Eccesso di mortalità globale per Covid-19 durante la pandemia

Il Lancet ha pubblicato un articolo, firmato da decine di autori da tutto il mondo (per l’Italia uno dell’Università La Sapienza di Roma e uno dell’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste), nel quale è stato fatto uno sforzo per stimare nel miglior modo possibile l’eccesso di mortalità attribuibile alla Covid-19 tra il 2020 e il 2021.[1]

Per farlo, sono stati analizzati i dati settimanali o mensili sulla mortalità per Covid-19 e per tutte le cause provenienti da 74 paesi e 266 regioni, 31 delle quali in paesi a reddito medio o basso, compresi 12 stati dell’India. I dati del 2020 e del 2021 sono stati comparati con le medie degli anni precedenti, arrivando in alcuni casi, ove possibile, fino ai dati del 2010. Considerati l’eterogeneità dei dati, l’esistenza di numerose variabili potenzialmente associate alla mortalità, e il lungo periodo di osservazione, che in alcuni paesi e regioni includeva eventi ben noti per il loro effetto sulla mortalità generale (ondate di calore, per esempio), gli autori hanno dovuto applicare una serie di aggiustamenti statistici e usare sei modelli di analisi per arrivare a stime che considerano affidabili, pur con l’incertezza ineludibile in esercizi di questo tipo.

Le statistiche ufficiali, quelle che i paesi inviano all’OMS, riportano 5,94 milioni di morti per Covid-19 tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021. La stima degli autori dell’articolo per lo stesso periodo, ottenuta tenendo in conto l’eccesso di mortalità per tutte le cause rispetto agli anni precedenti, è di 18,2 milioni di morti, con un intervallo di precisione al 95% tra 17,1 e 19,6 milioni. L’eccesso medio di mortalità da Covid-19 nei paesi studiati è stato di circa 120 (113-129) per 100.000 abitanti, con valori oltre i 300/100.000 in 21 paesi. Le regioni più colpite sono state l’Asia del sud, l’Africa del nord, il Medio Oriente e l’Europa orientale. I paesi più colpiti, in termini assoluti, sono stati India (oltre 4 milioni di morti in eccesso), USA, Russia, Messico, Brasile, Indonesia e Pakistan. Tra questi paesi, in termini relativi, la Russia ha avuto il più elevato eccesso di mortalità (375/100.000), seguita da Messico (325), Brasile (186) e USA (179).

La Figura 1 mostra l’eccesso di mortalità per tutte le cause nei paesi studiati.

L’Italia ha registrato circa 137.000 morti per Covid19 nel biennio, corrispondenti a un tasso annuo di 120,6 per 100.000 abitanti. La stima in base all’eccesso di mortalità totale varia tra 242 e 276 mila, con un valore medio di 259.000, equivalente a un tasso di 227,4/100.000, cioè 1,89 volte più del tasso registrato. Le regioni con il maggiore scarto tra tasso stimato e tasso registrato sono state Calabria (4,29), Molise (3,72), Sardegna (2,70), Basilicata (2,69), Sicilia (2,58), Puglia (2,53). Quella con lo scarto minore è stata il Friuli Venezia Giulia (1,20), seguita dalle province di Trento (1,26) e Bolzano (1,28), e dal Veneto (1,34).

Gli autori dell’articolo concludono che l’impatto della pandemia sulla mortalità è stato ben maggiore di quanto appare considerando solo i dati ufficiali di mortalità per Covid-19. Per il proseguimento della pandemia, e soprattutto per altre future pandemie, sarebbe necessario un rafforzamento dei sistemi di registrazione dei decessi in tutto il mondo, e non solo nei paesi africani e asiatici che mostrano il maggiore scarto tra tassi registrati e tassi stimati. Inoltre, è necessario standardizzare dei metodi che permettano di distinguere tra eccesso di mortalità direttamente causato da ed eccesso di mortalità indirettamente associato a infezione da SarsCov2.

A cura di Adriano Cattaneo

1. COVID-19 Excess Mortality Collaborators. Estimating excess mortality due to the COVID-19 pandemic: a systematic analysis of COVID-19-related mortality, 2020–21. Lancet 2022;399:1513-36

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