scientifiche al riguardo? Ne parla il BMJ,[1] riportando e commentando i risultati di una ricerca pubblicata su Science che confuta gli 8 bicchieri al giorno (circa 2 litri secondo le misure anglosassoni), reputando tale volume troppo elevato per la maggior parte degli individui.

La ricerca è stata condotta su 5604 persone d’ambo i sessi di età compresa da 8 a 96 anni, residenti in 23 diversi paesi. Ognuna di queste persone ha bevuto un bicchiere d’acqua nella quale parte dell’idrogeno era sostituito dal suo isotopo stabile, il deuterio, il che ha permesso ai ricercatori di tracciare il percorso del liquido e la sua velocità di metabolismo. Si è osservato che per la maggior parte delle persone erano sufficienti da 1.5 a 1.8 litri al giorno, per le ragazze ventenni o meno bastavano 1.3 litri. In conclusione, non è assolutamente vero che una raccomandazione valga per tutti; una buona idratazione non solo varia da soggetto a soggetto con molte variabili ambientali e circostanziali, ma va ricordato che l’acqua viene assunta anche attraverso il cibo, in volume quasi equivalente a quella bevuta.

Un editoriale del 2008 del Journal of the American Society of Nephrology sosteneva che non ci sono chiare prove sui benefici dell’aumento di idratazione. Ma allora, da dove deriva questo mantra di bere più acqua, che si sente ripetere spesso? L’idea che idratarsi di più dell’abituale sia una buona idea per la nostra salute è una iniziativa partita nel 2008, attraverso incontri, conferenze, ricerche e sito web dedicato, il tutto sponsorizzato da Danone.[2] Il gigante alimentare, che distribuisce le acque minerali Volvic, Evian e Badoit, ha lanciato allora lo slogan Hydration for Health per “diffondere la consapevolezza che l’idratazione è parte integrante di uno stile di vita sano per tutti” (https://www.hydrationforhealth.com/en/). I medici sono stati invitati a diffondere questi suggerimenti per la salute dei loro pazienti. La disidratazione, si legge nel sito, peggiora l’umore, la capacità di concentrazione e crea affaticamento. L’idratazione previene le infezioni del tratto urinario, le malattie renali e riduce le calorie totali assunte. Bere prima dei pasti può ridurre le calorie poi assunte. La raccomandazione è di bere fino a due litri di acqua al giorno per una ‘idratazione più sana’. Viene ricordato anche che i bambini sono a maggior rischio degli adulti. Spesso, infatti, la disponibilità di acqua a scuola è scarsa o confinata in toilettes non sempre pulite. A rischio sono anche gli anziani poiché a una certa età si riduce la sensazione di sete, anche se nello studio citato non si tiene conto dei diuretici assunti. Perfino il sito web del NHS inglese suggerisce gli 8 bicchieri al giorno.[2] L’iniziativa Hydration for Health presenta più di uno studio a supporto di quanto suggerito al pubblico. Peccato che a un’analisi più seria si tratti di studi osservazionali e/o di scarsa qualità metodologica. Nei bambini una moderata idratazione sarebbe sì utile, ma a condizione che sostituisca le bevande zuccherate. Circa le calorie assunte non ci sono prove che bere prima dei pasti riduca l’appetito.

Il diritto di vendere un alimento o una bevanda non autorizza ad attribuire a esso benefici inesistenti. Ma anche se autorevoli studiosi non confermano la necessità di idratarsi più del dovuto, la pubblicità conta più della buona scienza e le bottiglie di acqua minerale vendute sono in continua crescita. Ma allora, conclude l’articolo del BMJ, come facciamo a sapere se siamo veramente disidratati? Con il nostro sistema innato, la sete.

A cura di Giovanni Peronato

1. Wise J. Sixty seconds on … hydration. https://doi.org/10.1136/bmj.o2869

2. McCartney M. Waterlogged? https://doi.org/10.1136/bmj.d4280

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