Nel numero scorso (Lettera Informativa n. 94), sotto il titolo “Per Bassetti finanziamenti e viaggi da Big Pharma, tra cui Astrazeneca e Pfizer” riportammo i link a un paio di articoli che evidenziavano la relazione economica del luminare televisivo col mondo dell’industria farmaceutica. In questo numero ci torniamo sopra, per considerazioni diverse.
In premessa va detto che i NoGrazie rifuggono da qualunque atto aggressivo, fisico o verbale, a danno di chiunque. Ci rincresce che ciò sia avvenuto nei confronti di un professionista verso il quale esprimiamo osservazioni, anche critiche: ci rincresce perché non vogliamo essere
accomunati, per qualsiasi verso, nel pensiero di qualcuno, a chi ha assunto quegli atteggiamenti che ripudiamo: i NoGrazie combattono contro i conflitti d’interessi (CdI) con le armi della tolleranza e della documentazione.
Non bisogna, poi, sottacere l’atteggiamento, comunque insolente e divisivo, di chi etichetta il dissenso con espressioni come NoVax, Negazionisti, e altro; “i vaccinati” e “i non vaccinati” sono persone che, alla luce della propria situazione esistenziale e conoscitiva, hanno fatto una scelta, si spera libera. E per la loro scelta meritano rispetto, non derisione, esclusione sociale o reclusione.
Quanto ai finanziamenti dell’industria a enti e privati, bisogna dire che questi non sono illeciti, che c’è chi considera lusinghiera la scelta che fa la grande industria quando si avvale della consulenza di professionisti qualificati o di istituti di eccellenza; ed è ben comprensibile che la prestazione di così importanti collaboratori sia valutata, dalle imprese, anche in termini monetari.
Del resto, diciamolo ancora una volta, il CdI non è reato. Tale sarebbe la corruzione, o ancor più la concussione. Ma il CdI è l’esposizione di chi cura al rischio di essere influenzato da chi lucra sulle cure: è un rischio e un’opportunità rispettivamente, visto dalle due facce. Da molti studi è ben noto che doni, compensi e favori da parte dell’industria, persino quelli minimi, determinano un riguardo, anche inconsapevole, del prescrittore (o decisore) a favore del marchio o del prodotto che ha fatto l’elargizione; l’industria lo sa bene che un vincolo di riconoscenza acceca anche coloro che hanno la vista chiara. Si pubblichino, dunque, i doni perché doverosamente i CdI siano palesi.
Perciò ci allarma la sparizione di un intero capitolo di CdI dal curriculum che il prof. Bassetti aveva reso pubblico tre anni fa. Quella qui a destra è la pagina di Linkedin del Professore, impostata nel marzo 2018: dopo la partecipazione a numerosi congressi elenca le case farmaceutiche per le quali partecipa ai rispettivi Global advisory board and international. Da quando la presenza in televisione del Professore si è fatta assidua, più d’un giornalista ha approfondito la sua posizione e ha segnalato i rapporti suoi (ma non solo) con le Ditte e anche le cifre dei contributi da quelle erogati negli anni recenti:
https://www.iltempo.it/attualita/2021/08/24/news/ matteo-bassetti-pfizer-curriculum-sparito-global-advisory-board-international-big-pharma-azienda-farmaceutica-28419610/,
Da questo mese di luglio, un capitolo è stato cancellato e i global advisory board non sono più citati nel curriculum (immagine sopra a sinistra).
“Non ho nulla da nascondere” dichiara a un giornale di recente: “Pfizer, Bassetti smonta la bufala: Mai fatto parte di advisory board sui vaccini”; ma non è una bufala, il Professore conferma la cancellazione colla giustificazione che le collaborazioni non erano sui vaccini. (https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/283864/pfizer-bassetti-smonta-la-bufala-mai-fatto-parte-di-advisory-board-sui-vaccini-.html). Allora, il Professore, perché avrà cancellato un così prestigioso titolo professionale?