Il Lancet in conflitto di interessi?

Nel 2015 Lancet istituì una commissione dedicata che definiva la risposta al cambiamento climatico come “la più grande opportunità di salute globale del 21° secolo”. In seguito a questa dichiarazione dal 2016 partiva l’iniziativa Countdown on health and climate change, una collaborazione internazionale e multidisciplinare (articoli, audio, video, infografiche) dedicata al monitoraggio dell’evoluzione del cambiamento climatico sotto il profilo sanitario. Da allora, ogni anno, il sito della rivista fornisce, attraverso una miriade di dati aggiornati, una valutazione indipendente del rispetto degli impegni assunti dai governi di tutto il mondo ai sensi dell’Accordo di Parigi del novembre 2016.[1]

Nell’ottobre 2019 il direttore del Lancet, Richard Horton, lanciò un appello sulla piattaforma youtube nel quale definiva i cambiamenti climatici come il più importante dei problemi che ognuno di noi deve affrontare.[2] Si era rivolto in particolare ai medici e a tutti gli operatori della salute ricordando la loro maggiore responsabilità nell’essere in prima linea in questa battaglia, in quanto non ci può essere salute del singolo individuo in un pianeta malato. Anche sul sito ufficiale di Elsevier, editore di Lancet, si parla di cambiamenti climatici. Alla voce R&D (Research and Development; ndt) for a Sustainable World si legge: “A livello globale, lavoriamo con aziende come la tua per (…) promuovere la sostenibilità: accelerare l’azione verso la transizione energetica, la cattura del carbonio e la riduzione delle emissioni. Con le nostre applicazioni intuitive, scienziati e ingegneri trovano le risposte per portare avanti i progetti più velocemente. E i nostri set di dati e le nostre capacità di dati possono accelerare la trasformazione della tua azienda verso Net Zero by 2050”.[3] Se però ci spostiamo su R&D solutions for gas and oil la musica cambia: “Forniamo agli ingegneri che lavorano nelle raffinerie e negli impianti petrolchimici un accesso impareggiabile a informazioni scientifiche, tecniche e ingegneristiche. (…) Consentiamo ai team di esplorazione di elaborare interpretazioni più efficaci che riducano i rischi, migliorino le raccomandazioni e, in ultima analisi, migliorino le strategie di esplorazione e le percentuali di successo. Fornendo accesso alle più recenti ricerche e tecnologie ingegneristiche, consentiamo agli ingegneri petroliferi di ottimizzare lo sviluppo e la produzione, nonché di limitare i rischi per la salute e la sicurezza, garantendo al contempo che i giacimenti rimangano redditizi”.[4]

Come conciliare l’innegabile impegno a favore del clima con la dipendenza da un editore che fornisce sì informazioni e soluzioni contro i cambiamenti climatici, ma nel contempo distribuisce know-how agli ingegneri petroliferi? Di questa evidente contraddizione si sono accorti due docenti delle università neozelandesi di Auckland e di Otago, membri del movimento Climate Health Aotearoa (un centro di ricerca su salute e cambiamenti climatici, dove Aotearoa significa Nuova Zelanda in lingua maori). Per questo hanno scritto una lettera al Lancet ricordando come Elsevier contribuisca attivamente all’inquinamento del pianeta attraverso la produzione di strumenti di analisi e riviste che favoriscono le attività esplorative ed estrattive di nuovi giacimenti di combustibili fossili.[5] Rimanere dipendenti da un tale editore, sostengono, non è eticamente sostenibile. Per essere coerenti con l’appello di Richard Horton e con il Countdown sui cambiamenti climatici, il comitato editoriale di Lancet dovrebbe chiedere a Elsevier di cessare il sostegno alle industrie estrattive di combustibili fossili. Petrolio gas e carbone devono rimanere sottoterra. La lobby dei petrolieri è il maggior ostacolo alle azioni sul clima. La migliore scienza, concludono, è quella che conduce a una vita migliore sul pianeta.

Esra Arkail, vice presidente di Elsevier global communications, risponde che da 15 anni la ditta sostiene la ricerca per ridurre l’inquinamento ambientale.[6] Nel 2021 è stato pubblicato il report Pathways to net zero, completato nel 2022 con la ricerca sull’energia pulita nel sud del mondo. Attualmente, prosegue, solo 6 delle nostre 2800 riviste scientifiche trattano di problemi estrattivi di idrocarburi. Ci stiamo impegnando a commissionare solo contenuti che sostengano e promuovano la transizione energetica e la riduzione delle emissioni di CO2. Nonostante i nostri progressi, c’è ancora molto da fare e condivideremo i nostri progressi con la comunità scientifica.

Staremo a vedere.

A cura di Giovanni Peronato

1. https://www.thelancet.com/countdown-health-climate#searchContent

2. https://www.youtube.com/watch?v=YEVGNeneYug

3. https://www.elsevier.com/rd-solutions/sustainability-and-climate-change

4. https://www.elsevier.com/en-gb/rd-solutions/oil-and-gas

5. Macmillian A, Jones R. Elsevier must end its fossil fuel partnerships and subside. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)02418-7/fulltext?dgcid=raven_jbs_etoc_email

6. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)02536-3/fulltext

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