I lettori della nostra Lettera conoscono bene il problema della presenza di conflitti di interessi (CdI) tra gli autori di linee guida cliniche o di salute pubblica. Meno noto, anche se intuibile, è il ruolo dei CdI tra i membri dei comitati consultivi che spesso accompagnano il lavoro dei succitati autori. A fare un po’ di luce su questo problema ci ha pensato una ricerca pubblicata recentemente online, prima di passare al cartaceo.[1]
Obiettivo della ricerca era svelare i CdI tra i membri del comitato consultivo nominato dal governo USA per lo sviluppo delle linee guida sulla dieta degli abitanti del paese per il quinquennio 2020-2025. L’Accademia Nazionale delle Scienze aveva raccomandato nel 2017 che i membri di questo e simili comitati consultivi dichiarassero in modo trasparente i loro CdI al momento della nomina. Ciò non è successo.
Gli autori della ricerca hanno scoperto che 19 (95%) dei 20 membri del comitato avevano o avevano avuto rapporti finanziari con ditte quali Kellogg, Abbott, Kraft, Mead Johnson, Wyeth, General Mills, California Walnut, American Egg, Nestlè e Danone. Tra i 19 esperti con CdI, 11 erano associati a ILSI (International Life Sciences Institute), uno pseudo istituto scientifico, in realtà un nido di lobbisti, fondato e finanziato dall’industria di alimenti e bevande di cui abbiamo già scritto, per esempio nella Lettera 74 di ottobre 2019. Le linee guida sulla dieta si occupano anche di alimentazione dei bambini tra 0 e 24 mesi di età. Tutti e 6 gli esperti di questo sottogruppo avevano CdI, 4 di essi con Big Formula (Abbott, Mead Johnson e Wyeth). Oltre alla qualità, ciò che impressiona è la quantità di CdI. Gli autori della ricerca hanno contato 714 episodi di CdI tra i 19 membri coinvolti, una media di quasi 38 CdI a persona; il record appartiene a un’esperta che da sola accumula 152 CdI. Notare che questi risultati si riferiscono solo ai CdI resi in qualche modo pubblici; potrebbero essercene molti altri. L’unico membro del comitato consultivo senza CdI (ma potrebbe averne di mai dischiarati) sembra una specie di marziano, in questo ambiente.
Qualunque persona di buon senso concluderebbe, senza tema di smentita, che queste linee guida sulla dieta dei cittadini USA vanno a vantaggio dell’industria. Non può essere che questa anche la conclusione degli autori. Ma la domanda da farsi è: riuscirà mai il governo USA a nominare un comitato consultivo senza CdI?
A cura di Adriano Cattaneo
1. Mialon M et al. Conflicts of interest for members of the U.S. 2020 Dietary Guidelines Advisory Committee. Public Health Nutr 2022; DOI: https://doi.org/10.1017/S1368980022000672