É la prima volta che l’OMS prende una posizione netta sull’obbligo di pubblicare i dati degli studi condotti sull’uomo.(1) In una dichiarazione diffusa il 15 Aprile 2015 afferma infatti che entro un anno dal termine dello studio tutti i dati dovranno essere depositati su uno dei due registri disponibili, quello europeo (EU-CTR) o quello statunitense (ClinicalTrials.gov), mentre i risultati dovrebbero essere pubblicati entro 2 anni su una rivista scientifica peer reviewed.
Nonostante le salatissime multe stabilite dalla Food and Drug Administration, pari a 10mila$ per ogni giorno di ritardo nella registrazione (a dire il vero mai applicate), più della metà degli studi rimane a tutt’oggi invisibile. Per questo, l’era dei segreti deve finire. Così l’OMS compie un altro passo in avanti e chiede di rendere consultabili gli studi già registrati, ma mai pubblicati.
David Tovey, co-fondatore assieme a Ben Goldacre della campagna AllTrials, cui aderiscono anche i NoGrazie, ha dichiarato che per la Cochrane Library (di cui è direttore editoriale) è una notizia formidabile; maggior accesso ai dati vuol dire maggiore efficacia della ricerca, maggiore possibilità decisionale a tutti i livelli, per cittadini, medici, politici e amministratori.
Tutto ciò sarebbe stata una grande notizia per Alessandro Liberati, che poco prima di morire aveva descritto il suo ‘viaggio infinito attraverso l’incertezza’, a proposito dei dati non pubblicati (proprio relativamente alla sua malattia) e degli interessi commerciali che si antepongono a quelli dei pazienti.(2)
Giovanni Peronato
1. Wise J. Results of all clinical trials should be posted within a year, says WHO. BMJ 2015;350:h1987
2. Liberati A. An unfinished trip through uncertainties. BMJ 2004;328:531