Determinanti commerciali e salute del pianeta

Il rapporto 2023 del Lancet su cambiamenti del clima e salute conferma che siamo di fronte a una grande minaccia per il pianeta e la sopravvivenza dell’umanità. Come nel Titanic, pero, c’è chi viaggia in prima classe e chi in terza, con differenze di rischio, anche se la fine potrebbe essere segnata per tutti. Per cercare di mitigare i danni e di ridurre le diseguaglianze bisogna agire subito. Come da tempo ci dicono i Fridays for Future, non c’è più tempo per le chiacchiere.

Per quanto riguarda la sanità, c’è bisogno di investimenti, non di austerity, per mitigare i danni e rendere le comunità più resilienti. Senza questi investimenti, un bambino che nasce oggi potrebbe essere irriconoscibile da vecchio. Ovviamente, oltre a mitigare i danni per la salute, bisogna ridurre le emissioni di gas serra. E per far questo, non c’è alternativa alla riduzione dei consumi. Per evitare ciò, gli attori commerciali, e in particolar modo le imprese transnazionali, usano tutta una serie di strategie per aumentare o per lo meno mantenere gli attuali livelli di consumi. Influenzano le politiche, la finanza, il mercato e la ricerca, direttamente o mediante sofisticate attività di lobby. Si può affermare senza timore di smentite che più inquinante è un attore commerciale più spende in attività di lobby per evitare di essere regolato. Per esempio, l’industria dei combustibili fossili ha aumentato del 10% i suoi investimenti nel 2022. Parte di questi investimenti sono sussidi statali ottenuti con azioni di lobby. Il controllo su scienza, tecnologia e proprietà intellettuale è altrettanto importante. Per esempio, si sa che i brevetti per mezzi di trasporto meno inquinanti erano disponibili fin dagli anni ’60 del secolo scorso, ma sono stati insabbiati solo per evitare di ridurre i consumi. Allo stesso tempo, l’industria dei fossili e quella automobilistica hanno investito milioni per campagne di disinformazione, allo scopo di frenare le proteste dei cittadini. Per non parlare del greenwashing, le attività miranti a farsi percepire come a favore della sostenibilità ambientale. La recente direttiva dell’Unione Europea contro il greenwashing potrebbe porre un limite, se non cancellare totalmente, queste truffe. Per concludere, se c’è un nemico da combattere con tutte le nostre forze per cercare di salvare il pianeta come lo conosciamo, e per salvaguardare la nostra salute, si tratta di quelli stessi attori commerciali di cui abbiamo discusso i danni causati alla salute nella Lettera di maggio 2023. Due piccioni con una fava: combattendo per ridurre o eliminare i determinanti commerciali di salute possiamo difendere sia la nostra salute sia quella del pianeta.

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