Illusione di invulnerabilità selettiva

Il testo che segue è una traduzione dal francese, l’autore dell’originale, Luc Perino, è un medico con esperienza internazionale, accademico a Lione, divulgatore e autore di saggi e romanzi di argomento sanitario, difensore della formazione sanitaria indipendente.

Per l’originale in francese vedi https://lucperino.com/841/unique-invulnerabilite.html

Ci vorrebbe un’enciclopedia in 20 volumi solamente per elencare i bias (distorsioni, pregiudizi) degli studi diffusi dalle ditte farmaceutiche. E ce ne vorrebbero 10 volte di più per la lista dei legami dichiarati fra dirigenti aziendali e opinion leader nel settore alimentare e sanitario, e 100 volte di più per i conflitti d’interessi (CdI) non dichiarati. Ma poco importa la sovrastima o la sottostima del numero di volumi, i fatti sono ben noti a chi osserva questi due settori dove la manipolazione è particolarmente comune. Il vero problema è altrove, nel fatto che i prescrittori non hanno coscienza dei condizionamenti cui sono soggetti. Si chiama “illusione di invulnerabilità selettiva” la convinzione di ciascun prescrittore di non essere influenzato dagli studi promozionali. Dagli anni ’90, questa distorsione cognitiva è stata evidenziata da alcune grandi inchieste presso studenti, medici e docenti universitari. Soltanto l’1% dei medici pensa che il marketing farmaceutico influenzi le sue prescrizioni e dal 60% all’80% pensa che influenzi le prescrizioni dei colleghi. I più numerosi fra coloro che si dichiarano invulnerabili sono i docenti universitari e ancor più gli opinion leader notoriamente condizionati dall’industria. Siccome percepisco me stesso come invulnerabile alla pubblicità, non capisco perché la pubblicità per farmaci, automobili, profumi, assicurazioni, banche e lavatrici invada i miei media preferiti. Però, se credo che l’80% dei miei concittadini sia sensibile, posso concludere che la pubblicità è destinata a loro, non a me, evidentemente! La maggior parte dei medici nega che i regali influenzino le loro prescrizioni e, più regali ricevono, meno credono che ciò abbia effetto sulle loro ricette. La sponsorizzazione dei convegni e delle ricerche aumenta la pressione dei docenti universitari sulle autorità per mettere sul mercato integratori o farmaci, indipendentemente dai risultati degli studi. Il contatto con i rappresentanti delle ditte farmaceutiche riduce la capacità di riconoscere affermazioni inesatte riguardanti i farmaci. Gli innumerevoli studi che denunciano distorsioni e manipolazioni non sono mai riusciti a modificare le abitudini prescrittive. Queste nuove indagini riusciranno a scuotere i prescrittori nella loro intima convinzione d’invulnerabilità? Probabilmente no, la maggioranza degli opinion leader ha certamente la capacità di persuadere che le indagini sono frutto di distorsioni e non hanno alcun valore. Perché, nella promozione di prodotti farmaceutici o alimentari, niente è più formidabile per efficacia di chi, soggetto al bias, attacca il bias.

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