Il premio Virchow: in difesa del premiato

Nella Lettera 114 di giugno 2023 avevamo scritto del premio Virchow, accennando al fatto che la sua assegnazione a un virologo del Cameroon sembrava in contrasto con le caratteristiche del famoso medico tedesco del secolo XIX. Tre ricercatori di paesi a reddito medio/basso hanno pubblicato una confutazione all’articolo da noi commentato, che conteneva la considerazione di cui sopra.[1]

Nel loro articolo,[2] i tre autori scrivono che il vincitore, oltre che virologo, è anche uno specialista in salute pubblica, un esperto di politiche sanitarie e un attivista per i diritti delle persone con HIV. Questa multidisciplinarietà era riconosciuta anche dagli autori del primo articolo, che però avevano scritto che “Virchow si sarebbe rivoltato nella tomba”.[1] Secondo i tre autori di cui sopra, questa frase contrasta con la presunta pretesa degli autori del primo articolo di decolonizzare la salute globale. Per accademici e ricercatori dei paesi a reddito medio/basso è molto difficile emergere come leader in un mondo dominato dalle scuole di medicina e dagli istituti di ricerca dei paesi ad alto reddito: troppe le disparità da superare, troppo elevati i costi, troppo gli ostacoli di carriera. Il virologo del Cameroon è riuscito ad affrontare tutte queste difficoltà e ad avere successo: merita pienamente di ricevere il premio intitolato a Rudolf Virchow. Nella speranza che anche i prossimi vincitori siano rappresentanti del sud globale.

A cura di Adriano Cattaneo

1. Holst J, Tinnemann P, van de Pas R. The Virchow prize: cementing commodification, coloniality and biomedical reductionism in global health? BMJ Glob Health 2023;8:e011240

2. Bhopal A, Getnet F, Manga S. Caught in the crossfires: the Virchow Prize, its inaugural winner, and the quest to decolonise global health. BMJ Glob Health 2023;8:e013272

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