Al 47° congresso nazionale della SITI (Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) tenutosi a Riccione dal 1 al 4 ottobre 2014, oltre ai soliti stand dell’industria, era presente un ambulatorio in cui a tutti i congressisti veniva offerta gratuitamente l’iniezione del Prevenar (il vaccino contro lo Streptococco Pneumoniae prodotto dalla Pfizer).
Il nuovo presidente della SITI, Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Parma, eletto proprio al termine del congresso di Riccione, ha dichiarato: “Qualità scientifica dei nostri lavori, collaborazione con altre società scientifiche e grande attenzione ai conflitti di interesse saranno alcuni dei fiori all’occhiello della mia Presidenza”. Alla luce dell’episodio sopra citato, seguiremo con attenzione il suo impegno in ambito societario sul tema del conflitto d’interessi.
No advertising, please, dall’Australia
Una nuova campagna è stata lanciata dal Royal Australian College of General Practitioners l’11 ottobre 2014. Si chiama No Advertising Please e, nel tentativo di ridurre le prescrizioni di farmaci inappropriate e dannose, chiede ai medici di smetterla di ricevere i rappresentanti dell’industria farmaceuticai. Più di 100 medici hanno già aderito e manterranno la promessa per un anno. Il forum delle associazioni dei consumatori australiane ha dato il benvenuto alla campagna dicendo che “porta un nuovo e rinfrescante livello di trasparenza nella pratica medica” e che “può rilanciare il livello di fiducia dei pazienti nei loro medici”.
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La medicina è la soluzione ai problemi della salute globale?
Se una bambina nasce in Canada vivrà 83 anni. Se la stessa bambina nasce in Africa vivrà 55 anni. Alla base di questa disparità stanno le disuguaglianze nell’accesso alle vaccinazioni e all’acqua potabile, il reddito, l’istruzione, oltre ad altri fattori importanti per la salute. Gli obiettivi di sviluppo del millennio termineranno nel 2015, e oggi sta emergendo un nuovo programma di salute globale che ha come priorità la salute mentale, le malattie non trasmissibili e la copertura sanitaria universale. Tutto ciò è positivo, ma l’eccessiva medicalizzazione della salute globale, come di altri aspetti della vita e della salute umana, offre una visione ristretta dei problemi di salute globali e limiterà il successo delle soluzioni proposte.
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Interventi regolatori su interazione medici-industria?
Una revisione sistematica degli studi sugli interventi legislativi e formativi e sulle politiche, mirati all’interazione tra medici e industria farmaceutica. È verosimile che i rappresentanti farmaceutici influenzino le abitudini prescrittive e il comportamento professionale dei medici. I medici possono avvantaggiarsi delle loro relazioni con l’industria farmaceutica per accedere alle informazioni sui nuovi farmaci e nuovi prodotti. Tuttavia le gratificazioni finanziare riservate loro potrebbero anche persuaderli a prescrivere farmaci più nuovi e più cari.
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L’informazione scientifica rivolta al medico: area di formazione partecipata
Da fine 2002 l’ASL di Milano diffonde la rivista Pillole curata dal Servizio Educazione alla Appropriatezza ed EBM diretto dal Dott. Alberto Donzelli. Come tutte le riviste indipendenti del settore, sia quelle che aderiscono all’ International Society of Drug Bulletins (ISDB), che quelle come Pillole che non ne fanno parte, la finalità principale è di aiutare il lettore a rispondere ad alcuni interrogativi della terapia (per esempio: Come leggere un trial clinico? Come distinguere una vera da una falsa novità del mercato dei farmaci? Come valutare la qualità degli interventi sanitari?) approfondendo argomenti di farmacologia clinica nelle sue varie aree di pertinenza.
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Medici, Ordini e Codici Deontologici
Sulla base dell’ultima bozza di Codice Deontologico elaborata da Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici), le associazioni NoGrazie, OISG (Osservatorio Italiano sulla Salute Globale), RIISG (Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale), CSI (Centro per la Salute Internazionale dell’Università di Bologna) e SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) hanno proposto i seguenti emendamenti:
Com’è andata a finire?
Il nuovo codice di deontologia medica è stato approvato da Fnomceo il 18 maggio 2014 (http://www.fnomceo.it/fnomceo/showArticolo.2puntOT?id=115249). Nessuno degli emendamenti proposti è stato accettato. Le associazioni che li hanno proposti, tuttavia, non demordono. È prevista infatti, tra gli allegati al nuovo codice, una nota riguardante i conflitti d’interesse, nota che dovrebbe entrare nei dettagli operativi di quanto previsto dall’articolo 30. Proprio in vista dell’approvazione definitiva di questa nota, abbiamo inviato la seguente lettera al Dott. Bianco, presidente di Fnomceo.
Servire due padroni, un conflitto di interessi insuperabile
Il problema del conflitto di interessi si esprime ai livelli massimi quando lo stesso soggetto arriva a riunire una posizione di rilievo all’interno di una azienda farmaceutica assieme ad un incarico dirigenziale nell’ambito del sistema sanitario. Sembra una situazione paradossale, ma è invece tutt’altro che rara negli USA. Essere dirigenti all’interno di una azienda farmaceutica comporta la necessità di promuovere il successo commerciale della stessa, cosa che può facilmente configgere con la responsabilità nella pratica clinica o di ricerca.
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Health Technology Assessment e conflitti di interesse negati
In questi giorni, a ragione, si discute molto di quanto successe qualche anno fa quando, con la paura del virus H1N1, si costituirono enormi riserve di antivirali che oggi si scoprono essere perfettamente inutili. Ma con il senno di poi, purtroppo, non si cambia la realtà. Invece bisogna cercare di imitare quel che sta succedendo negli USA. Il Sunshine Act sta costringendo le aziende farmaceutiche a rivelare chi è al loro servizio e quanto vengono pagati i key opinion leaders che inquinano la ricerca, i corsi ECM, l’insegnamento universitario e le riviste scientifiche (oltre alla stampa di divulgazione). ProPublica si occupa di divulgare questi conflitti di interesse.
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Ho venduto l’anima al diavolo
L’ultimo della famiglia dei pentiti di Big Pharma è John Virapen , ex direttore della Eli Lilly Svezia, che al suo 74° compleanno ha scritto una confessione professionale insolita.(1) Per ironia della sorte, il suo libro (Médicaments, effets secondaires : la mort) è uscito in Francia giovedì 17 aprile 2014, dopo la morte di Jacques Servier, il padrone dell’azienda responsabile del caso benfluorex.(2) “Per anni a volte nelle prime ore del giorno sagome spettrali mi appaiono in sogno – scrive nell’introduzione -. Sbattono la testa contro il muro o si tagliano braccia e gola con il rasoio. Mi sono reso conto che avevo indirettamente contribuito alla morte di persone le cui ombre mi perseguitano. Io, ovviamente, non ho ucciso nessuno direttamente , ma ora non posso non sentirmi in parte responsabile di queste morti. Ero uno strumento, un esecutore, [ … ] mi sono lasciato usare senza pormi troppe domande. Ho venduto la mia anima al diavolo.”
Nove miliardi di $ di multa a Takeda ed Ely Lilly
Avrebbero occultato le prove che mostrano i legami tra l’anti-diabetico Actos e l’insorgenza di cancro alla vescica. La notizia è apparsa sulle principali testate giornalistiche l’8 aprile 2014.
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TTIP
TTIP sta per Transatlantic Trade and Investment Program (Partenariato transatlantico su commercio ed investimenti) ed è una trattativa a tutto campo fra USA e Unione Europea non solo per abolire i dazi doganali, di per sé già molto ridotti (mediamente del 4% in entrambi i sensi), ma soprattutto per superare le barriere non doganali, vale a dire armonizzare le migliaia di normative che impediscono ad esempio ad un manufatto di essere venduto in un altro paese.
Venditori di medicine
Ieri ho partecipato come membro di NoGrazie ad una tavola rotonda, in collegamento telefonico, organizzata dal Fatto Quotidiano sul rapporto medici/industria in occasione dell’uscita del film “Il venditore di medicine”. Il tempo a mia disposizione era poco, la sintonia, anche di contenuti, con gli altri partecipanti nulla, la giornalista incalzante mi suggeriva anche le risposte alle sue domande. Vedete voi…
Cochrane: 5 buoni motivi per considerare le fonti di finanziamento come fonti di bias
Recentemente si è svolto un interessante dibattito durante il Cochrane Methods Symposium di Quebec City circa l’opportunità di inserire le fonti di finanziamento come fonti di bias nella valutazione del rischio di bias degli studi (ovvero quei fattori capaci di influenzare oggettivamente i risultati degli studi; attualmente la Cochrane valuta almeno 6 categorie di bias per ogni studio, p. es. selection bias, reporting bias…) da parte della Cochrane Collaboration nelle sue revisioni sistematiche. Il dibattito ha visto come protagonisti da una parte Jonathan Sterne dell’Università di Bristol, UK e dall’altra Lisa Bero e Peter Gøtzsche della Cochrane Collaboration. Vi invitiamo a leggere tutti e tre gli interventi e riportiamo qui un riassunto dell’editoriale scritto da Lisa Bero, Co-Chair della Cochrane Collaboration, dal titolo “Perché la scheda di valutazione Cochrane dovrebbe includere le fonti di finanziamento tra i fattori che possono influenzare gli studi” [“Why the Cochrane risk of bias tool should include funding source as a standard item”] .
“Un mare di bambini…un mare di profitti” lettera aperta al prof. Giovanni Corsello
Condividiamo qui di seguito la lettera aperta che un gruppo di mamme e papà hanno scritto al Prof. Giovanni Corsello, Presidente del 70° Congresso Italiano di Pediatria “Un mare di bambini”. Ci auguriamo che venga permesso di leggerla ai convenuti al Congresso durante la cerimonia inaugurale giovedì 12 giugno 2014 alle 18 con gli auguri di buon lavoro e sperando di indurre una riflessione collettiva. Se la condividete, potete aderire, inviando una mail con le vostre generalità (nome, cognome, città e se volete un vostro commento) a domodamablog@yahoo.it.