La lobby dell’industria contro la sugar tax in Brasile

In questa lettera abbiamo spesso scritto di sugar tax, una tassa sulle bevande zuccherate che può essere quantificata in vari modi. L’obiettivo è da un lato premere sull’industria perché riduca il tenore di zucchero nelle bevande, dall’altro fare in modo che i consumatori ne acquistino e ne bevano meno. Obiettivo finale è contribuire a ridurre l’obesità, soprattutto in bambini e adolescenti.

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Johnson & Johnson paga 590 milioni di dollari ai nativi americani

Abbiamo scritto spesso, in recenti edizioni di questa Lettera, della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti (e non solo), delle sue conseguenze (decine di migliaia di morti), delle responsabilità dei medici (consci o inconsci alleati dei produttori), e di quelle di Big Pharma, che ha promosso l’abuso di questi farmaci nascondendo il fatto che creano dipendenza. Ora siamo al redde rationem, nel senso che individui, gruppi e istituzioni stanno denunciando le ditte per i danni causati, chiedendo rimborsi milionari.

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Efficacia della terza dose di vaccino Pfizer anti Covid19 in Israele

Gli israeliani sono stati i primi ad applicare la terza dose di vaccino anti Covid19, in maggioranza vaccino Pfizer, e sono i primi anche a valutarne l’efficacia. Un primo studio di coorte riguarda quasi 4,7 milioni di individui maggiori di 16 anni che avevano ricevuto la seconda dose almeno 5 mesi prima.[1]

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Efficacia negativa di vaccinazioni antiSars-CoV-2 con Omicron, dopo pochi mesi

Gli israeliani, dicevamo, hanno per primi attuato campagne di massa con la 3a dose di vaccino (Pfizer) anti Covid19, e sono i primi a dichiararne un’alta efficacia, ma con studi afflitti dai problemi interpretativi già descritti sopra, che qui si richiamano:

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1984: i buoni propositi del New England Journal of Medicine

Il 1984 non è solo l’anno in cui George Orwell ambienta il suo più famoso romanzo, ma anche la data in cui il NEJM pubblica un editoriale dove si parla di conflitto di interessi (CdI). Sembra sia la prima volta in assoluto che questo temine è stato usato in una rivista biomedica. Ecco alcuni passaggi significativi.[1]

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L’Unione Europea e gli Stati membri devono impegnarsi per una maggiore trasparenza a beneficio dei pazienti

La necessità della trasparenza è raccontata in due animazioni prodotte da Health Action International, un’organizzazione internazionale che ha tra i suoi obbiettivi l’educazione dei cittadini a una maggiore comprensione delle questioni fondamentali che riguardano le politiche sui farmaci. Le animazioni sono brevi e semplici, e possono sembrare idonee alla divulgazione in una scuola media. Forse sono questi gli occhi necessari per mostrare la nudità del re, dato che il sistema che Health Action International si sforza di raccontare è quello in vigore in Europa nel 2022.

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L’uomo più odiato d’America

Dal 1981 la rivista francese Préscrire assegna un premio, pillule d’or, al miglior farmaco dell’anno. La commissione designatrice è molto selettiva e richiede che il farmaco rappresenti una reale innovazione rispetto all’esistente. Non sempre infatti il premio è stato assegnato; ad esempio dal 1998 al 2007 non c’è stato alcun vincitore. Per la cronaca nel 2020 è stato scelto il vaccino anti Ebola.

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Metropolitan Museum, New York

Nelle nostre Lettere non periodiche ci siamo occupati spesso dell’epidemia di decessi da uso di oppioidi negli USA. Abbiamo riferito delle responsabilità dei produttori, e in particolare della ditta Purdue Pharma, nello spingere senza nessuno scrupolo per un aumento ingiustificato dell’uso di questi farmaci. Abbiamo anche denunciato la condiscendenza più o meno consapevole di molti medici. Questa notizia che ci arriva da New York ci consola, almeno in parte.

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Covid19: quale vaccino per la terza dose?

Sembra ormai appurato che per proteggere gli individui dalle conseguenze più gravi della Covid19 sia necessario somministrare delle dosi di richiamo. Tale somministrazione, raccomandata dapprima a 6 mesi dalla seconda dose, tende a essere anticipata a 5, 4 o addirittura 3 mesi a seconda dell’andamento della pandemia, della frequenza di decessi e casi gravi, e dei dati riguardanti la diminuzione della protezione nel tempo.

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La 3a dose di vaccino antiCovid-19? Per (quasi) tutti è una scelta, non un obbligo

L’articolo precedente ( Covid-19: quale vaccino per la terza dose? ) apre e chiude in modo condivisibile: “Sembra ormai appurato che per proteggere dalle conseguenze più gravi della Covid19 siano necessarie dosi di richiamo. Tale somministrazione, raccomandata dapprima a 6 mesi dalla seconda dose, tende a essere anticipata a 5, 4 o addirittura 3 mesi…”; e “In conclusione, tutti e 7 i vaccini usati per la dose di richiamo hanno aumentato la risposta immunitaria, ma con differenze quantitative da considerare per la scelta del vaccino, ammesso che questa non sia obbligata…”.

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