Editoriale. I determinanti commerciali di salute: una nuova serie del Lancet

All’inizio di Marzo 2023, quasi 200 persone (incluso l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon) hanno firmato una lettera contenente una forte critica alle aziende farmaceutiche per aver anteposto il proprio desiderio di profitti ai bisogni dell’umanità durante la pandemia da COVID-19. Disuguaglianze nell’accesso a vaccini, trattamenti e test (spesso sviluppati con fondi pubblici) sono costate più di un milione di vite mentre le aziende hanno fatturato miliardi di dollari. I firmatari hanno chiesto ai leader mondiali di garantire che una tale ingiustizia non si ripeta più.

In realtà il conflitto tra profitti ed equità non è certamente un problema nuovo. Basti pensare ai decenni di lotte per fornire accesso a farmaci antiretrovirali ai pazienti affetti da HIV/AIDS in contesti a risorse limitate. Il Lancet ha deciso di dedicare al problema dei DCS una serie di articoli.[1] La serie, coordinata da Rob Moodie dell’Università di Melbourne e supportata dalla Victorian Health Promotion Foundation, ha visto coinvolti autori di 15 paesi in tutti i continenti. Gli articoli contengono dati molto eloquenti: quattro industrie – di tabacco, cibi ultra-processati, combustibili fossili e alcol – sono responsabili di almeno un terzo dei decessi globali ogni anno. Eppure, gran parte del lavoro di ricerca volto a comprendere l’impatto (dannoso o benefico) degli attori commerciali è ancora realizzato in settori separati, senza un’agenda unificata mirata a proteggere la salute pubblica. C’è ancora una mancanza di consenso anche sulla definizione di DCS. La nuova serie del Lancet cerca di porre rimedio a questa complessa questione fornendo una definizione e una cornice concettuale per comprendere l’impatto degli attori commerciali sulla salute, e proponendo infine una serie di azioni volte ad affrontare il problema.

Come si afferma nel secondo articolo della serie, gli attori commerciali sono molteplici: alcuni svolgono un ruolo importante nella nostra società, ma i prodotti e le pratiche di molti di questi attori stanno avendo un impatto sempre più negativo sulla salute umana e planetaria e sull’equità. Alla luce di queste prove, gli autori della serie avanzano una proposta audace (e urgentemente necessaria) in cui governi, attori commerciali e società civile possano lavorare insieme per contribuire a migliorare la salute e il benessere sociale.

Robert Moodie sottolinea come questa serie di articoli non voglia essere contro il business, ma a favore della salute. Come il Direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus scrive in un commento di accompagnamento alla serie, la salute pubblica non può progredire senza un’azione sui DCS. Considerato il loro enorme impatto, questi devono essere riconosciuti come un campo fondamentale di ricerca cui dedicare anche i necessari finanziamenti. I risultati di questa serie di articoli potrebbero incoraggiare ricercatori, comunità, capi di governo, e leader delle aziende a immaginare, co-progettare e soprattutto investire in un mondo in cui la salute umana e planetaria abbia sempre la priorità sui profitti economici.

A cura di Alice Fabbri, coautrice del primo articolo della serie

Editorial. Unravelling the commercial determinants of health. Lancet March 2023 https://doi.org/10.1016/ S0140-6736(23)00590-1

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