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Farmaci per la demenza senile

Lo scorso 21 Ottobre, in Francia, la Commissione di trasparenza della Haute Autorité de Santé (HAS), organismo pubblico indipendente, ha emanato un comunicato-stampa che ha suscitato notevole interesse, ma anche tante polemiche: i quattro farmaci utilizzati per il morbo di Alzheimer e le altre demenze degenerative hanno ottenuto un giudizio “insufficiente” nella classifica del Service Medical Rendu (SMR) e perciò non meritano di essere rimborsati dallo Stato.

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… altri medici si aggiornano con i produttori di vaccini

Non tanto obiettivi di conoscenza scientifica, quanto di competenza comunicativa vengono proposti dai punti citati del documento Fnomceo. E chi fornirà nozioni e competenze? Un provider che offre gratis un corso da 15 crediti ECM, iniziativa “disponibile grazie alla sponsorizzazione” di una primaria casa farmaceutica (penultima riga della pagina riprodotta qui sotto). Per tutti i medici, basta avere un PC e aprire un account. Così sapranno finalmente cosa dire ai dubbiosi…

Che stronzio!

Due docenti dell’università di Aukland (Nuova Zelanda) hanno pubblicato sul BMJ un articolo che mette in luce i colpevoli ritardi di EMA (Agenzia Europea del Farmaco) nel segnalare al pubblico degli effetti avversi del ranelato di stronzio (Rs). Il farmaco in questione, prodotto dalla francese Servier, viene registrato nel 2004 con indicazione per l’osteoporosi post-menopausale. Ottiene notevole successo, produce fino al 2010 un fatturato di 200 milioni di euro l’anno ed è usato da circa 3,4 milioni di pazienti/anno. Nell’aprile 2013 EMA segnala un aumento del rischio cardiovascolare nell’uso del farmaco e ne restringe le indicazioni. Perché solo allora? Erano giunti nuovi dati? È quello che si chiedono i due autori tracciando la cronistoria degli eventi, molto complessa e non priva di ombre.(1)

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Il test per il cancro della prostata che mi ha salvato la vita

“Ho sconfitto il cancro alla prostata”: la rivelazione di Ben Stiller …
Agli inizi di ottobre i giornali italiani pubblicano una notizia che viene dagli USA: Ben Stiller, star hollywoodiana, è stato salvato da un test di screening. Scrivete su google “Ben Stiller Cancro Prostata” e sarete inondati dalla buona nuova secondo cui l’attore è vivo grazie al test PSA.
Perché occuparsi di questa notizia, che problema c’è? Per comprenderlo bisogna partire da
lontano.

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Società scientifiche e NoGrazie

Ci hanno contattato di recente due associazioni mediche che dichiarano la loro libertà da conflitto di interessi.La Società Medico-Chirurgica Vicentina (SMCV) è una società scientifica senza scopo di lucro costituita da professionisti della salute di varia formazione, inizialmente solo medici, attualmente anche di altre specializzazioni sanitarie (farmacisti, infermieri, ostetriche etc) operanti nel Vicentino.

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Infermieri: indovina chi altro viene a cena?

L’Australia è uno dei pochi paesi in cui l’industria farmaceutica deve dichiarare i pagamenti non solo ai medici, ma a tutti i professionisti sanitari. Uno studio condotto su 116.845 eventi “formativi” sponsorizzati dall’industria tra il 2011 e il 2015 ha mostrato come nel 39.6% siano presenti infermieri.(1) Lo studio conferma quindi come anche gli infermieri siano sempre più un target del marketing industriale.

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Sunshine Act: solo un timido piccolo spiraglio di luce?

Jeanne Lenzer, giornalista attenta e collaboratrice del BMJ riporta e commenta i dati del Sunshine Act (http://www.bmj.com/content/354/bmj.i4608). In sintesi, nel corso del 2015 l’industria farmaceutica ha emesso pagamenti per 7,5 miliardi $ dei quali 3.6 non riguardano la ricerca, bensì consulenze, onorari per conferenze, viaggi, pranzi e partecipazione a congressi.

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La lobby dello zucchero

Una ricerca recentemente pubblicata su JAMA Internal Medicine mostra come sin dagli anni ‘60 l’industria dello zucchero abbia manipolato la ricerca sulle malattie cardiovascolari sminuendo il ruolo dello zucchero come fattore di rischio per tali patologie e focalizzando invece l’attenzione sul ruolo dei grassi e del colesterolo.(1) Tali risultati emergono da un’analisi di 319 documenti della Sugar Research Foundation, l’associazione delle industrie dello zucchero statunitensi.

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