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Pazienti, Big Pharma e conflitto di interessi

Le associazioni di pazienti (AdP) svolgono un ruolo importante, provvedendo a fornire consigli sulle malattie e le cure attraverso iniziative di educazione sanitaria. Possono anche esercitare pressione sul mondo politico e della sanità per migliorare la salute e la qualità di vita dei propri associati. Gli autori di un articolo comparso su Jama Internal Medicine hanno condotto un’inchiesta a partire dal settembre 2013 per dieci mesi, intervistando alcune centinaia di responsabili di AdP.(1) Il campione così raccolto è risultato rappresentativo del 5.6% delle 7865 AdP presenti negli USA. Alcune di queste organizzazioni sono molto potenti, anche finanziariamente, e conducono ricerca in proprio, influenzano il legislatore e la politica sanitaria in generale.

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Quando medici e pazienti fanno gli interessi dell’industria

Perché spendere di più quando risparmiando sul prezzo di un farmaco si possono liberare più risorse per il sistema sanitario? É il discorso che facciamo da tempo sui cosiddetti farmaci generici in alternativa a quelli il cui brevetto è scaduto. Ora lo stesso problema si pone per i farmaci biotecnologici (in genere abbreviato in ’biologici’) per i quali si stanno facendo strada sul mercato le alternative denominate farmaci ‘bioequivalenti’. Questi ultimi non possono essere definiti chimicamente ‘equivalenti’ stante la complessità della molecola (impossibile da riprodurre fedelmente come si fa per l’aspirina), ma sono definiti equivalenti ‘clinicamente’, cioè producono sull’uomo gli stessi effetti del farmaco brevettato detto ‘originatore’.

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Conflitti d’interesse non finanziari: arma di distrazione di massa

Sembra esserci, negli ultimi tempi, un’attenzione (sospetta?) nei confronti dei conflitti d’interesse non finanziari. Nella nostra lettera 44 del gennaio 2017 abbiamo riferito di una proposta di modifica del regolamento della Food and Drug Administration (FDA) negli USA che permetterebbe all’agenzia di ricusare o escludere in modo arbitrario la partecipazione alle votazioni su farmaci o medical devices a professionisti ritenuti a rischio di conflitto di interesse “intellettuale”, anche se completamente indipendenti dal punto di vista finanziario dalle industrie.(1)

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Società Canadese di Pediatria: i rapporti con l’industria

Fonte: Albersheim S, Coughlin K. Canadian Paediatric Society Bioethics Committee.               5 December 2016
I pediatri interagiscono con i rappresentanti dell’industria farmaceutica per vari scopi, ma più spesso per ricevere informazioni sui prodotti nuovi o su quelli già esistenti. Mentre gli operatori sanitari credono di essere immuni all’influenza del marketing esercitata da questi rappresentanti, la ricerca ha dimostrato il contrario. La letteratura suggerisce che i pazienti sono a conoscenza di tale influenza e ciò potrebbe minare il rapporto di fiducia con il proprio pediatra.

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La Regione Emilia Romagna regola l’attività degli informatori farmaceutici

INDIRIZZI E DIRETTIVE IN MATERIA DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA SUL FARMACO NELL’AMBITO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE (SSR)
16 Dicembre 2016
Attività di informazione nelle strutture del SSR e convenzionate
Per l’accesso alle strutture del SSR e convenzionate, gli ISF devono esibire il proprio tesserino di riconoscimento regionale congiuntamente al quale può sempre essere richiesta l’esibizione di un documento di riconoscimento personale in corso di validità.

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Automobili a gasolio: le città soffocano ma i governi prendono tempo

Grazie all’intuito dell’anestesista John Snow, il colpevole era stato alla fine scoperto; era stata la pompa d’acqua di Broad Street a spargere il colera per Londra, migliaia di persone erano morte, ma non ci fu sanzione, e passata l’epidemia la pompa riprese a funzionare. Robin Russel-Jones, di Help Rescue the Planet, una no-profit che opera sensibilizzando i cittadini sui cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico, prende a paragone le vicende della Londra di metà ‘800 per descrivere l’inerzia dei governi nei confronti dei motori diesel. Il titolo dell’articolo apparso su BMJ è già un proclama di guerra: dirty diesel.(1)

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Pediatri o portavoce dell’industria del baby food?

AIIPA FIMP SIP
A tutela della sicurezza nell’alimentazione del bambino
A tutti gli Iscritti
La figura del pediatra è di importanza strategica, perché è in grado di orientare le scelte alimentari del neonato e del bambino e quindi di incidere sull’educazione alimentare di tutta la famiglia. Per questo i pediatri possono giocare un ruolo cruciale nella prevenzione dell’obesità infantile, patologia in forte aumento in Italia.

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Il marketing di Big Pharma nelle università olandesi

Health Action International (HAI) è un’organizzazione create in Olanda nel 1981 per lottare contro la crescente influenza dell’industria farmaceutica nelle politiche di salute. Da allora si è espansa in altri paesi; il suo network raggiunge attualmente 70 paesi in tutti i continenti. Il sito internet di HAI (http://haiweb.org/) è ricchissimo di informazioni e documenti; ogni NoGrazie che si rispetti dovrebbe inserirlo tra i suoi preferiti.

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HEBM (Half Evidence Based Medicine): ci salverà il TrialsTracker?

Ben Goldacre in una conferenza di qualche anno fa,(1) citava una ricerca sulla preveggenza degli studenti universitari pubblicata da una rivista scientifica. Dopo vari tentativi di replica, tutti con risultati negativi, alcuni ricercatori avevano inviato i risultati a quella stessa rivista che rifiutava però la pubblicazione, non essendo interessata a studi negativi.

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Come Big Tobacco cerca di opporsi al plain packaging

Due studi recentemente pubblicati sul BMJ Open analizzano la pressione che l’industria del tabacco ha esercitato, prima in Australia e poi in Gran Bretagna, per impedire o rallentare l’adozione di leggi che impongono il cosiddetto plain packaging, cioè il confezionamento dei pacchetti di sigarette come se fossero dei prodotti generici, senza marca, logo, colori, etc. Li proponiamo ai nostri lettori perché strategie di lobby molto simili a queste sono usate anche dall’industria della salute, a Bruxelles piuttosto che a Roma, per influenzare leggi e politiche.

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Contributi delle industrie e conflitti di interesse

La battaglia tra conflitti di interesse, società scientifiche, agenzie della salute e industrie è sempre alla ricerca di una regola definitiva. La Food and Drug Administration è alle prese con una modifica dei regolamenti che permetterebbe all’agenzia di ricusare o escludere in modo arbitrario la partecipazione alle votazioni su farmaci o medical devices a professionisti perché ritenuti a rischio di conflitto di interesse “intellettuale” anche se completamente indipendenti dal punto di vista finanziario dalle industrie,(1) così come si continuano a scoprire interessi privati all’interno di un’altra prestigiosa istituzione come il CDC di Atlanta.(2). Anche l’EMA presenta sulla carta il problema del conflitto di interessi, con una dipendenza dai contributi dell’industria di 250 milioni di euro, ben oltre l’80% del budget annuale.(3)

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L’insostenibile leggerezza dell’autotest HIV

La promessa dell’autotest HIV in vendita nelle farmacie dal 1 dicembre 2016 è di aumentare l’accesso alla diagnosi di HIV così da ridurre la trasmissione del virus e trattare i pazienti positivi. L’intento è nobile ma quanto è attendibile il test? Se lo faccio e risulta positivo, qual è la probabilità che io abbia l’HIV? Dipende, ma nel mio caso, donatore di sangue senza fattori di rischio per la trasmissione, molto bassa: 4,7%!

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