La professione medica inconfessata in Germania

Presentiamo ai nostri lettori un ampio riassunto di un articolo di Elke Bodderas pubblicato online dal quotidiano tedesco Die Welt l’11 dicembre 2023. Per chi volesse leggere l’originale in tedesco, questo è il link: https://www.welt.de/politik/deutschland/plus248868324/Nebeneinkuenfte-Deutschlands-verschwiegene-Aerzteschaft.html

Pochi giorni fa, sulla rivista specializzata Medscape, è apparsa un’intervista a Ulrich Laufs, un professore di medicina all’università di Lipsia. L’intervista, dal titolo “La nuova era della terapia dell’obesità” verteva sui sensazionali effetti della semaglutide, un farmaco lanciato sul mercato nel luglio 2023 dalla ditta farmaceutica NovoNordisk. Il professore ha elogiato gli effetti positivi del farmaco, gli eccellenti risultati degli studi e la buona tollerabilità. Ha anche affermato di non avere conflitti di interessi. Ma qualche mese prima aveva pubblicato un articolo su Deutsches Ärzteblatt. I redattori della rivista erano stati corretti e avevano aggiunto in appendice l’elenco di tutti gli sponsor e finanziatori del professore, tra cui NovoNordisk. In risposta a una richiesta di chiarimenti da parte di WELT, Laufs ha risposto sinteticamente con una frase: “È difficile dare una risposta breve alla questione molto complessa della trasparenza”, ed è per questo che “si era sforzato di fornire informazioni dettagliate alla rivista medica”.

Questo episodio spiega almeno in parte la drastica perdita di fiducia di cui soffre la professione medica in Germania. Negli Stati Uniti, ma anche in Spagna e Romania, un episodio simile non potrebbe succedere. In questi paesi, i medici devono rivelare sponsor, benefattori, ditte farmaceutiche che li finanziano, e i dati sono disponibili in un registro pubblico su internet a seguito di leggi conosciute come Sunshine Act. In Germania, i medici non sono obbligati a rivelare compensi finanziari, bonus o doni da parte delle case farmaceutiche. Esiste un registro della trasparenza, ma è gestito privatamente e le iscrizioni e i dettagli sono volontari e dipendono dal consenso dei medici.

L’industria farmaceutica è stata pronta a riconoscere la crescente diffidenza del pubblico nei confronti dei nuovi farmaci e di chi li raccomanda e li prescrive. Bayer, Boehringer, Merck, Pfizer e Roche e altre ditte hanno unito le forze 20 anni fa per formare un’organizzazione volontaria di autoregolamentazione (FSA). Ma solo 7 anni fa la FSA ha iniziato a pubblicare i dati sui pagamenti ai medici. La loro analisi mostra che medici, cliniche e istituti di ricerca hanno potuto contare su un’enorme crescita delle entrate negli ultimi anni. Nel 2022, circa 650 milioni di euro sono andati a beneficiari del settore medico, con un aumento di 100 milioni in due anni; 80 milioni sono andati direttamente a medici e scienziati tedeschi.

Per la maggior parte dei medici che ricevono pagamenti delle ditte farmaceutiche sembrano esserci problemi di immagine. Più le ditte pagano, meno i medici sono disposti ad ammetterlo. Nella lista della FSA, appaiono solo i nomi dei medici che hanno dato il consenso. Secondo la FSA, nel 2022, solo il 23% dei medici ha acconsentito alla pubblicazione, nel 2019 solo il 19%. In altri paesi europei, le percentuali sono maggiori: Regno Unito (60%), Italia (67%), Svizzera (73%), Svezia (79%) e Spagna (100%) sono più aperti al riguardo. In Romania e in Spagna, la trasparenza totale è obbligatoria per legge, come negli Stati Uniti. Sul sito della FSA si legge: “Le pubblicazioni delle aziende farmaceutiche sono volontarie e in questo senso non sono soggette ad alcun obbligo di controllo esterno”. Questo è diventato fin troppo evidente durante la pandemia da coronavirus. Molti medici e ricercatori tedeschi famosi dichiaravano i loro conflitti di interessi nelle riviste mediche in cui pubblicavano i loro articoli, ma non volevano essere inclusi nell’elenco FSA.

Alcuni studi hanno dimostrato che i medici con molti legami con l’industria farmaceutica corrono il rischio di minimizzare gli effetti collaterali dei farmaci o di prescrivere farmaci più costosi. Gli affari con le ditte farmaceutiche possono essere molto redditizi, come dimostrano i documenti della FSA. Vi si può trovare il medico di base scrupoloso che indica una tariffa di spedizione dei pacchi di 2,50 euro, o un collega che ha intascato 60.000 euro. Le ditte finanziano partecipazioni a congressi, lezioni alle conferenze, spese alberghiere, ricerche e consulenze. “Le attuali regole di trasparenza della FSA non sono nemmeno una foglia di fico”, ha dichiarato a WELT Rolf Blaga, responsabile del gruppo di lavoro Medicina e Salute di Transparency International Germania. “Riteniamo che i pagamenti a medici e scienziati debbano essere pubblicati per intero da molto tempo”, afferma Blaga. I pagamenti dovrebbero anche essere raccolti in un unico database aperto.

In realtà, l’attuale governo di coalizione aveva preso in considerazione nel 2021una legge sulla trasparenza sul modello del Sunshine Act USA. Nell’accordo di coalizione, SPD, Verdi e FDP avevano promesso nella sezione “Fornitura di farmaci e vaccini” che: “Per evitare conflitti di interessi, creeremo maggiore trasparenza sui contributi finanziari ai fornitori di beni e servizi”. WELT ha chiesto invano a tutti i partiti della coalizione lo stato attuale di pianificazione della legge. Il portavoce per la politica sanitaria dell’opposizione della CDU, Tino Sorge, ha messo nel mirino la questione: “Queste entrate aggiuntive dovrebbero essere presentate in modo comprensibile”. Tuttavia, “le relazioni finanziarie tra l’industria farmaceutica e i singoli medici non sono di per sé riprovevoli”.

Non c’è dubbio che gli apporti finanziari dell’industria farmaceutica possano essere utili. I medici svolgono un ruolo importante nello sviluppo dei farmaci, ad esempio. Anche le conferenze o le attività dei comitati consultivi hanno spesso senso, e la ricerca finanziata da terzi ancora di più. In Germania è consuetudine pagare circa 1500 euro per una conferenza e circa 250 euro all’ora per un lavoro di consulenza. La maggior parte dei medici giustifica i propri contatti industriali con il progresso medico. Allo stesso tempo, però, non vogliono che questi pagamenti diventino di dominio pubblico. Temono di essere sospettati di essere in vendita, afferma Blaga. In realtà, i pagamenti offuscano il giudizio e spesso influenzano il comportamento prescrittivo, anche se i medici lo negano. Lo stesso vale per le organizzazioni di pazienti.

Anche Niklas Schurig dell’organizzazione di medici indipendenti MEZIS (Mi Pago il Mio Cibo da Solo; i NoGrazie tedeschi; NdT) chiede una legge sulla divulgazione dei pagamenti. In questo, è pienamente in linea con la Commissione Farmaci dell’Associazione Medica Tedesca, il cui presidente Ludwig è anch’egli favorevole a una legge basata sul modello USA. Secondo Ludwig, la classe medica tedesca aveva già istituito un comitato di esperti per la trasparenza nel 2014. Ma poi l’Associazione si è dimostrata meno entusiasta. Dal 2022 non se ne parla più.

A cura di Silvio Loddo, Ermanno Pisani e Federica Scrimin

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