Paroxetina inefficace e dannosa negli adolescenti

Esiste uno studio che raggiunge il record nel riunire il maggior numero di caratteristiche deteriori, il fenomeno del ghostwriting, l’occultamento dei dati negativi, la distorsione e falsificazione dei risultati e l’uso indiscriminato di questi ultimi per incrementare vendite off label. Si tratta dello studio 329, condotto tra il 1994 e il 1998 da Smith Kline Beecham, dal 2000 Glaxo Smith-Kline (GSK), con l’obiettivo di valutare l’efficacia della paroxetina (commercializzata come Paxil® e Seroxat®) e dell’imipramina verso placebo, nella depressione maggiore degli adolescenti.

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Promozione commerciale di farmaci innovativi?

Da quasi cinquant’anni l’anticoagulante usato da milioni di persone nel mondo è il warfarin, dal costo di pochi euro. Ora ci sono altri tre nuovi farmaci (Pradaxa, Xarelto and Eliquis) che hanno la stessa efficacia del vecchio prodotto, ma costano molto, molto di più. Il loro vantaggio consiste unicamente nel fatto che non si devono fare controlli periodici del sangue o evitare certi cibi che possono farne variare l’attività come nel caso del warfarin. La battaglia per la loro promozione è veramente furiosa; per questi tre farmaci le case produttrici hanno speso in tutto 19.4 milioni di $ negli ultimi 5 mesi del 2013. Questa elevata somma di danaro è stata impiegata in maggior parte per inviti a pranzo, ospitalità in albergo, iscrizione a congressi o per onorari a medici esperti che spiegassero le caratteristiche estremamente simili dei 3 prodotti.

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Richard Horton, sibillino ma non troppo

What is medicine’s 5 sigma? Questo il titolo sibillino di un editoriale del Lancet firmato dal suo direttore, Richard Horton.(1) Il quale scrive che la scienza ha fatto una svolta nel buio. Si riferisce al resoconto di un incontro a porte chiuse fra addetti alla sanità tenutosi a Londra all’inizio di aprile di quest’anno, in cui si è discusso sulla riproducibilità e affidabilità della ricerca biomedica.

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Sanofi e manuale Roversi: a volte ritornano

Ricordate la vicenda del manuale Roversi offerto da Sanofi Avensis ai neolaureati e consegnato presso gli Ordini dei Medici durante la cerimonia del Giuramento di Ippocrate? Un modo per dare l’imprinting SìGrazie ai giovani medici. Ce ne eravamo occupati nel 2014 sollevando un bel po’ di rumore e ottenendo che alcuni Ordini dei Medici provinciali rinunciassero alla consegna e rispedissero il manuale al mittente. Gli effetti delle nostre critiche si sono fatti sentire anche nel 2015 e molti Ordini dei Medici non hanno ripetuto l’iniziativa. Ma altri sì. Riportiamo qui sotto un breve resoconto su quanto successo scritto da Amelia Beltramini.

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Prescrizioni politiche

Il gruppo Corporate Europe Observatory ha pubblicato un interessante rapporto sulle azioni di lobby dell’industria famaceutica in Europa, dal titolo Prescrizioni politiche.(1) Qui sotto trovate la traduzione del riassunto del rapporto, e due delle figure più interessanti. Il testo completo del rapporto è scaricabile da http://corporateeurope.org/sites/default/files/20150904_bigpharma_web.pdf.

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A pharma payment a day keeps doc’s finances ok

ProPublica (http://www.propublica.org), un’organizzazione no-profit, che si occupa di giornalismo investigativo, ha provveduto a tracciare i pagamenti dell’industria ai medici sin dal 2010, dopo l’avvio del Sunshine Act. Nel 2014, ultimo anno del quale si conoscono i dati definitivi, 1.617 aziende farmaceutiche hanno effettuato 15.7 milioni di pagamenti per un totale di quasi 10 miliardi di dollari. Dei15.7 milioni di versamenti, quasi tutti (14.9 milioni) sono stati classificati sotto la voce “pagamenti generali”, cioè conferenze promozionali, pareri consultivi, cibo, bevande, viaggi e hotel.

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Pediatri del Friuli Venezia Giulia

Alcuni pediatri del Friuli Venezia Giulia hanno elaborato un manifesto per annunciare ai genitori dei loro assistiti l’impegno a proteggere la salute dei bambini evitando, per quanto possibile, interferenze commerciali. Al manifesto hanno aderito, finora, 32 pediatri. Alcuni l’hanno stampato ed esposto in sala d’attesa; altri ritengono, per il momento, di non esporlo, in attesa di fare, tra qualche mese, un primo bilancio di questa iniziative e, se necessario, di modificare il manifesto e l’iniziativa stessa. Ci sembra una proposta da incoraggiare e seguire con attenzione. Ecco il testo, molto breve, del manifesto.

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EXPO 2015

Sarà utile? E se sì, a chi? Molti probabilmente si staranno facendo queste domande senza trovare, per il momento, risposte certe. Quello che sembra certo è che EXPO 2015 interessa ad alcune multinazionali del cibo e delle bevande, che hanno fatto a gara per diventare sponsor ufficiali sborsando, immaginiamo, fior di quattrini, con la certezza di ottenerne un buon ritorno in termini di immagine e, probabilmente, di profitti. Se no, perché spenderebbero tanti soldi? Eccovi una paio di considerazioni su questa faccenda; una esterna e una di un NoGrazie.

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Scienza zuccherata

Una recente serie di articoli del BMJ ha affrontato i conflitti d’interesse tra ricercatori e industria dello zucchero, o Big Sugar.(1-5) Quasi in contemporanea, il Lancet ha pubblicato una serie di articoli sull’obesità, discutendo in maniera molto simile il ruolo dell’industria degli alimenti, sia essa Big Food o Big Drink.(6) In entrambi i casi gli autori mostrano chiaramente come queste industrie abbiano usato le loro immense risorse per confondere, offuscare e indebolire le evidenze, sempre più forti e numerose, sul fatto che lo zucchero sia al centro dell’attuale epidemia di obesità.

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Forza zucchero!

Lo strano caso dell’Italia all’attacco delle nuove raccomandazioni dell’OMS sullo zucchero. Possiamo titolarla così la clamorosa iniziativa intrapresa in solitario dal nostro paese al Consiglio Esecutivo dell’OMS, con un’aggressività diplomatica mai vista prima. Lo scrive una che – dal lontano 1999 – segue con una certa accuratezza tutti gli appuntamenti intergovernativi dell’agenzia. Ma la battaglia nostrana sullo zucchero non è una questione tecnica, una storia per addetti ai lavori. C’è dell’altro.

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