Conflitti di interesse all’EFSA

Lettera aperta al comitato di controllo del budget del parlamento UE, e in copia ai membri del comitato di gestione dell’EFSA (European Food Safety Authority) e al commissario V. Andriukaitis, DG SANTE, Commissione Europea.

Brussels, 2 Marzo 2016

Cari membri del Comitato di Controllo del Budget del Parlamento Europeo,

Il 26 Gennaio 2016 l’EFSA ha annunciato di aver assunto un nuovo direttore della comunicazione, la signora Barbara Gallani, che inizierà il suo mandato il 1 Maggio. La signora Gallani ha avuto una lunga carriera nel settore alimentare. Ma c’è un problema: a tutt’oggi, la signora è ancora a capo della ricerca per la Food and Drink Federation, la federazione di tutte le industrie degli alimenti in Gran Bretagna. In qualità di lobbista, la signora Gallani aveva anche fatto domanda per entrare a far parte del comitato di gestione dell’EFSA, per uno dei seggi riservati a rappresentanti della catena alimentare. Ma poi ha ritirato la sua domanda.

 

Con questa assunzione, l’EFSA mostra ancora una volta, nel migliore dei casi, di non capire il contesto politico, oppure, nel peggiore dei casi, di non curarsi della sua indipendenza dal settore che è deputata a regolare. In ambedue i casi, questa decisione rappresenta un disastro per la sua credibilità.

 

Quando è troppo, è troppo. Vi scriviamo per esprimere il nostro sdegno. Abbiamo discusso per anni con l’EFSA nel tentativo di convincerla a rafforzare la sua integrità e a diventare più trasparente e indipendente. Siamo stati pazienti e costruttivi, abbiamo partecipato ad innumerevoli consultazioni pubbliche e private, a discussioni e a conferenze. Anche il Parlamento Europeo, anno dopo anno dal 2011, trasversalmente ai gruppi politici, ha affermato con chiarezza di volere che l’EFSA migliorasse la sua reputazione, e in particolare che imponesse un periodo di due anni di raffreddamento dei conflitti d’interesse finanziari.

 

Nella sua risposta al Parlamento Europeo, l’EFSA promise di migliorare, ma rifiutò di interrompere il circuito vizioso che permette la permanenza di conflitti d’interesse. Esperti con interessi finanziari in ditte regolate dall’EFSA si ritrovano tuttora nei suoi comitati scientifici e gruppi di lavoro, perché l’agenzia continua a valutare gli interessi di queste persone solo sulla base del tema specifico del gruppo o comitato, e non sul fatto che questi interessi siano regolati dall’EFSA. Più specifico è il tema, peggiore è il circuito di cui sopra. Con questo sistema, uno scienziato che fa una ricerca sulle patatine fritte pagata dall’industria del fast food può essere designato a far parte di un comitato scientifico sugli hamburger. Il tema è ovviamente diverso, ma chi può essere convinto della sua indipendenza?

 

Alcune cose sono cambiate. Piccole cose. Ma troppo piccole. Dopo una serie di importanti decisioni sull’indipendenza dell’EFSA, l’Ombudsman Europeo ha suggerito che l’agenzia potrebbe avviare un’investigazione interna sulle proprie procedure. I media nel frattempo continuano a pubblicare prove sull’esistenza di conflitti d’interesse, tanto che l’EFSA è così terrorizzata dei media stessi da rifiutare le loro richieste. Essa continua ad accusarli di cattivo giornalismo e dice di aver bisogno di migliorare la sua comunicazione. Assumendo una lobbista dell’industria degli alimenti?

 

L’EFSA teme di non essere in grado di trovare esperti sufficientemente qualificati per i suoi comitati se dovesse obbedire alle decisioni del Parlamento. Ma ci sono soluzioni semplici, come ad esempio designare esperti con le dovute competenze, senza però dar loro il diritto di votare quando un comitato deve prendere una decisione.

 

L’agenzia ha anche un’altra, e migliore, scusa: non può pagare questi esperti e non ha fondi propri per la ricerca. Il lavoro volontario non esiste più, e quello pubblico, per conto di agenzie nazionali, centri di ricerca e università, è sottoposto a tagli. Ciò lascia spazio alle lobby.

 

Essere obbligati a sacrificare l’indipendenza agli ostacoli operativi è una situazione alquanto disperata per un’agenzia pubblica di valutazione del rischio. Ma la colpa ricade essenzialmente sulla Commissione Europea, che non assegna all’EFSA un budget sufficiente a pagare almeno 200 esperti indipendenti per la sicurezza alimentare di 500 milioni di cittadini. In più, si pensa ad altri tagli del bilancio dell’EFSA. E la Commissione ha sistematicamente rigettato le preoccupazioni dei parlamentari europei sui conflitti d’interesse dell’EFSA negli scorsi anni.

 

Ora vi chiediamo di fare due cose:

  • Posticipare l’approvazione del bilancio dell’EFSA in attesa di seri interventi sulle regole di indipendenza per regolare i conflitti d’interesse finanziari. L’EFSA ha una perfetta occasione per farlo ora, dato che ha pianificato una revisione di queste regole per quest’anno.
  • Posticipare l’approvazione del bilancio dell’EFSA in attesa che la Commissione Europea si impegni in maniera credibile a fornire un budget aggiuntivo adeguato che l’EFSA possa usare per pagare esperti indipendenti e per sviluppare ricerca propria.

Speranzosi,

Corporate Europe Observatory, Fondation Sciences Citoyennes, GMWatch, Groupe international d’études transdisciplinaires (GIET), Health & Environment Alliance (HEAL), Pesticides Action Network Europe, Testbiotech

 

Traduzione di Adriano Cattaneo