Abbiamo dedicato tutta la lettera di maggio 2023 ai determinanti commerciali di salute (DCS), riassumendo e commentando gli articoli della serie del Lancet dedicata al tema. Non siamo stati gli unici; anche altre riviste hanno ripreso il tema, per insistere sulla necessita di agire anche localmente, oppure per sottolineare aspetti non presi completamente in considerazione nei tre articoli della serie del Lancet.
In Australia, un gruppo di accademici conosciuti per aver già scritto sui DCS, ha pubblicato un commento allo scopo di stimolare il dibattito nazionale.[1] Sulla base di un precedente articolo di Melissa Mialon,[2] identificano tre sfere di azione:
- La prima relativa ai prodotti che causano danni diretti alla salute: tabacco, alcol, alimenti ultra-processati e bevande zuccherate.
- La seconda relativa alle pratiche politiche, commerciali e di marketing che causano danni in maniera indiretta.
- La terza relativa ai poteri economici e finanziari globali che favoriscono le pratiche di cui sopra.
Sulla base di alcune esperienze positive, in particolar modo quelle che hanno portato in molti paesi a controllare le politiche e il marketing del tabacco, l’articolo propone di agire con trattati internazionali sulla base della protezione dei diritti umani, con leggi nazionali che diano priorità alla protezione della salute, con riforme che riducano l’influenza delle imprese sulle politiche, e con un approccio di Salute in Tutte le Politiche (STP). L’articolo si conclude con un richiamo all’azione e con un appello all’unità di tutte le forze (istituzioni, organizzazioni, associazioni, partiti, centri accademici e di ricerca, etc.) che hanno come obiettivo comune il controllo dei DCS.
In un altro articolo,[3] tre ricercatori inglesi argomentano contro l’approccio a loro parere troppo epidemiologico e biomedico di chi si occupa di DCS. Tale approccio porta a dare eccessiva importanza ai fattori di rischio e al loro controllo, mettendo in secondo piano il ruolo delle istituzioni politiche nel gestire e controllare i DCS. Se la ricerca si concentrasse maggiormente sull’azione delle istituzioni pubbliche nazionali e sovranazionali, Unione Europea (UE) in primis, e sull’influenza, positiva e negativa, che queste hanno sul commercio, le raccomandazioni alle stesse potrebbero essere meno generiche e più focalizzate al raggiungimento di risultati concreti. La definizione di STP nell’UE è un buon esempio di come sia stata persa un’opportunità per controllare i DCS. Nel 2006 l’UE ha deciso che la declinazione di STP sarebbe stata a carico di partnership tra settore pubblico e privato, con il risultato di permettere agli attori commerciali, potentissimi nella UE, di influenzare le politiche a loro favore. La decisione del 2006, purtroppo, è difficilmente reversibile e continuerà a influenzare negativamente le politiche dei paesi UE per molti anni a venire. Se fosse stato chiaro fin dall’inizio che gli attori commerciali dovevano essere esclusi dal declinare le STP, ora avremmo istituzioni in grado di controllare i DCS e di ridurne i danni per la salute. Al contrario, il programma UE chiamato Legiferare Meglio, istituito negli anni ’90 del secolo scorso,[4] è incorporato in una serie di regole e norme che stimolano qualsiasi iniziativa legislativa nazionale o europea a valutare il possibile impatto, compreso quello sulla salute. Rafforzare questo meccanismo permetterebbe un miglior controllo dei DCS e una riduzione preventiva dei danni che causano alla salute.[5]
A cura di Adriano Cattaneo
1. Baum F, Friel S, Liberman J et al. Why action on the commercial determinants of health is vital. Health Promot J Austral 2023;34:725-7
2. Mialon M. An overview of the commercial determinants of health. Glob Health 2020;16:74
3. Ralston R, Godziewski C, Brooks E. Reconceptualising the commercial determinants of health: bringing institutions in. BMJ Glob Health 2023;8:e013698
4. https://commission.europa.eu/law/law-making-process/planning-and-proposing-law/better-regulation_it
5. Lauber K, Brooks E. Why meta-regulation matters for public health: the case of the EU better regulation agenda. Global Health 2023;19:70