A febbraio del 2016 è apparso un grande poster alla fermata Westminster della metro di Londra. Spiega come la nascita di ogni nuovo farmaco richieda 12 anni di sforzi e un costo pari a un miliardo di sterline, circa 1.3 miliardi di euro. Medici senza Frontiere ha subito replicato che non viene chiarito come si arrivi a questa cifra, né e stato spiegato che la maggior parte dei finanziamenti proviene da fondi pubblici e dal duro lavoro di ricercatori universitari e laboratori che usano fondi governativi.(1) Pfizer ha replicato che è grazie all’industria farmaceutica che viviamo una via più lunga e più sana.
É stato già scritto in passato, ma vale la pena di ritornare sul calcolo che Big Pharma ha sempre sbandierato per giustificare il prezzo di un farmaco, compensativo di un iter lungo e molto costoso. Ci si rifà ad uno studio commissionato al Tufts Center (un centro studi sullo sviluppo dei farmaci finanziato dall’industria), del 2003.(2) Elaborando i dati forniti da 12 aziende farmaceutiche per circa 68 prodotti (per la maggior parte piccole molecole, ma anche proteine ricombinanti, due anticorpi monoclonali e un vaccino), si arriva ad un costo totale per un nuovo farmaco sviluppato pari a 403 milioni di dollari (costi del 2000). Viene poi calcolato il costo del capitale, vale a dire la cifra perduta se si fosse investito nel mercato azionario, valutando un rendimento dell’11% annuo (media rendimento di borsa 1985-2000). Questa cifra è stata contestata come troppo ottimistica e basata su rendimenti pregressi, mentre negli anni ipotizzati (2000-2011) potrebbe essere intorno a 8.5%, ma è comunque un calcolo che rimane ipotetico.(3) Prevedendo un percorso di quasi 12 anni (52 mesi di ricerca preclinica, 72 di trial e 18 per la registrazione), si arriva al raddoppio del capitale, cioè a 802 milioni di dollari. Rivalutando il tutto al costo della ricerca e sviluppo nel 2011, ecco spiegata l’incredibile cifra di 1.32 milioni di dollari, pari appunto a 1 miliardo di sterline, come appare nel poster Pfizer sopra citato.
Questo a grandi linee il ragionamento che però viene letteralmente smontato da calcoli più realistici. Come ha sostenuto Medici senza Frontiere, la cifra di 802 milioni di dollari può essere tranquillamente dimezzata poiché quasi il 50% dei costi è nella realtà finanziato da agevolazioni fiscali e fondi pubblici di ricerca. Si scende così a 403 milioni di dollari. Se il farmaco è prodotto in casa, nasce cioè da ricerca originale della stessa azienda farmaceutica (3/4 dei fondi per ricerca e sviluppo sono spesi così), i costi si dimezzano ancora, scendendo a 201 milioni. Escludendo dal calcolo il costo del capitale, ipotizzando cioè di non aver perso il guadagno in borsa (difficilmente calcolabile), i costi per un farmaco prodotto in casa può scendere a 43 milioni di dollari, 18 volte di meno di quanto sostenuto da Big Pharma.(4) Si può allora comprendere lo sdegno di Medici senza Frontiere nel definire fuorviante il poster di Pfizer.
Libera traduzione e adattamento di Giovanni Peronato
1. Gulland A. MSF accuses Pfizer of misleading advertising. BMJ 2016;352:i896
2. DiMasi et al. The price of innovation: new estimates of drug development costs. Journal of Health Economics 2003;22:151–185
3. Scott Gavura. What does a new drug cost? https://www.sciencebasedmedicine.org/what-does-a-new-drug-cost/
4. Light D, Warburton R. Demythologizing the high costs of pharmaceutical research. BioSocieties 2011;6:34–50 doi:10.1057 http://www.pharmamyths.net/files/Biosocieties_2011_Myths_of_High_Drug_Research_Costs.pdf