Giornata europea di azione contro la commercializzazione della salute

“In tutta Europa, milioni di persone hanno sperimentato e sperimentano difficoltà sempre maggiori nell’accesso alle cure, una riduzione nella qualità delle cure, la chiusura e la privatizzazione dei servizi sanitari, il deterioramento delle condizioni di lavoro per gli operatori e le operatrici della salute, un aumento dei prezzi dei farmaci…

 

nel frattempo, gli operatori commerciali in campo sanitario aumentano i loro margini di profitto. Queste politiche hanno e avranno effetti catastrofici sulla salute delle persone!”, avverte Sarah Melsens, coordinatrice della Rete europea contro la commercializzazione di salute. Ogni anno, diverse reti di sindacati, gruppi, organizzazioni non governative e movimenti sociali organizzano una serie di azioni in varie città europee per la Giornata Mondiale della Salute (sabato, 7 aprile 2018). Anche quest’anno ci sono state mobilitazioni a Madrid, Barcellona, Parigi, Lille, Nizza, Bruxelles, Milano, Napoli, Bologna e molte altre città in tutta Europa, come nel resto del mondo (vedi mappa delle iniziative qui).

Nella settimana del 7 aprile, la Rete europea contro la commercializzazione e la privatizzazione della salute e della protezione sociale ha lanciato la campagna “Un anno per dire no alla commercializzazione della salute, per tutte e tutti”, in vista delle elezioni europee del maggio 2019. L’Europa impone politiche di austerità ai Paesi membri che causano un disinvestimento pubblico nella sanità e nella protezione sociale. Così, il ruolo del mercato diventa sempre più preponderante in diversi settori della sanità, creando disparità di accesso a cure di qualità. Questo è il motivo per cui la rete europea richiede maggiori investimenti in un’assistenza sanitaria di qualità, accessibile a tutta la popolazione, senza l’ingresso di operatori commerciali. Il messaggio per le istituzioni europee e agli Stati membri è chiaro, e mette in evidenza:

  • le conseguenze negative di una austerità prolungata sulla qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari;
  • le politiche interne, fiscali e commerciali, che favoriscono la crescita delle assicurazioni private e dei servizi commerciali nel settore della sanità, con peggioramento delle diseguaglianze in salute;
  • la politica dei brevetti e degli accordi segreti tra Stati membri e industria farmaceutica, che fanno esplodere i prezzi dei farmaci.

La richiesta è che queste politiche vengano fermate, per le conseguenze estremamente negative sulla salute della popolazione. Più di 35 azioni e iniziative erano previste in Europa e nel mondo, per esprimere una crescente preoccupazione e l’unità di intenti delle organizzazioni sociali contro la commercializzazione della salute. In Italia, le azioni sono state coordinate dalla campagna Dico32! Salute per tutte e tutti!, lanciata alla fine del 2017 da oltre 100 realtà nazionali, regionali e locali che condividono l’obiettivo della promozione e tutela della salute come diritto e non come merce. Il nome “Dico32!” rimanda sia alla Costituzione italiana, che all’Art. 32 definisce la salute “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, sia al ribaltamento del “dica 33” medico. In questa campagna, infatti, sono al centro le persone, a prescindere dal ruolo o dalla professione. Solo se tutte e tutti prendiamo parola, potremo cambiare i rapporti di forza che ora segnano un interesse sulla salute come fonte di profitto.

A cura di Chiara Bodini