Il premio Virchow

“La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala”. L’autore di questa notissima frase è Rudolf Wirchow, medico tedesco del secolo XIX che, avendo capito quale profonda influenza avesse la povertà sulla salute, era anche un attivista politico e un fautore di riforme sociali. Dopo aver partecipato ai moti del 1848, era stato licenziato dal prestigioso ospedale di Berlino dove lavorava, ma vi ritornò anni dopo grazie ai suoi meriti accademici. Non stupisce che la Fondazione per la Salute Globale che porta il suo nome, con base all’università di Berlino, abbia istituito nel 2022 un Premio Virchow.

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Interazioni tra istituzioni e Big Alcol negli USA

Sono stati recentemente pubblicati due articoli che analizzano i rapporti che intercorrono tra l’industria dell’alcol e l’Istituto nazionale statunitense sull’abuso di alcol e alcolismo (National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, NIAAA). Il consumo di alcol e il danno che provoca sono un problema sanitario globale, ampio e crescente. L’industria degli alcolici è cambiata radicalmente negli ultimi anni con la globalizzazione della produzione, la lobby del settore per politiche commerciali internazionali liberalizzate, le nuove tecnologie di marketing digitale con promozione di alcolici in tutto il mondo. Fusioni e acquisizioni sono servite a rafforzare sul mercato mondiale i maggiori produttori transnazionali di alcol.

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Le bevande zuccherate fanno ingrassare bambini e adulti

Le prove di un’associazione causale tra consumo di bevande zuccherate e rischio di sovrappeso e obesità, con le relative conseguenze per la salute di bambini e adulti, sono sempre più solide e numerose. Numerose e continuamente aggiornate sono quindi le revisioni sistematiche e le meta-analisi. L’ultima in ordine di tempo è stata da poco pubblicata dall’American Journal of Clinical Nutrition. [1]

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Pagamenti dell’industria farmaceutica in Gran Bretagna

Un articolo pubblicato sul BMJ Open esamina le caratteristiche dei pagamenti ad associazioni professionali e di pazienti da parte dell’industria farmaceutica in Gran Bretagna. [1] Gli autori hanno comparato le ditte in base alla quantità di denaro investito, al tipo di associazione bersaglio e al tipo di pagamento. Hanno anche cercato di individuare differenze di comportamento delle ditte nelle 4 nazioni britanniche. I dati provengono dai registri volontari delle ditte disponibili nell’ambito dell’iniziativa EFPIA, [2] un’iniziativa dell’industria farmaceutica europea di cui abbiamo scritto nella Lettera 62 di Settembre 2018 dato che è operativa anche in Italia. Per ovviare a possibili carenze dei registri volontari, i ricercatori hanno effettuato dei controlli anche sui rapporti annuali e i siti internet delle associazioni professionali e di pazienti interessate.

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Come gli studenti di medicina generale francesi sono formati a gestire il marketing aziendale

In Francia, come altrove, gli operatori sanitari sono esposti alla promozione di Big Pharma in modo massiccio e frequente, con effetti deleteri sulla qualità delle prescrizioni e sull’ammontare della spesa sanitaria. Sebbene la formazione sul conflitto di interessi faccia parte della carta etica e deontologica delle facoltà di medicina e odontoiatria adottata a fine 2017, gli studenti sono ancora poco consapevoli di questo tema.

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Dopo 23 anni dall’introduzione degli Orphan drugs in UE siamo di fronte a un reale progresso?

Un Orphan Drug (OD) è un farmaco potenzialmente curativo per malattie definite rare. In realtà sarebbe più corretto il termine farmaco per malattia orfana, sia di terapia sia di una ditta farmaceutica disposta a investire molto denaro per pochi pazienti. Milioni di pazienti soffrono di malattie cosiddette rare, solo in Europa sarebbero 30milioni per più di 6.000 diverse affezioni, molte delle quali senza una cura specifica. Sviluppare OD è dunque un problema cruciale. D’altro canto, è importante anche sapere se funzionano realmente, dal momento che i requisiti per la loro approvazione sono stati finora molto deboli, a fronte di costi decisamente elevati. Purtroppo, molti medici li prescrivono solo perché sono delle novità, senza conoscerne il reale valore terapeutico. [1]

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Richiesta di una discussione aperta sulle basi scientifiche che giustifichino l’insistenza dell’OMS nel richiedere ripetute vaccinazioni anti-COVID-19

Pur riconoscendo che COVID-19 non rappresenta più un PHEIC (emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale), l’OMS insiste nel sostenere la vaccinazione mondiale con vaccini la cui efficacia e sicurezza sono sempre più in discussione. Tale sostegno è ribadito nonostante l’evidenza che, anche nei paesi con coperture vaccinali molto elevate, l’epidemia non è stata fermata. E nonostante le prove di perdita d’efficacia, con maggiore e crescente tasso di infezione a ogni booster in soggetti vaccinati rispetto ai vaccinati con due sole dosi e rispetto ai non vaccinati [allego alcuni esempi importanti].1,2,3

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I determinanti commerciali della salute

Il 23 marzo 2023 il Lancet ha pubblicato una serie di tre articoli sui determinanti commerciali della salute (DCS), articoli corredati da un editoriale, da un commento del Direttore Generale dell’OMS, e dai profili di due tra i principali autori. Si tratta di articoli corposi la cui lettura raccomandiamo a tutti i NoGrazie. In questa Lettera, proponiamo dei riassunti e dei commenti che non possono catturare tutta la ricchezza delle informazioni e delle analisi proposte dalla serie. In questo editoriale vorremmo piuttosto soffermaci su cosa si potrebbe fare per contrastare gli effetti nefasti dei DCS.

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Editoriale. I determinanti commerciali di salute: una nuova serie del Lancet

All’inizio di Marzo 2023, quasi 200 persone (incluso l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon) hanno firmato una lettera contenente una forte critica alle aziende farmaceutiche per aver anteposto il proprio desiderio di profitti ai bisogni dell’umanità durante la pandemia da COVID-19. Disuguaglianze nell’accesso a vaccini, trattamenti e test (spesso sviluppati con fondi pubblici) sono costate più di un milione di vite mentre le aziende hanno fatturato miliardi di dollari. I firmatari hanno chiesto ai leader mondiali di garantire che una tale ingiustizia non si ripeta più.

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Definire e concettualizzare i determinanti commerciali della salute

Che cosa hanno in comune tabacco, alcool, carburanti fossili e alimenti ultra-processati come le merendine o le bibite gassate? Queste quattro categorie di prodotti industriali sono correlate a 19 milioni di decessi all’anno nel mondo, pari al 34% del totale dei decessi e al 41% di quelli da malattie non infettive, secondo i dati del Global Burden Disease del 2019, considerati sottostimati.

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Concettualizzare le entità commerciali nella salute pubblica

La maggior parte della ricerca sui DCS si è finora concentrata su un ristretto segmento di attori commerciali. Si tratta solitamente di multinazionali di prodotti insalubri come tabacco, alcol e alimenti ultra-processati per cui sono a disposizione solide prove dei danni che causano alla salute. Ma il mondo commerciale è variegato e spazia da società transnazionali e multinazionali con ricavi superiori al PIL di interi paesi, a imprese locali di piccole dimensioni. Infatti, sebbene la ricchezza sia concentrata in modo sproporzionato in un piccolo numero di grandi aziende e individui che sono spesso proprietari di queste società, circa il 90% delle aziende in tutto il mondo sono micro, piccole o medie imprese. Con l’intento di guardare oltre alle multinazionali che producono prodotti dannosi, l’obbiettivo di questo articolo è sviluppare un quadro concettuale che prenda in considerazioni tutte le entità commerciali rilevanti per la salute pubblica, per capire se, come e fino a che punto un attore commerciale può influenzare gli esiti di salute.[1]

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Determinanti commerciali di salute: verso il futuro

Il terzo articolo della serie guarda al futuro.[1] Non si tratta né di detronizzare il capitalismo né di legarsi stretti in un abbraccio con le imprese transnazionali. E non esiste una bacchetta magica per mitigare, annullare o prevenire i danni causati dai DCS alla salute, al benessere, all’equità e all’ambiente. Si comincia dal riconoscere la necessità di cambiare, e di muoversi rapidamente. La società nel suo complesso deve chiedersi quali sistemi politici ed economici possono meglio contribuire alla salute e all’equità, qual è il ruolo del mercato in tali sistemi, quali dispositivi istituzionali e legislativi possono efficacemente regolare le pratiche commerciali al fine di prevenire o ridurre i danni per salute e ambiente, quali modelli di business devono essere proibiti, regolati o incentivati, e come cittadini e società civile possano promuovere tutto ciò. Le proposte degli autori dell’articolo sono per forza generiche e devono essere declinate in azioni pratiche a livello globale, sovranazionale, nazionale e regionale.

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