Manifesto per la creazione di un fronte comune per la difesa del SSN

  1. Non è vero che la sanità pubblica è insostenibile. Un sistema sanitario è tanto sostenibile quanto si vuole che lo sia. Secondo le valutazioni dell’OMS degli ultimi dieci anni, gli indicatori di salute dimostrano che il sistema sanitario in Italia è stato efficace e meno costoso che nella maggior parte dei Paesi occidentali ad alta industrializzazione. Un sistema sanitario sostenibile non prevede l’utilizzo illimitato delle risorse ma persegue il fine di determinare la migliore e più adatta risposta ai differenti bisogni.

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Quando medici e pazienti fanno gli interessi dell’industria

Con questo titolo abbiamo riportato nella lettera n. 46 (marzo 2017) uno scambio di opinioni tra NoGrazie e ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici), che aveva espresso delle obiezioni in merito al pezzo che Giovanni Peronato aveva scritto per la lettera n. 45 (febbraio 2017) riassumendo e citando un articolo apparso su JAMA Internal Medicine.(1) Nella lettera 46 abbiamo pubblicato anche un commento di Giovanni Codacci-Pisanelli su un articolo nel frattempo uscito sul New England Journal of Medicine sullo stesso argomento.(2)

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BMJ: i proventi ricevuti dall’industria saranno dichiarati

“Sono lieta di comunicare che il comitato esecutivo del BMJ (di cui faccio parte) ha approvato la proposta di rendere pubblici i dati sui proventi ricevuti dall’industria farmaceutica e di dispositivi medici. Ciò è in linea con l’impegno del BMJ per una maggiore trasparenza all’interno della medicina, della ricerca e dell’editoria.

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Coca-Cola influenza in segreto i giornalisti scientifici

Un articolo del BMJ svela come Coca-Cola abbia segretamente finanziato conferenze per giornalisti in università degli USA nel tentativo di stimolare articoli favorevoli alle bibite zuccherate sui media.(1) La ditta vuole far passare il messaggio secondo cui si possono bere in abbondanza le sue bibite se si fa anche dell’esercizio fisico; è tutto un problema di bilancio energetico. L’obesità, cioè, sarebbe legata alla mancanza di attività fisica, non all’assunzione di Coca-Cola. I milioni investiti a questo scopo sono stati soldi ben spesi.

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NHS: nuova guida sulla gestione dei conflitti d’interesse

Il 9 febbraio 2017 il National Health System (NHS) inglese ha pubblicato una nuova guida per la gestione dei conflitti d’interesse.(1) La guida, che entrerà in vigore dal 1 giugno 2017, si applica al personale dei Clinical Commissioning Groups (i consorzi di medici di famiglia a cui il governo ha delegato lo stanziamento di circa il 70% delle risorse finanziarie sanitarie con il compito di fornire servizi sanitari nell’ambito della propria area geografica), degli NHS Trusts e Foundation Trusts (le organizzazioni responsabili di servizi specifici come la salute mentale, la salute della comunità e i trasporti in ambulanza), e a tutti i dipendenti del NHS.

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A Chieti come in Versilia

Verso la fine del 2014 alcuni pediatri toscani ed alcuni impiegati dell’industria del latte artificiale erano stati indagati e poi messi agli arresti domiciliari per indebite prescrizioni di sostituti del latte materno in cambio di viaggi e regali di vario tipo.(1) Si è svolta pochi mesi fa l’udienza preliminare del processo contro questi imputati. Mele marce, si disse. Ma ne siamo sicuri? Alcuni pensano invece che si tratti di prassi abituale.

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Il marketing dei vaccini in India

La rivista indiana Outlook ha pubblicato una serie di articoli sul business dei vaccini in India. Nel primo articolo, Vaccine vendors’ greed gone viral (L’avidità dei venditori di vaccini è diventata virale),(1) si denuncia l’eccessivo uso di vaccini sempre più costosi e a volte di non provata efficacia nel settore sanitario privato, prevalente in India rispetto a quello pubblico. In questo settore, i prezzi sono gonfiati tra il 30% e il 300% in più rispetto a quelli pagati nel settore pubblico, ovviamente a carico degli utenti. C’è una totale mancanza di regolazione del mercato e non vi sono registri affidabili.

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Statine: vogliamo dati trasparenti

Al link http://www.bmj.com/campaign/statins-open-data si apre una pagina ricca di rimandi ad altri documenti, editoriali e articoli, che riassume la querelle tra BMJ e Lancet dopo la pubblicazione da parte del primo di articoli che mettono in dubbio la validità delle statine in soggetti a basso rischio, tenuto conto dell’elevato numero di effetti collaterali. Tutti i link di rimando sono stati riassunti nel loro contenuto in un’APPENDICE.

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Farmaci da scartare, per migliorare le cure: bilancio 2017

La rivista francese Prescrire (Rev Prescrire 2017;37(400):137-48) ha aggiornato l’elenco dei farmaci “da scartare”. Questa volta si tratta di farmaci commercializzati sul territorio europeo, non solo in Francia. A questo sito http://www.prescrire.org/fr/3/31/52690/0/NewsDetails.aspx è possibile scaricare liberamente il documento completo, in francese. Ci siamo limitati a tradurre il riassunto e a riportare la lista dei farmaci da scartare. Il lettore interessato alle ragioni per le quali un farmaco dovrebbe essere scartato, e per quali indicazioni, dovrà leggere l’articolo in originale.

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La divulgazione scientifica sui mass media è davvero indipendente?

Molti studi dimostrano che la ricerca scientifica può essere inquinata dai conflitti di interesse, ma finora pochi si sono occupati nella divulgazione di quelle stesse ricerche sui mass media e questo nonostante sia ormai ampiamente dimostrato che la divulgazione influenza il punto di vista e le scelte della popolazione, sana e malata, dei politici e persino dei clinici e dei ricercatori.

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Quando medici e pazienti fanno gli interessi dell’industria

Il pezzo con questo titolo scritto da Giovanni Peronato per la lettera dei NoGrazie n. 45 (febbraio 2017) ha stimolato delle obiezioni da parte di ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici). Le obiezioni sono contenute in un comunicato datato 7 febbraio 2017, che riproduciamo qui sotto. Al comunicato di ANMAR segue la risposta di Giovanni Peronato e un articolo su un tema affine pubblicato su Ricerca e Pratica (2017;33:23-4) e firmato da Giuseppe Traversa (ringraziamo Ricerca e Pratica per l’autorizzazione a riprodurre l’articolo di Traversa).

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Lo studio 329

Lo studio 329 è una ricerca sponsorizzata dalla GlaxoSmithKline (GSK). Nella pubblicazione originale del 2001, i 22 accademici che lo firmano concludono: “La Paroxetina è generalmente ben tollerata ed efficace nel trattamento della depressione maggiore negli adolescenti“. Nello studio gli autori confrontano 275 adolescenti con depressione maggiore, randomizzandoli in doppio cieco con paroxetina (93), imipramina (95) o placebo (87) per 8 settimane. I pazienti che completano il trattamento sono studiati per i successivi 6 mesi. Ma nella pubblicazione originale vengono presi in considerazione solo i risultati delle prime 8 settimane in cui la paroxetina, rispetto al placebo, mostra un miglioramento significativo in 3 scale di valutazione della depressione e un miglioramento clinico globale di 1 o 2 punti di un’altra scala. Le conclusioni pubblicate nel 2001 riflettono la realtà?

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Pazienti, Big Pharma e conflitto di interessi

Le associazioni di pazienti (AdP) svolgono un ruolo importante, provvedendo a fornire consigli sulle malattie e le cure attraverso iniziative di educazione sanitaria. Possono anche esercitare pressione sul mondo politico e della sanità per migliorare la salute e la qualità di vita dei propri associati. Gli autori di un articolo comparso su Jama Internal Medicine hanno condotto un’inchiesta a partire dal settembre 2013 per dieci mesi, intervistando alcune centinaia di responsabili di AdP.(1) Il campione così raccolto è risultato rappresentativo del 5.6% delle 7865 AdP presenti negli USA. Alcune di queste organizzazioni sono molto potenti, anche finanziariamente, e conducono ricerca in proprio, influenzano il legislatore e la politica sanitaria in generale.

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Quando medici e pazienti fanno gli interessi dell’industria

Perché spendere di più quando risparmiando sul prezzo di un farmaco si possono liberare più risorse per il sistema sanitario? É il discorso che facciamo da tempo sui cosiddetti farmaci generici in alternativa a quelli il cui brevetto è scaduto. Ora lo stesso problema si pone per i farmaci biotecnologici (in genere abbreviato in ’biologici’) per i quali si stanno facendo strada sul mercato le alternative denominate farmaci ‘bioequivalenti’. Questi ultimi non possono essere definiti chimicamente ‘equivalenti’ stante la complessità della molecola (impossibile da riprodurre fedelmente come si fa per l’aspirina), ma sono definiti equivalenti ‘clinicamente’, cioè producono sull’uomo gli stessi effetti del farmaco brevettato detto ‘originatore’.

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Conflitti d’interesse non finanziari: arma di distrazione di massa

Sembra esserci, negli ultimi tempi, un’attenzione (sospetta?) nei confronti dei conflitti d’interesse non finanziari. Nella nostra lettera 44 del gennaio 2017 abbiamo riferito di una proposta di modifica del regolamento della Food and Drug Administration (FDA) negli USA che permetterebbe all’agenzia di ricusare o escludere in modo arbitrario la partecipazione alle votazioni su farmaci o medical devices a professionisti ritenuti a rischio di conflitto di interesse “intellettuale”, anche se completamente indipendenti dal punto di vista finanziario dalle industrie.(1)

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