New York/Roma, 12 novembre 2015. L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) lancia oggi la petizione globale “A Fair shot: il vaccino giusto al prezzo giusto” per chiedere alle aziende farmaceutiche Pfizer e GlaxoSmithKline (GSK) di ridurre il prezzo del vaccino antipneumococcico, causa di una ampia gamma di infezioni tra cui la polmonite, a 5 dollari statunitensi per bambino (per tutte e tre le dosi) in tutti i Paesi in via di sviluppo.
La polmonite uccide quasi un milione di bambini ogni anno. Dopo anni di trattative infruttuose condotte con entrambe le aziende nel tentativo di abbassare il prezzo del vaccino da utilizzare nei suoi progetti e nei suoi interventi d’emergenza, in occasione della Giornata mondiale contro la polmonite MSF si appella al pubblico per mettere pressione alle due aziende. La petizione si può firmare al link:www.msf.it/ilvaccinogiusto.
“Il vaccino contro le infezioni da pneumococco è il più venduto al mondo e soltanto l’anno scorso Pfizer e GSK hanno ricavato quasi 4,4 miliardi di dollari solo dalla vendita di questo prodotto”, afferma il dottor Manica Balasegaram, Direttore esecutivo della Campagna per l’accesso ai farmaci di MSF. “Pfizer e GSK impongono prezzi talmente alti per questo vaccino che molti governi e organizzazioni umanitarie non sono in grado di acquistarlo per vaccinare i bambini. Dopo aver guadagnato più di 28 miliardi di dollari con la vendita del vaccino antipneumococcico, riteniamo che Pfizer e GSK possano permettersi di ridurre il prezzo in modo da consentire a tutti i Paesi in via di sviluppo di proteggere i loro bambini da questo flagello dell’infanzia”.
MSF ha deciso di dare il via alla campagna di raccolta firme con un’azione provocatoria davanti al quartier generale della Pfizer a New York, con l’obiettivo di consegnare al direttore generale Ian Read, 17 milioni di dollari falsi, l’equivalente di una giornata di guadagno dell’azienda grazie al solo vaccino contro la polmonite. MSF ha anche apposto un annuncio sulla pensilina della fermata dell’autobus situata proprio di fronte all’edificio della Pfizer, con la domanda: “Ehi Pfizer, perché i tuoi vaccini hanno prezzi fuori dalla portata dei bambini che ne hanno bisogno?”. Mentre in Italia, MSF ha inviato alle sedi delle due aziende una lettera con le proprie richieste.
Lo scorso gennaio, MSF ha pubblicato il suo rapporto sui prezzi dei vaccini, “The right shot: superare le barriere per ottenere vaccini più accessibili e adeguati alle realtà dei paesi in via di sviluppo”, che mostra come oggi, nei Paesi più poveri, dopo l’introduzione di nuovi vaccini, la vaccinazione di un bambino sia diventata 68 volte più costosa rispetto al 2011 e molte parti del mondo non possano permettersi nuovi vaccini a prezzi elevati come quello antipneumococcico.
“Siamo medici che hanno visto morire di polmonite troppi bambini e per questo non ci arrenderemo fino a quando non avremo la certezza che tutti i Paesi possono permettersi il vaccino”, continua Manica Balasegaram. “Chiediamo a tutti di aderire alla nostra iniziativa globale e firmare la petizione per dire a Pfizer e a GSK che è arrivato il momento di ridurre il prezzo del vaccino contro la polmonite”.
Nel mese di maggio, 193 governi si sono riuniti a Ginevra per l’Assemblea Mondiale della Sanità che si tiene ogni anno, durante la quale è stata espressa all’unanimità la richiesta di vaccini più accessibili e di una maggiore trasparenza in merito ai prezzi di questi prodotti. I governi di oltre 50 Paesi hanno evidenziato iniquità sempre maggiori causate dall’aumentato onere finanziario legato ai nuovi vaccini; molti di essi hanno affermato che il prezzo elevato dei nuovi vaccini come quello contro la polmonite rappresenta un netto ostacolo all’introduzione di tali vaccini o una minaccia nei confronti della capacità di mantenerli nell’ambito dei programmi vaccinali di routine. “A cosa serve un vaccino salvavita se le persone più vulnerabili non possono permetterselo?” conclude Manica Balasegaram.
Ogni anno, le équipe di MSF vaccinano milioni di persone, sia come risposta a epidemie di malattie come il morbillo, la meningite, la febbre gialla e il colera, sia come immunizzazione di routine nei progetti in cui fornisce assistenza sanitaria a madri e bambini. Nel solo 2014, MSF ha somministrato più di 3,9 milioni di dosi di vaccini e prodotti immunologici. In passato MSF ha acquistato il vaccino anti pneumococcico coniugato per l’uso nelle sue operazioni di emergenza. MSF sta ora aumentando l’uso di questo e di altri vaccini, allo scopo di migliorare le vaccinazioni di routine, ed estendere il pacchetto vaccinale utilizzato nelle emergenze umanitarie. MSF ha vaccinato contro la polmonite bambini coinvolti in situazioni di emergenza in Repubblica Centrafricana, Etiopia, Sud Sudan e Uganda.
Il dibattito tra i NoGrazie
Alcuni NoGrazie hanno sottoscritto l’appello di MSF copiato qui sopra, altri no. Coloro che l’hanno sottoscritto ritengono, indipendentemente da considerazioni riguardanti l’efficacia e il rapporto costo/benefici del vaccino, e sapendo che molti paesi a basso reddito hanno seguito le indicazioni (e le pressioni?) dell’OMS e dell’Alleanza Globale per le Vaccinazioni (GAVI) di introdurre il vaccino nei loro calendari nazionali, che non sia giusto che l’industria faccia pagare dei prezzi così alti per un prodotto per il quale lucra a sufficienza (anche troppo) nei paesi ad alto reddito. Un tale giudizio non poteva non basarsi su qualche approfondimento sull’importanza, in termini di salute pubblica, della vaccinazione antipneumococcica e sull’eventuale presenza di conflitti d’interesse tra coloro che la raccomandano. Questo approfondimento è stato molto interessante e vale la pena riportarne i punti più salienti.
Le prime osservazioni hanno riguardato la composizione del vaccino: quali ceppi di pneumococco? Quelli più diffusi nei paesi ricchi, o quelli, scarsamente studiati, dei paesi poveri? Quelli responsabili di malattie molto frequenti, ma non mortali, come l’otite, o quelli che causano infezioni mortali? In buona sostanza, quelli che fanno più gola al mercato, o quelli di maggiore interesse per la salute pubblica? Relazionato alla scelta dei ceppi vi è il problema della sostituzione, nel causare malattia, dei sierotipi vaccinali con altri, magari antibiotico resistenti, che approfittano dello spazio ecologico liberato per diffondersi. Che questo sia un problema è dimostrato dal fatto che l’industria è passata nel giro di pochi anni dall’iniziale vaccino eptavalente a quello attualmente più usato, che contiene 13 sierotipi di pneumococco. Il tutto senza assicurare che nei paesi a basso reddito in cui si introduce il vaccino si monti un sistema solido e regolare di sorveglianza della circolazione dei diversi sierotipi, sistema che stenta ad essere messo in atto anche in alcuni paesi ricchi (in Italia, per esempio, non è stato facile metterlo in piedi). Molte di queste questioni sono affrontate in un articolo di PLoS Medicine (1) e in un position paper dell’OMS (2), sul contenuto dei quali esprime alcuni dubbi Luisella Grandori qui sotto.
Un ulteriore tema di discussione ha riguardato le strategie vaccinali per raggiungere alti tassi di copertura senza recare danno ai sistemi di cure primarie dei paesi e senza sconvolgere l’ordine delle priorità in sanità pubblica. Nei paesi poveri, infatti, la gran parte delle morti infantili evitabili riguarda sì casi etichettati come polmonite e diarrea, ma che la causa soggiacente ad entrambe è la povertà che rende letale un’infezione quasi sempre superata dai bambini dei paesi ricchi, oltre alla malnutrizione. É perciò prevedibile che, se anche potessimo eradicare dalla faccia del pianeta ogni ceppo di pneumococco, qualsiasi altro germe banale darebbe a quei bambini la spintarella finale. In conclusione, gli amici di MSF rischiano di condurre una battaglia di retroguardia o, peggio, di contribuire alla campagna sistematica di distrazione di massa. Il vero campo di intervento di ogni uomo e donna informati non è affatto di natura medica, ma politica. Si può anche concretizzare andando a vaccinare contro lo pneumococco (ceppo più, ceppo meno), ma solo se accompagnati da un ben più forte impegno politico volto a consapevolizzare e responsabilizzare i nostri concittadini sugli effetti strutturalmente mortiferi della sedicente “civiltà” occidentale. Del resto è proprio l’OMS ad elencare come determinanti delle polmoniti (e non solo) malnutrizione, mancato allattamento esclusivo al seno e inquinamento, oltre alla povertà. Quindi lo sanno, ma poi, di fatto, danno importanza prevalente (o quasi esclusiva) ai vaccini. Ed è questo il messaggio “viziato” che passa ai medici e all’opinione pubblica: una malattia, un farmaco, un vaccino.
Questo succede anche a livello micro: “Nell’ausl dove lavoro mi è capitato di confrontarmi con operatori del materno infantile e la percezione è che ognuno guarda al suo orticello senza farsi troppe domande. Quindi il messaggio che danno alle famiglie è, codificando semplicisticamente: l’unico modo per amare i propri figli e preservarne la salute è vaccinarli e non privarli di proteine animali; non viene stressato allo stesso modo quanto sia importante trasmettere loro calore umano, allattarli più che si può, dar loro attenzioni, permettere loro di stare all’aria aperta, preferibilmente pulita, lasciarli muovere ed esprimere, tenerli lontani il più possibile da tecnologie informatiche pericolose sia dal punto di vista fisico che psicologico, far loro avere la corretta percezione dei rischi ad esempio stradali, lavorando con i genitori, farli riflettere sull’importanza delle scelte alimentari per la salute e non solo, dando loro consapevolezza dell’influenza dei media sulle loro scelte in tal senso, e dell’impatto ambientale delle nostre scelte in ogni ambito, perché questo condizionerà fortemente la loro possibilità di crescita. E guarda caso, a mio avviso, tutto questo potrebbe impattare positivamente su quelle benedette cause politiche che generano disuguaglianza. Viviamo davvero in un paradosso, per uscire dal quale non servono a quanto pare né lauree né master, anzi più sei titolato più mi pare che lo scopo nobile del “titolo” che possiedi sia lontano.”
Osservazioni sull’articolo di PLoS Medicine e il position paper dell’OMS
La criticità più importante dell’articolo di PLoS Medicine è che i sierotipi di pneumococco causa di varie infezioni invasive (meningiti, sepsi o polmoniti) vengono considerati tutti insieme. Solo per alcuni studi inclusi nella revisione si precisa che riguardano le sole meningiti o altro. É verosimile che, dove non viene specificato, i sierotipi riguardino prevalentemente meningiti e sepsi, più semplici da raccogliere. Ma non si sa. Se ho capito bene, per valutare l’impatto della vaccinazione nei vari paesi viene usato l’intero pool di sierotipi senza specificare il tipo di infezione invasiva che causano. Visto che i bambini dei paesi poveri muoiono prevalentemente di polmonite, chi ci dice che questi dati siano adeguati a valutare l’impatto del vaccino per loro? Rimane un grande punto di domanda. Tra l’altro, l’efficacia del vaccino sulle polmoniti, riportata nel position paper dell’OMS e da una revisione Cochrane, è scarsa. Inoltre l’articolo di PLoS Medicine è finanziato dal GAVI, cioè dalla Fondazione di Bill Gates che sappiamo bene come funziona. Vi ricordate l’articolo su fondazioni e filantropi affaristi,(3) riassunto da Fabio Suzzi per la nostra newsletter?
Position paper dell’OMS:
- Riguardo all’efficacia dei vaccini antipneumococco sulle polmoniti, il position paper dell’OMS riporta in bibliografia una revisione Cochrane sui risultati di studi effettuati in Africa, USA, Filippine e Finlandia. Da questa revisione risulta che, secondo la definizione dell’OMS in base alla radiografia del torace, l’efficacia è del 27%, mentre sulla polmonite clinica è del 6%. Un po’ poco. Oltre a tutto è un risultato che deriva da un pool di dati relativi a vari paesi che possono essere anche molto diversi tra loro.
- Nel paragrafo sui risultati del vaccino riporta un’efficacia sulle polmoniti confermate radiologicamente del 24% o 25% a seconda della schedula vaccinale. Ma l’intervallo di confidenza è piuttosto ampio (95% CI, 9%–37%, 2 RCTs e 95% CI, 6%–41%, 1 RCT) e non dice a quali paesi di riferiscano i dati. Inoltre non è chiaro a quale voce bibliografica si riferisca per cui non ho potuto verificare.
- Quando parla della spettacolare efficacia dimostrata dall’antipneumococco 13 “in molti paesi”, il riferimento bibliografico è un articolo di Pediatrics che riguarda la casistica degli USA, dove le infezioni invasive da pneumococco sono prevalentemente meningiti e sepsi e i sierotipi che le causano sono ben conosciuti e contenuti in buona percentuale nel PCV13. Trovo molto scorretto affermare in modo generico (non dice che si tratta degli USA) l’efficacia straordinaria di questo vaccino senza specificare dove e come.
- Mi sembra una leggerezza minimizzare l’importanza del fenomeno del rimpiazzo come si fa nel position paper. Ad esempio nell’articolo di Pediatrics citato sopra si afferma che dopo 7 anni di vaccinazione con il 7 valente, solo il 2% delle infezioni invasive era dovuta a sierotipi contenuti nel vaccino. Come dire che il 98% era dovuto ad altri sierotipi. 98%! Il rimpiazzo non provoca solo una perdita di efficacia del vaccino, la cosa più preoccupante è che possono emergere ceppi aggressivi e/o resistenti e anche multiresistenti (come il 19A). Considero perciò poco serio affermare, come fa l’OMS, che se emergeranno altri sierotipi si allestiranno nuovi vaccini con più sierotipi. Come se fosse una cosa rapida e semplice allestire nuovi vaccini di fronte all’emergere imprevedibile di altri sierotipi. Inoltre mi risulta che i vaccini coniugati non possano contenere più di 13 sierotipi. Così almeno dicono “gli uomini delle ditte”. Il 23-valente ne contiene tanti perché è un vaccino non coniugato, per niente efficace nei bambini.
- Quello che serve è il vaccino totipotente che agisce contro tutti i sierotipi di pneumococco. Un tempo l’OMS ne parlava e sollecitava la sua disponibilità. Ma erano altri tempi. L’OMS non era ancora soggiogata dall’industria del farmaco e dai privati “filantropi” come Bill Gates. Poteva ancora esprimersi in modo indipendente tenendo conto della salute delle persone e non del portafoglio di costoro.
- Le indicazioni sulla sorveglianza date nella frase finale sono vergognosamente contradditorie. Dopo aver detto “Surveillance of disease incidence should begin at least 2 years prior to PCV introduction and continue for at least 5 years post-introduction”, conclude “However, lack of population-based surveillance should not be an impediment to PCV introduction”. Vorrei sapere di chi è la manina che ha aggiunto questa frase vergognosa. Un’idea ce l’ho.
Concludendo, fa bene MSF a chiedere un prezzo più basso del vaccino. Vorrei solo che quelle brave persone sapessero che il vaccino ha delle criticità (efficacia poco nota e apparentemente scarsa sulle polmoniti) e ha delle esigenze metodologiche per il suo inserimento. Perciò, oltre ai costi bassi, dovrebbero chiedere che venga garantita un’accurata sorveglianza (della malattia e dei sierotipi), che il vaccino da usare in quei paesi sia quello che garantisce l’ombrello più ampio (il 13 valente) e che sia reso disponibile al più presto il vaccino totipotente.
1. Johnson HL, Deloria-Knoll M, Levine OS, Stoszek SK, Freimanis Hance L, et al. Systematic Evaluation of Serotypes Causing Invasive Pneumococcal Disease among Children Under Five: The Pneumococcal Global Serotype Project. PLoS Med 2010;7(10): e1000348. doi:10.1371/journal.pmed.1000348
2. Pneumococcal vaccines. WHO position paper 2012. Weekly epidemiological record 2012;87(14):129-44
3. Stuckler D, Basu S, McKee M (2011) Global Health Philanthropy and Institutional Relationships: How Should Conflicts of Interest Be Addressed? PLoS Med 8(4): e1001020. doi:10.1371/journal.pmed.1001020