Pagamenti dell’industria a direttori e redattori di riviste mediche

Uno studio pubblicato sul BMJ ha indagato i pagamenti dell’industria della salute ai direttori e ai redattori delle 52 riviste mediche USA, scelte tra quelle al top, in termini di impact factor, in 26 specialità.(1) Lo studio ha coinvolto 713 tra direttori e redattori di fascia alta, tutti medici, identificati consultando le varie testate. I dati sui pagamenti sono stati reperiti sul database del Sunshine Act e riguardavano pagamenti generici e per ricerca ricevuti nel 2014. Sono stati inoltre analizzati i siti internet delle 52 riviste alla ricerca di dichiarazioni di conflitti d’interesse.

 

361 dei 713 direttori e redattori, il 50.6%, avevano ricevuto almeno un pagamento generico, mentre 139 (19.5%) avevano ricevuto pagamenti per ricerca. Il valore mediano dei pagamenti generici era stato di 11 dollari, con una media di poco più di 28 dollari e un range interquartile (IQR) di 0-2923 dollari. Per i pagamenti per ricerca la mediana era 0 e la media quasi 38 dollari. La mediana più alta per i pagamenti generici era stata di 7207 dollari (IQR 0-85816) per le riviste di endocrinologia, seguite da cardiologia (2664; IQR 0-12912), gastroenterologia (696; IQR 0-20002), reumatologia (515; IQR 0-14280) e urologia (480; IQR 90-669). Per le due riviste ad alto impact factor di medicina generale (NEJM e JAMA), la mediana era 0 con IQR 0-14. Le dichiarazioni di conflitti d’interesse erano facilmente disponibile (ricerca con durata inferiore a 5 minuti) sui siti internet per 17 riviste (33%).

 

Come si può facilmente capire leggendo i risultati, i pagamenti a direttori e redattori di riviste mediche USA sono comuni, ma distribuiti in maniera tutt’altro che simmetrica attorno a una media. La maggioranza dei direttori e dei redattori non riceve nessun pagamento, mentre una minoranza riceve importanti quantità di denaro. Molti direttori e redattori ricevono decine di migliaia di dollari l’anno, alcuni ricevono centinaia di migliaia di dollari. La somma più alta l’ha ricevuta un redattore di una rivista di cardiologia: quasi 11 milioni di dollari! Non è facile che il pubblico e gli stessi medi abbiano fiducia in riviste i cui direttori e redattori ricevono dall’industria simili quantità di denaro.

 

Nel frattempo il BMJ, tenendo fede a un impegno reso pubblico alcuni mesi fa, ha divulgato il suo bilancio per il 2016, con i dettagli riguardanti le entrate commerciali.(2) Le entrate per la pubblicità di prodotti sanitari per tutto il gruppo editoriale, che comprende diverse riviste, sommavano a 3.72 milioni di sterline, quelle da sponsor commerciali 1.06 milioni, e quelle derivanti dalla vendita di reprints 1.98 milioni, per un totale di 6.76 milioni di sterline, equivalente all’8.7% delle entrate totali. Per il solo BMJ le cifre sono 2.66 milioni, 0 e 120,000 sterline, per un totale di 2.77 milioni, il 12% delle entrate totali. Fiona Godlee, che firma l’articolo ed è la direttrice del BMJ, si chiede se il gruppo non debba pensare seriamente a quale influenza potrebbero avere queste somme, ed in particolare quelle legate alla pubblicità, sulla linea editoriale delle riviste. Una riduzione di queste somme renderebbe il gruppo meno dipendente da interessi commerciali, ma si rifletterebbe in una diminuzione delle risorse usate dalla BMA (la British Medical Association, proprietaria del gruppo BMJ) per altre attività educative per i suoi associati, e probabilmente in un aumento del costo degli abbonamenti.

 

Traduzione e commento di Adriano Cattaneo

 

  1. Liu JJ, Bell CM, Matelski JJ et al. Payments by US pharmaceutical and medical device manufacturers to US medical journal editors: retrospective observational study. BMJ 2017;359:j4619
  2. Godlee F. BMJ declares its revenues from industry. BMJ 2017;359:j4930