Accesso ai farmaci

Sud Africa vs Big Pharma per gli antiretrovirali

Il 23 gennaio 2014, durante la 134ª riunione dell’Executive Board dell’OMS, MP Matsoso (Direttore Generale del Dipartimento di Salute Nazionale del Sud Africa) ha fatto un accorato intervento per spiegare come sia in atto nel suo paese una campagna da parte delle multinazionali del farmaco per contrastare le modifiche in corso alla normativa sui brevetti. Matsoso ha ben inquadrato il problema fornendo alcune cifre: il costo annuo di una terapia anti HIV è stato nel 2000 di 10.000 $ pro capite; la spesa si è ridotta a 1000 $ pro capite nel 2010 grazie all’importazione di farmaci generici. Questa cifra ha subito oggi un ulteriore taglio del 50% per le nuove misure commerciali intraprese. Sono attualmente in trattamento 2.4 milioni di persone, circa il 4% della popolazione sudafricana, e si spera di arrivare al 14% per coloro che sono in terapia da più di 5 anni.

Purtroppo i farmaci di seconda linea, che costano 2.5 volte quelli per il trattamento iniziale, sono troppo costosi per il governo di Pretoria. Per superare questo ostacolo si è scelta l’opportunità del ricorso a farmaci generici prima della scadenza dei brevetti, secondo alcuni accordi internazionali, ma ci sono altri ostacoli che potranno essere superati solo con la modifica delle regole sui brevetti.(1) Alcune organizzazioni internazionali, tra le quali il People’s Health Movement, hanno sollecitato i delegati OMS ad adottare una risoluzione in solidarietà con il Sud Africa.(2)

A metà gennaio il ministro della sanità del Sud Africa, Aaron Motsoaledi, ha dichiarato alla stampa “…è una cospirazione di proporzioni sataniche che può rappresentare una sentenza di morte per molti sudafricani, è un genocidio pianificato”. Il ministro si riferiva alla notizia di una campagna architettata dalla lobby farmaceutica per impedire modifiche sostanziali alla normativa sui brevetti dei farmaci. Con un budget di 600.000 $, alcune multinazionali (AstraZeneca, MSD, Bayer, BMS, Boehringer-Ingelheim, Johnson & Johnson, Lilly, Merck, Novartis, Novo Nordisk, Pfizer, Roche, Sanofi e Takeda) vogliono contrastare ogni ulteriore modifica della legge.(3) La notizia, riportata anche da Reuters,(4) è trapelata grazie ad una e-mail interna fatta pervenire alla stampa locale. Alla testa del movimento vi sarebbe PhRMA (Pharmaceutical Researchers and Manufacturers of America) attraverso la società di consulenze internazionali PAE (Public Affairs Engagement).

L’inaccessibilità dei prezzi dei farmaci antiretrovirali ha provocato un’enorme quantità di decessi evitabili in Sud Africa, dove si stima che almeno 600 persone muoiano ogni giorno a causa dell’HIV/AIDS. Si tratta di impedire un vero e proprio genocidio perpetrato allo scopo di mantenere alti i profitti delle multinazionali. Il Sud Africa è il principale mercato farmaceutico dell’Africa e si calcola che in quel paese vi siano quasi 5 milioni tra sieropositivi e malati. Questa devastazione che l’HIV sta operando non può essere fronteggiata dal budget limitato del ministero della sanità, vi sono enormi problemi per le cure dei cittadini più poveri. La legge vigente attualmente accetta la registrazione di farmaci anche senza dimostrazione di chiara innovazione, così nel 2008 sono stati brevettati 2800 “nuovi” farmaci rispetto a 300 in sei anni del Brasile. Una situazione che non può continuare, secondo Big Pharma, la cui politica è sempre la stessa: cercare in ogni modo di riciclare i vecchi farmaci con piccole modifiche o nuove indicazioni allo scopo di renderli “evergreen” così da allungare l’esclusività di vendita attraverso un nuovo brevetto.

Non è la prima volta che governo sudafricano e Big Pharma vanno allo scontro diretto; una decina d’anni fa l’industria fu costretta a scendere a patti, sempre per la faccenda dei farmaci anti AIDS. Nel settembre del 2013 il governo di Pretoria ha intrapreso un cammino per modificare la legislazione riguardante la durata dei brevetti e favorire l’importazione di prodotti generici meno costosi. Questo è in linea con la dichiarazione del WTO (Doha 2001) che vincola i paesi membri ad una interpretazione più flessibile e più umana degli accordi riguardo ai paesi a basso reddito, enfatizzando il libero accesso alle cure da parte di tutti. La via percorsa dal governo sudafricano non è nuova, valga per tutti l’esempio dell’India e il suo contenzioso con Novartis per superare il brevetto di un farmaco anti leucemico, il Glivec. Si tratta di una battaglia coraggiosa e sacrosanta che vede i paesi più poveri contrapporsi ai colossi farmaceutici per la parità di accesso alle cure primarie.

Giovanni Peronato

1.Il testo integrale dell’intervento è reperibile su http://keionline.org/node/1913)

2. http://www.phmovement.org/en/node/9172

3. http://www.ghwatch.org/sites/www.ghwatch.org/files/SA_patent1a.pdf

4. http://www.reuters.com/article/2014/01/17/us-safrica-pharma-idUSBREA0G0N720140117