Accalappiare famiglie, operatori sanitari, opinione pubblica e politica

Ogni cinque anni circa, dal 2003, il Lancet pubblica una serie di articoli sull’allattamento, accompagnati da editoriali, commenti, punti di vista, lettere e relative risposte. Questa volta però, con un lancio in pompa magna da Londra l’8 febbraio 2023,[1] seguito da lanci, con diverso pubblico e oratori, in altre regioni del mondo (Africa, Nord America, Australasia), ha fatto il botto. Ha creato cioè enorme discussione, pro e contro, perché gli articoli denotano una presa di posizione politica mai vista prima.

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Conflitti di interessi finanziari tra gli autori di linee guida negli USA

Prima di leggere questo articolo,[1] può essere interessante sapere che gli autori fanno parte di una collaborazione trasversale di clinici, ricercatori e avvocati dell’Università di Yale, attiva dal 2016, la “Yale Collaboration for Regulatory Rigor, Integrity, and Transparency”.

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Gestire il rischio di conflitto di interessi tra i componenti delle commissioni per l’elaborazione di linee guida

Lisa Parker e Lisa Bero sul BMJ impostano in maniera innovativa il problema del conflitto di interessi (CdI) tra i membri dei comitati che emanano linee guida (LG).[1] Partono dalla definizione più nota, quella dell’Institute of Medicine (IOM) del 2009, secondo cui il CdI è “un insieme di circostanze che crea un rischio che il giudizio o le azioni professionali riguardanti un interesse primario siano indebitamente influenzati da un interesse secondario”. Aggiungono però che è più facile enunciare che giudicare, data la varietà di natura, contesti e dimensioni, oltre che di importanza dell’interesse secondario, di questo rischio.

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Prima generazione europea libera dal tabacco entro il 2030

Fino al 16/01/2024 è possibile firmare questo appello e sostenere questa iniziativa dei cittadini europei (numero di registrazione attribuito dalla Commissione Europea/CE: ECI 2022 000005) volta a promuovere la sospensione della vendita e della pubblicità di prodotti a base di tabacco e nicotina, la creazione di aree libere da mozziconi e fumo di sigaretta, il finanziamento di progetti di ricerca per la cura delle malattie causate dal tabacco. Con un milione di firme valide la CE è obbligata a tenere conto dell’iniziativa. Possono firmare i cittadini maggiorenni dell’UE.

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Come l’industria di merci pericolose interagisce con i governi locali

Le industrie che producono e commercializzano prodotti o servizi potenzialmente dannosi (ad esempio, tabacco, alcol, gioco d’azzardo, cibi e bevande poco salutari) hanno una grande influenza sui comportamenti che aumentano il rischio di malattie non trasmissibili. La natura e l’impatto delle interazioni tra queste industrie e gli enti pubblici sono stati ampiamente riconosciuti e discussi a livello nazionale e internazionale, ma ad oggi poco si sa di tali interazioni a livello dei governi locali o regionali. Uno studio appena pubblicato mira a identificare e caratterizzare queste vere o potenziali interazioni focalizzandosi sulle autorità locali inglesi.[1] Gli autori hanno sondato cinque banche dati elettroniche (PubMed, EBSCO, OVID, Scopus e Web of Science) fino a giugno 2021. Hanno eseguito ricerche online anche su altri database aperti al pubblico e sulla cosiddetta letteratura grigia non indicizzata.

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Dall’OMS un manuale per le politiche sulla tassazione delle bevande zuccherate

Zucchero, rum e tabacco sono merci di cui non si ha mai bisogno nella vita, che sono diventate oggetto di consumo quasi universale, e che sono quindi soggetti estremamente appropriati di tassazione.” Adam Smith, An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, 1776

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Revisione sistematica Cochrane di Tom Jefferson et al. sugli interventi fisici per interrompere o ridurre la diffusione di virus respiratori

In situazioni ad alto rischio (interazione con un malato, ambienti chiusi affollati con permanenza prolungata di persone e possibilità di essere accanto a malati) è ragionevole pensare che una mascherina correttamente indossata offra una protezione aggiuntiva. Ma l’uso ampio che ne è stato promosso a livello di comunità non ha prove di utilità nel contenimento della diffusione del SARS-CoV-2, a maggior ragione in presenza di varianti contagiosissime come Omicron. Questo era già evidente all’aperto con il virus originario dal 2020,[1] ma una risposta chiara allo stato delle conoscenze viene oggi dall’ultimo aggiornamento di una rassegna sistematica delle sole ricerche di maggior validità (studi randomizzati controllati, RCT), effettuato da Tom Jefferson e collaboratori, e da poco pubblicata sul database Cochrane.[2] Le due slide riprodotte spiegano importanti motivi per prendere decisioni di sanità pubblica basate su disegni di studio validi, senza farsi condizionare in tema di mascherine da disegni di studio osservazionali.

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Politiche sui conflitti di interessi nelle scuole di medicina

Alcuni anni fa, assieme ad alcuni studenti del SISM (Segretariato Italiano Studenti Medicina), abbiamo sviluppato un progetto con l’obiettivo di analizzare le politiche sui conflitti di interessi (CdI) delle facoltà di scienze mediche italiane e dei relativi ospedali di insegnamento. Siamo riusciti a raccogliere tutta la documentazione necessaria e ad assegnare a ogni università un primo punteggio, da ridiscutere assieme prima di attribuirlo in via definitiva. A questo punto il progetto di ricerca si è arenato ed è finito nel dimenticatoio, per ragioni mai chiarite.

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Nuove strategie per vendere oppiacei a donne e minori negli USA

Tre ricercatori dell’Università della California hanno analizzato tutti i documenti interni delle aziende farmaceutiche coinvolte nel processo Stato dell’Oklahoma vs Purdue Pharma et al., rilasciati a vario titolo dal 1999 al 2017.[1] L’analisi ha coinvolto i maggiori produttori di oppiacei: oltre a Purdue, Janssen, Ortho-McNeil, Teva (Actavis), Janus e Cephalon. L’indagine si è focalizzata su un particolare target, donne e minori, analizzando le modalità di marketing indiretto e le campagne promozionali senza marchio dichiarato.

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La crisi degli oppiacei ha evidenziato la crisi delle istituzioni: il piano d’azione della Stanford-Lancet Commission

La crisi degli oppiacei non interessa solo gli USA, ha contagiato anche il Canada, con 6.200 morti nel 2019 e una crescita del 67%, riferisce un recente editoriale apparso sul Lancet.[1] L’escalation dell’ossicontin parte da lontano e precisamente dal 1995, quando fu erroneamente approvato come analgesico sicuro a lento rilascio (in realtà il suo metabolita ossimorfone è 10 volte più potente della morfina, ndr). Da allora, molto è stato scritto sulle discutibili decisioni della FDA che ha fallito nello specificare le indicazioni d’uso riportate nelle confezioni. Altre responsabilità ricadono sulla Drug Enforcement Administration (l’agenzia federale antidroga statunitense facente capo al Dipartimento di Giustizia) per l’eccessiva quantità di prodotto autorizzato al commercio e le inascoltate segnalazioni di letalità.

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Le strategie della Coca Cola in Estremo Oriente

Delle strategie di marketing della Coca Cola potremmo scrivere in ogni numero di questa Lettera non periodica, tante sono le malefatte di questa compagnia transnazionale e tanti i danni per la salute dell’umanità e del pianeta. Il mese scorso abbiamo visto come abbia influenzato conferenze e oratori in USA e Gran Bretagna. Ma il mercato, e i relativi profitti, si spostano sempre più verso l’Estremo Oriente, Cina in primis, e di conseguenza si spostano, e si adattano, le strategie di marketing. Le analizza un articolo uscito da poco sul BMJ Global Health.[1]

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Vaccinazioni anti-COVID-19 annuali “come per l’influenza? I perché di un doppio No

Da mesi varie Agenzie e Autorità sanitarie di paesi occidentali rilasciano dichiarazioni su una possibile o raccomandabile introduzione di richiami annuali per la vaccinazione antiCOVID-19, “così come accade per i vaccini antinfluenzali”, lasciando intendere che la prassi riguarderebbe tutta la popolazione. Si è anche già parlato di richiamo a due dosi per i giovanissimi, come pure     – in tal caso routinario – per anziani e fragili, che potrebbero non generare risposte immunitarie sufficienti. Le istituzioni statunitensi si sono spinte a ipotizzare l’inserimento della vaccinazione anti-COVID-19 tra quelle pediatriche di routine.

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Consigli di lettura

Per i lettori della nostra Lettera non periodica interessati all’argomento, segnaliamo la recente uscita di un libro sui determinanti commerciali di salute: Maani N, Petticrew M, Galea S (Eds). The commercial determinants of health. Oxford University Press, 2022 https://global.oup.com/academic/product/the-commercial-determinants-of-health-9780197578759?cc=gb&lang=en& Tra i coautori e le coautrici, anche la nostra Alice Fabbri.

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