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I dati inglesi di mortalità totale 2022 per stato vaccinale anti-COVID-19 richiedono di cambiare strategie

In collaborazione con Gianni Malatesta, fisico e matematico, l’ing. Giovanni Di Palmo e lo statistico Marco Alessandria, abbiamo presentato a una rivista scientifica un articolo sui nuovi dati inglesi di mortalità totale per stato vaccinale, che cambiano in modo drastico gli scenari finora considerati e richiedono a nostro avviso un cambio altrettanto importante di strategie di contrasto alla pandemia. In attesa di ricevere la risposta della rivista e senza anticipare parti dell’articolo, preme tuttavia segnalare l’enormità del problema che traspare.

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Perché un numero monografico su Choosing Wisely?

Il sistema sanitario statunitense è il più costoso del mondo (15,3% del PIL, 7% in Italia quest’anno) e anche quello che spreca di più. Si stima uno spreco attorno al 25% della spesa totale, una cifra vertiginosa, compresa  fra i 760 e 935 miliardi di dollari. La spesa sanitaria è arrivata negli USA a 6.714 $ per abitante e, caso unico nei paesi occidentali, quella privata ha superato quella pubblica. In Italia, la spesa privata arriva a 524 $, con una media OCSE di 440 $.

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Choosing Wisely Italy: cosa è stato fatto in dieci anni

Nell’aprile 2012 la fondazione ABIM, con la collaborazione di Consumer Reports, organizzazione non profit e indipendente di consumatori, ha promosso negli USA l’iniziativa CW,[1,2] invitando le associazioni professionali a individuare ognuna una lista di cinque esami o trattamenti sanitari comunemente usati nella propria specialità, il cui impiego debba essere messo in discussione da clinici e pazienti.

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Dieci anni di Choosing Wisely per ridurre le cure di basso valore

L’articolo di Elizabeth Rourke sul New England Journal of Medicine citato e commentato da Antonio Bonaldi mi è sembrato molto utile, non essendo io un clinico, a capire luci e ombre di CW. [1] Vale la pena, a mio parere, riassumerlo estesamente. Dopo aver confessato, proprio all’inizio del suo commento, di essere una che nella sua pratica clinica di medico di medicina generale prescrive esami e cure di basso valore almeno una volta la settimana, nonostante conosca a fondo le liste top five di CW, Elizabeth Rourke fa questa affermazione: “10 anni dopo, tuttavia, è evidente che produrre e pubblicizzare liste non è sufficiente a ridurre le cure di basso valore.” Il resto del suo commento è un tentativo di spiegare questa affermazione, per andare oltre.

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Perché Choosing Wisely e CW Italy incidono ben poco sulle pratiche professionali? Non fanno i conti con il convitato di pietra

La presidente di SM ETS, coordinatrice del progetto “Fare di più non significa fare meglio” di CW Italy dichiara su questa lettera che “Dai risultati di tutte le indagini sui professionisti effettuate in CW Italy emerge da un lato la condivisione di gran parte delle raccomandazioni, dall’altro la loro insufficiente applicazione”. Le indagini che cita rafforzano la sua deludente conclusione.

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Effetti dell’esternalizzazione dell’assistenza sanitaria in Inghilterra

La privatizzazione e l’esternalizzazione dell’assistenza sanitaria sono parte di una tendenza comune a molti paesi. In Italia, questo processo è in atto da circa 20 anni e procede in maniera subdola e silenziosa: riducendo il budget, tagliando servizi e personale, allungando liste d’attesa, favorendo l’offerta privata, stimolando forme di assicurazione integrativa, concedendo maggiore autonomia alle regioni che vogliono procedere più celermente verso la privatizzazione.

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Agenzie regolatrici dei farmaci a noleggio?

In un recente articolo sul BMJ la giornalista Maryanne Demasi esplora i rapporti tra le agenzie regolatrici dei farmaci e le industrie farmaceutiche.[1] A sei agenzie di punta il BMJ ha posto una serie di domande riguardo a come sono finanziate, che trasparenza garantiscano quanto alle loro decisioni e ai dati in loro possesso, e quanto velocemente approvano i farmaci.

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Analisi di costo-efficacia e bias di sponsorizzazione

Le analisi di costo-efficacia (CEA) sono condotte sempre più di frequente, specie negli ultimi 10 anni, ed entrano a far parte del dossier utile alla negoziazione sulla rimborsabilità e il prezzo di un nuovo prodotto, sia esso un farmaco, un dispositivo medico (DM) o una biotecnologia. In alcune realtà contribuiscono a definire i termini per la stipula delle polizze assicurative. L’esito di tali analisi contribuisce quindi all’impatto che i nuovi farmaci, DM e tecnologie esercitano anche sui costi e la sostenibilità dei sistemi sanitari, pertanto la loro affidabilità è di primaria importanza.

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Un programma strategico per la salute pubblica che sfidi quello dell’industria

Come i nostri lettori ormai sanno, Big Pharma, ma anche Big Tobacco, Big Food, Big Drink, Big Sugar, Big Formula, Big Tech etc, cioè tutto ciò che nel mondo anglosassone va sotto il nome di corporations e che noi chiamiamo compagnie transnazionali, usa una serie di strategie ben sperimentate, e ormai ben identificate e classificate, per influenzare le politiche di salute pubblica a proprio favore. Ne abbiamo scritto spesso, l’ultima volta nella lettera di aprile 2022 (Come le compagnie transnazionali influenzano le politiche). Alla domanda “come contrapporsi alle strategie delle compagnie transnazionali?” risponde ora un articolo pubblicato su Lancet Global Health.[1] Gli autori propongono otto strategie:

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