Il ruolo dell’industria degli alimenti nella ricerca in nutrizione

Mozaffarian D. Conflict of Interest and the Role of the Food Industry in Nutrition Research. JAMA 2017;317:1755-6
Una dieta sbagliata è spesso associata a disabilità e causa mortalità molto più di ogni altro fattore modificabile. Solo negli Stati Uniti una dieta sbagliata causa più di mille morti al giorno, soprattutto per disordini cardiovascolari e diabete. I costi diretti e indiretti legati a malattie croniche da cattiva nutrizione sono stimati intorno a un trilione di dollari l’anno.

 

 

In comparazione con questo fardello di malattia, i fondi investiti per ricerca sugli effetti degli alimenti sono scarsi. Dal 2003 al 2013 i finanziamenti dell’Istituto Nazionale della Salute hanno subito un decremento del 22%, con solo una piccola frazione del budget per la ricerca sull’alimentazione. Il ministero dell’agricoltura ha provveduto a incrementare la ricerca grazie all’Istituto Nazionale per gli Alimenti e l’Agricoltura. Finora gran parte di questo fondo è stato dedicato alla ricerca tecnologica sul cibo. Nel 2009, la spesa pubblica totale per la ricerca sulla nutrizione si aggirava intorno a 1,5 miliardi di dollari l’anno, contro i più di 60 miliardi spesi per la ricerca su farmaci, biotecnologie e dispositivi medici. La parte del leone la fa la spesa privata. Un report del 2013 la stimava a circa 12,4 miliardi di dollari l’anno. Ma vi sono molti dubbi sui risultati di questa ricerca: si è visto, per esempio, che gli studi sponsorizzati dall’industria sugli effetti di zucchero e dolcificanti sulla salute mostrano un 30% di probabilità in più di arrivare a conclusioni favorevoli all’industria rispetto a quelli non sponsorizzati. Gli stessi risultati che si ottengono per gli studi sponsorizzati dall’industria su farmaci e dispositivi medici.

Molte attività dell’industria degli alimenti sono considerate problematiche. Le tattiche documentate includono la promozione di prodotti dannosi per la salute, campagne pubblicitarie ingannevoli rivolte a bambini e ad altri gruppi di persone fragili, attività di lobby, cooptazione di ONG e social media, e sostegno finanziario a campagne contro la scienza e gli scienziati. Queste tattiche ricordano quelle dell’industria del tabacco. Ma l’industria degli alimenti non è monolitica, è eterogenea per tipo di imprese e prodotti. Alcune ditte fanno affidamento su un piccolo numero di prodotti malsani per ottenere profitti a breve termine. Altre, da grandi imprese a piccoli negozi e ristoranti, si impegnano per la salute e il bene comune senza pensare troppo ai profitti a breve termine. I governi possono influenzare positivamente le prospettive di questo tipo di industria condividendo competenze sulla salute e spingendo su sostenibilità e politiche di inclusione sociale.

Di fronte a questa realtà, come dovrebbero comportarsi governi, istituzioni, ricercatori, professionisti e associazioni della salute in relazione alla ricerca finanziata dall’industria? Molti seguono le indicazioni del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) e di alcune istituzioni accademiche:

  • Sviluppare e applicare principi di collaborazione chiari e trasparenti.
  • Valutare se il partner è adatto al progetto (area di interesse, immagine, storia, solidità).
  • Valutare i benefici per il bene pubblico e l’allineamento degli obiettivi, non solo i benefici per il partner; non partecipare a progetti contrari al bene pubblico.
  • Sviluppare un piano: disegno, implementazione, analisi e interpretazione dei risultati, facendo di tutto per mantenere l’indipendenza in ogni fase.
  • Garantire indipendenza all’atto della pubblicazione dei risultati.
  • Garantire che il finanziamento dell’industria sia trasparentemente riportato e riconosciuto in ogni fase.
  • Considerare il bilancio tra rischi e benefici dei CdI reali e percepiti, nella prospettiva di tutti i portatori d’interesse.
  • Far pressione per un aumento dei finanziamenti pubblici dalle varie istituzioni del governo.

Comparata con la ricerca su farmaci, biotecnologie e dispositivi medici, la ricerca sugli alimenti sponsorizzata dall’industria solleva una maggiore attenzione del pubblico e in particolare dei media. I potenziali danni della scarsa accettazione di risultati distorti, oltre che della reputazione individuale e istituzionale, devono essere confrontati con i potenziali progressi scientifici, la produzione di un bene comune e la disponibilità di finanziamenti alternativi. Un aumento del finanziamento pubblico è di cruciale importanza. Anche se esso sembra impraticabile nel clima di bilancio attuale, rappresenta un investimento essenziale per migliorare la salute e ridurre le spese sanitarie.

Le sfide relative al ruolo dell’industria degli alimenti per la ricerca sono profonde e non facilmente rimovibili. Come sostiene il CDC, i benefici di una collaborazione tra partner pubblici e privati includono la facilitazione dell’innovazione per produrre beni pubblici e un miglioramento della capacità di ricerca. Ma sono evidenti anche i potenziali danni di una scienza distorta e di una perdita di reputazione. Date la misura delle sfide nutrizionali globali, l’esperienza e il raggio d’azione dell’industria, la diversità tra ditte, e la possibilità di creare prodotti più sani e profittevoli, l’industria è un partner necessario per ricerche importanti a livello mondiale e per affrontare la crisi nutrizionale globale. Ma i partner pubblici devono rimanere vigili e cauti nei riguardi delle possibili distorsioni, e devono valutare vantaggi e svantaggi delle opportunità di collaborazione.

A cura di Maria Luisa Trentin