Turbine di norme sulla censura di internet, ovunque, in contemporanea

Gli spazi per voci critiche (anche scientifiche) si stanno chiudendo a una velocità drammatica.

Da anni sono tra chi chiede, sinora senza successo, un confronto scientifico istituzionale per poter mettere in discussione con dati e prove scientifiche una parte di politiche sanitarie ritenuta disfunzionale. Oggi sta però precipitando qualcosa di gravissimo: una rapida e coordinata proliferazione di norme internazionali che legittimano, anzi pretendono la censura sui media e su internet di voci in dissenso dalla narrazione ufficiale, con il fine dichiarato di “proteggere da informazioni false e disinformazione”, e pesanti sanzioni per chi non si conforma.

Il valore inestimabile della libertà di espressione e di informazione nel mantenere le società libere e aperte è oggi sottoposto a un attacco senza precedenti, di cui sembra ci sia poca consapevolezza. A questo proposito raccomando la lettura dell’articolo di Debbie Lermann:“Censura di internet, ovunque e contemporaneamente”.[1]L’articolo documenta che si stanno moltiplicando in modo contemporaneo norme internazionali e nazionali che legittimano la censura e negano l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e l’articolo 19, paragrafo 2, del Patto (ONU) che tutelano “il diritto alla libertà di espressione, compresa la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni tipo, senza riguardo alle frontiere, e con qualsiasi mezzo”. Collegata alla libertà di espressione, la libertà d’informazione è essa stessa un diritto. L’Assemblea Generale dell’ONU ha affermato che “La libertà d’informazione è un diritto umano fondamentale e la pietra di paragone di tutte le libertà a cui sono consacrate le Nazioni Unite.”(Pag. 9). Sembra incredibile che più avanti l’ONU, con un vero salto mortale logico, possa dire di ritenere che “incitamento all’odio e disinformazione” distruggono tutti i diritti umani, per proteggere i quali andrebbe pertanto abrogata la libertà di parola e di informazione!

Si noti la pretestuosità strumentale dell’abbinare “incitamento all’odio” (su cui Popper prevedeva un’eccezione all’imperativo generale della tolleranza: “paradosso della tolleranza”)[2] a “disinformazione”, che invece è soggetta a discussione delle prove disponibili e che non può essere definita tale da un “Ministero della Verità” di orwelliana memoria. Qualcuno osserverà che non siamo ancora a quel punto, ma “all’inferno si arriva a piccoli passi”. E comunque quanto descritto nell’articolo del Brownstone Institute sono davvero passi da gigante in quella direzione, che può essere senza ritorno. Si vedano i link a quanto, pur accompagnato da buone intenzioni, invocano il World Economic Forum e l’ONU, e le norme sulla censura di USA, Google, Unione Europea (con il Digital Service ACT), Regno Unito, Australia, Canada, per finire all’OMS con i minacciosi emendamenti proposti ai Regolamenti Sanitari Internazionali qui.

Le politiche sanitarie internazionali, più prossime ai nostri ambiti di competenza, sono fra i settori più esposti a questa svolta, di cui molti stentano a prendere atto. Mi auguro che per NoGrazie sia facile comprendere che:

  • normative di questo tipo darebbero campo libero ai CdI di chi detiene il maggior potere internazionale e nazionale, nel condizionare la comunicazione a ogni livello, sanità inclusa;
  • anche le storiche battaglie dei NoGrazie contro i CdI in sanità, già oggi con spazio solo marginale a livello accademico o mediatico, sarebbero ancor più marginalizzate e silenziate, con la legittimazione delle nuove leggi.

Si segnala il Comunicato 11 della Commissione Scientifica Medica Indipendente sul nuovo Trattato Pandemico e sugli emendamenti ai Regolamenti Sanitari Internazionali, che l’OMS vorrebbe far approvare agli Stati membri nel maggio 2024: https://cmsindipendente.it/sites/default/files/2023-10/CMS%20-%2020231021%20-%20Trattato%20Pandemico%20e%20emendamenti%20RSI.pdf

Con la speranza che acceleri una presa di coscienza e azioni coerenti, anche del nostro Gruppo.

Alberto Donzelli

1. https://it.brownstone.org/articles/internet-censorship-everywhere-all-at-once/

2. Il filosofo John Rawls riteneva che una società retta deve tollerare gli intolleranti ma, come Popper, ha sostenuto una possibile eccezione: “la società ha un ragionevole diritto di autopreservazione che supera il principio di tolleranza: solo quando i tolleranti credano in modo sincero e ragionevole che la loro sicurezza e quella delle istituzioni della libertà siano in pericolo”.

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