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Mai chiedere all’oste se il suo vino è buono!

Domanda: il consumo abituale di bibite zuccherate fa ingrassare? Risposta: dipende a chi lo chiedi. Se vai a leggere studi condotti da fonti indipendenti la risposta è sì; se invece la ricerca è sponsorizzata dai produttori di bibite allora la risposta è molto più probabilmente no. Questo è il succo di una interessante analisi condotta da alcuni ricercatori spagnoli e pubblicata su PlosMedicine.(1) Secondo lo studio, i risultati delle revisioni sistematiche che hanno analizzato la relazione tra consumo di bevande zuccherate e aumento di peso variano notevolmente a seconda che siano o no finanziate dalle aziende del settore.

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Giappone: la vicenda del valsartan

L’Agenzia del farmaco giapponese ha perseguito l’azienda svizzera Novartis per aver usato dati falsificati riguardanti alcuni studi clinici sul valsartan nella campagna promozionale del farmaco antipertensivo rivolta ai medici.(1) È la prima volta dall’entrata in vigore della normativa sui farmaci (1960) che accade un fatto simile. Il massimo della pena prevista è una multa di 14.000 € e due anni di carcere.

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Cosa sono le MCCs e a cosa servono?

Le MCC (Medical Communication Companies) sono organizzazioni private che vendono informazioni ad uso di medici e pazienti e nel contempo raccolgono informazioni preziose per l’industria. Le più importanti forniscono educazione medica continua (ECM), 14 con corsi reali, e 17 online, questi ultimi a costi molto accattivanti per l’utente (negli USA). Le MCC sono una realtà tra le più importanti e meno analizzate nell’ambito del mercato della salute.

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Accesso ai farmaci

Sud Africa vs Big Pharma per gli antiretrovirali

Il 23 gennaio 2014, durante la 134ª riunione dell’Executive Board dell’OMS, MP Matsoso (Direttore Generale del Dipartimento di Salute Nazionale del Sud Africa) ha fatto un accorato intervento per spiegare come sia in atto nel suo paese una campagna da parte delle multinazionali del farmaco per contrastare le modifiche in corso alla normativa sui brevetti. Matsoso ha ben inquadrato il problema fornendo alcune cifre: il costo annuo di una terapia anti HIV è stato nel 2000 di 10.000 $ pro capite; la spesa si è ridotta a 1000 $ pro capite nel 2010 grazie all’importazione di farmaci generici. Questa cifra ha subito oggi un ulteriore taglio del 50% per le nuove misure commerciali intraprese. Sono attualmente in trattamento 2.4 milioni di persone, circa il 4% della popolazione sudafricana, e si spera di arrivare al 14% per coloro che sono in terapia da più di 5 anni.

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Buone pratiche

Riceviamo dall’ASP di MESSINA – U.O.Formazione (www.asp.messina.it) e volentieri pubblichiamo.

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La vicenda Fnomceo/Sanofi-Aventis: a che punto siamo?

All’inizio di febbraio 2014 abbiamo saputo sia da alcuni soci e simpatizzanti di NoGrazie sia dai media che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) aveva sottoscritto un accordo con Sanofi-Aventis per la distribuzione ai neo-iscritti agli Ordini Provinciali di una copia gratuita del Roversi (un noto manuale di pratica della medicina). Il manuale era confezionato a proposito con l’aggiunta di una brochure della multinazionale e la stampa del logo in copertina. Per gli Ordini Provinciali che lo desiderassero, era anche prevista la presenza di un rappresentante di Sanofi-Aventis al momento dell’iscrizione e del giuramento d’Ippocrate.

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Mi è andato un sorso d’acqua di traverso

Non riguarda i farmaci o altri prodotti medicali, ma la sentenza emessa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) il 9 dicembre 2013, che condanna COGEDI (la ditta produttrice di Uliveto e Rocchetta) e FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) a pagare due multe rispettivamente di 100.000 e 30.000 euro ci interessa. Riguarda infatti i legami, stretti e pericolosi, tra operatori sanitari e ditte private, o, in termini più generali, tra salute e mercato. Vale la pena leggere il testo integrale del provvedimento dell’AGCM, liberamente scaricabile al link http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/3990-49-13.html.

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Andrà di traverso anche la Coca Cola?

Pensavamo che dopo lo scandalo FIMMG/COGEDI in Umbria ci sarebbe stato un periodo di pace e tranquillità. Ci eravamo sbagliati. È stato appena annunciato che a partire dal 2014 e per 4 anni sarà realizzato il progetto EUROBIS (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study), basato sul programma EPODE (Ensamble Prévenons l’Obésité des Enfants), sviluppato in Francia a partire dal 2004 e già attivo in 15 paesi europei ed extra-europei (www.epode-international-network.com/). Il progetto prevede azioni intersettoriali sui determinanti dell’obesità infantile allo scopo di prevenirla e prevenirne le conseguenze in età successive. È promosso dalla Fondazione per la Ricerca sul Diabete e sarà coordinato dal Professor Pierpaolo De Feo, Direttore del Healthy Lifestyle Institute CURIAMO (Centro Universitario Ricerca Interdipartimentale Attività Motoria) dell’Università di Perugia, che finanzierà il progetto assieme alla Regione Umbria. Si rivolge a circa 55.000 bambini da 4 a 12 anni per educarli a corrette scelte alimentari e ad una regolare pratica dell’attività fisica. Tutte le azioni intraprese vedranno il coinvolgimento delle famiglie, della scuola, dei pediatri di libera scelta, delle autorità politiche locali, delle imprese che si occupano della filiera alimentare, delle associazioni sportive e dei responsabili della comunicazione. L’obiettivo è diminuire la tendenza all’aumento del sovrappeso e dell’obesità, attualmente al 36%. Peccato che si cerchino anche finanziamenti privati. E chi si è offerto per primo? La Coca Cola Foundation, che ha sicuramente bisogno di ripulirsi l’immagine (http://www.saluteinternazionale.info/2013/12/bianco-che-piu-bianco-non-si-puo/), visto che sono sempre più forti le prove di un’associazione tra assunzione di bevande zuccherate (direttamente legata, nei bambini, al marketing) e aumento del sovrappeso e dell’obesità. Alcuni pediatri di famiglia hanno iniziato a protestare; lo faranno anche i NoGrazie. Riusciremo a far recedere i responsabili del progetto da questa decisione, senza peraltro ostacolare la realizzazione dello stesso?

Interazioni tra non medici e industria

Una recente revisione sistematica analizza il tipo e le implicazioni delle interazioni tra professionisti non-medici e industria nella pratica clinica.(1) L’articolo e il relativo editoriale, giustamente intitolato “stessa canzone, diverso pubblico”,(2) sono liberamente scaricabili dal sito di Plos Medicine e il lettore interessato potrà leggerli in versione originale, compresi i dettagli metodologici. La revisione della letteratura riguarda il periodo dal 1946 a giugno 2013 e sono stati inclusi articoli riguardanti le interazioni dell’industria con i professionisti non-medici: infermieri, professionisti con competenza prescrittiva (infermieri prescrittori, infermieri specialisti, ostetriche, infermieri di anestesia), assistenti-medico, farmacisti, dietisti, fisioterapisti e terapisti occupazionali.

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Riviste scientifiche: sì o no?

Le riviste scientifiche dovrebbero smetterla di pubblicare ricerche sponsorizzate dall’industria farmaceutica? È un quesito che il BMJ ha posto a Richard Smith (già direttore della rivista), Peter Gøtzsche (direttore del centro Cochrane di Copenhagen) e a Trish Groves (responsabile delle ricerche del BMJ); i primi due hanno risposto con un “sì”, il terzo con un “no”.(1) Vediamo di sintetizzare il loro ragionamento.

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H1N1: gli scienziati avevano legami con l’industria

La Gran Bretagna ha speso circa un miliardo di sterline in farmaci antivirali e vaccini nel corso della pandemia di influenza H1N1 del 2009/10.(1) Un’analisi su articoli di stampa ha rivelato che gli accademici che promuovevano l’uso di antivirali, mettendo in evidenza i rischi dell’influenza, avevano più probabilità di avere legami con l’industria rispetto a quelli che non raccomandavano l’uso di questi farmaci.(2)

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GlaxoSmithKline smetterà di pagare i medici per pubblicizzare i farmaci

Ne parla il New York Times del 16 dicembre 2013. Andrew Witty, amministratore delegato della GSK, ha dichiarato che, per “stare al passo con i cambiamenti in corso nel mondo”, la sua azienda non pagherà più i medici per fare promozione dei suoi prodotti e i suoi rappresentanti non verranno più remunerati in base al numero di prescrizioni fatte dai medici. L’annuncio, il primo del genere da parte di una grande ditta farmaceutica, arriva in un momento particolarmente delicato per il gruppo: in Cina è in corso un’indagine per corruzione e GSK è accusata di avere pagato illegalmente medici e funzionari governativi per incrementare le vendite dei suoi farmaci. Witty, sostenendo che l’inchiesta cinese non ha nulla a che fare con la sua decisione (anche se dall’inizio dell’indagine le vendite dei suoi prodotti sono notevolmente calate), ha spiegato che dopo 40 anni è ora di cambiare modalità operative per renderle più efficaci. In pratica sarebbero ormai fuori moda le conferenze tenute da medici stimati che parlano ai colleghi in favore dei farmaci delle aziende.

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Le scuse del BMJ

Nella Lettera n. 28 del Dicembre 2013 avevamo dato notizia del divorzio tra Big Pharma e un gruppo di 19 sigle che con la stessa avevano firmato una discutibilissima guida alla collaborazione tra medici e industria. A margine della notizia vi era un commento di Ben Goldacre che si chiedeva come avesse potuto il BMJ cadere nel tranello e pubblicare la guida. Alla domanda di Goldacre ha cercato di rispondere la direttrice del BMJ, Fiona Godlee.(1)

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La proposta degli studenti dell’Università del Colorado

Spinti dalla vivace discussione apertasi in questi ultimi anni nella letteratura medica e tra le associazioni professionali, ma soprattutto dall’entrata in vigore del Sunshine Act, gli studenti della facoltà di medicina dell’Università del Colorado hanno approvato nel maggio 2011 delle linee guida interne sulla trasparenza nelle relazioni con l’industria:(1) Continua la lettura di La proposta degli studenti dell’Università del Colorado

Collaborazione con Big Food e Big Drink

Uno dei campi nei quali è più probabile che si ricorrerà a partenariati pubblico/privato è il controllo delle malattie non trasmissibili (respiratorie croniche, cardiovascolari, diabete, tumori), destinate a diventare prioritarie non solo nel mondo ricco, dove lo sono già, ma anche in quello povero. I principali attori del settore privato sono le multinazionali degli alimenti (Big Food) e delle bevande (Big Drink). Queste multinazionali sono additate da innumerevoli prove scientifiche come co-responsabili dell’elevata incidenza, mortalità e morbosità di molte malattie non trasmissibili, e dell’obesità che soggiace a molte di esse.

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