In Italia ne viene colpito un bambino su quattro in età prescolare. Eczema, rinite, asma e intolleranza alimentare sono le forme prevenibili coi “batteri buoni” secondo le linee guida internazionali della World Allergy Organization. Le nuove strategie di prevenzione sono al centro dell’incontro promosso oggi a Roma dalle società scientifiche di ginecologia, neonatologia e pediatria.
02 FEBBRAIO 2016. L’uso corretto di specifici probiotici fin dalla gravidanza e la loro somministrazione al bambino nell’arco del primo anno di età può ridurre del 50% l’incidenza di allergie nei neonati ad alto rischio. Il dato emerge dalle linee guida internazionali sui probiotici per la prevenzione delle malattie atopiche e autoimmuni promosse dalla World Allergy Organization (WAO) e dal Dipartimento di Epidemiologia Clinica e Biostatistica della McMaster University (Ontario, Canada). Eppure sono ancora poche le mamme che li usano in modo consapevole e i medici ginecologici e pediatri che li prescrivono a scopo preventivo. Solo in Italia, la percentuale di bimbi allergici è più che triplicata negli ultimi 20 anni: erano il 7% nel 1995, oggi ne soffre ben il 25% della popolazione pediatrica.
Tra le forme più diffuse, la rinite allergica interessa un bambino su quattro in età evolutiva, seguita dall’asma (circa il 10%) e dalle allergie alimentari che colpiscono il 3% dei piccoli nei primi 2 anni di età. Mentre il flagello per i nuovi nati è rappresentano dalla dermatite atopica, che in meno di un decennio ha registrato una costante impennata di casi (+ 6%) e oggi interessa oltre un milione di bambini. Patologie che condizionano le relazioni sociali, il rendimento scolastico e hanno un importante impatto economico e sociale in termini di costi sanitari. Questo quadro e le nuove strategie di prevenzione sono al centro dell’incontro con la stampa promosso oggi a Roma dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), la Società italiana di neonatologia (Sin) e dalla Società italiana di pediatria (Sip).
“L’uso specifico di alcuni probiotici, soprattutto durante la gravidanza, è oggi fortemente raccomandato sia per il benessere della madre che per quello del nascituro – spiega Paolo Scollo, presidente nazionale della Sigo –. Nello specifico, alcuni ceppi probiotici influenzano l’ecosistema batterico vaginale e mantengono un livello di pH adeguati prevenendo infiammazioni e infezioni come le vaginosi batteriche e le vaginiti micotiche. Condizioni particolarmente pericolose perché aumentano in maniera importante il rischio di aborto, di parto pretermine e di complicanze post-partum come l’endometrite o possono incidere sul normale sviluppo del feto e determinare un peso ridotto del neonato alla nascita”.
“Ma i benefici per il nascituro sono molti di più – sottolinea Alessandro Fiocchi, Responsabile di Allergologia all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e uno degli autori del documento della World Allergy Organization – secondo le linee guida la somministrazione alle future mamme di alcuni ceppi probiotici durante la gravidanza abbassa del 9% il rischio di eczema nei bambini, se l’assunzione prosegue durante l’allattamento e lo svezzamento la probabilità di sviluppare malattie atopiche si riduce ulteriormente del 15 e del 5%. Alcuni studi evidenziano inoltre che l’assunzione di probiotici prima e dopo il parto è in grado di evitare anche l’insorgere di allergie alimentari e riniti e può ridurre significativamente la durata e l’impatto della infezioni respiratorie, prima che i sintomi diventino cronici”.
“Fino a poco tempo fa, in ambito pediatrico – sottolinea Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria – i probiotici erano impiegati per prevenire e contrastare i principali disturbi gastro-intestinali che si registrano in età evolutiva: dalle coliche intestinali nei lattanti alle gastroenteriti infettive, dagli episodi di diarrea acuta o legata alla somministrazione di antibiotici a patologie più complesse come il morbo di Crohn o la Sindrome del colon irritabile. Oggi è stato dimostrato che intervenire precocemente sulla microflora intestinale, attraverso i probiotici in fase prenatale, contribuisce a proteggere il piccolo anche da numerose forme allergiche e autoimmuni come la dermatite atopica e la rinite allergica, che colpiscono più della metà dei bambini con allergia”.
“Nella pancia della mamma il feto non incontra quasi nessun antigene e la sua flora batterica intestinale può definirsi ‘vergine’ – aggiunge Mauro Stronati, presidente della Società italiana di neonatologia –. È solo con la nascita che il neonato acquisisce i primi microorganismi dalla madre durante il parto e comincia a sviluppare i principali meccanismi immunologici e antiinfiammatori. Lo sviluppo della flora intestinale del neonato esercita una profonda influenza anche sulla maturazione del sistema immunitario ed è in questa fase che si possono determinare anche sensibilizzazioni e allergie. La prevalenza delle malattie allergiche nei lattanti i cui genitori o fratelli non presentano allergie è di circa il 10% e raggiunge il 20-30% in quelli con un parente di primo grado allergico. Comprendere i meccanismi di azione preventiva dei probiotici è un risultato importante, se si considera il peso specifico che questi disturbi hanno sulla crescita e la qualità di vita dei bambini”.
Le proprietà dei probiotici sono specifiche per singoli ceppi batterici. Tra quelli caratterizzati dal maggior livello di evidenza scientifica, il Lactobacillus rhamnosus GG, già testato in ambito pediatrico e neonatologico nel trattamento delle gastroenteriti infettive e della diarrea, ha mostrato l’effetto migliore rispetto ad altri ceppi (usati da soli o in combinazione), nel ridurre la prevalenza di disturbi allergici anche del 50%.
“Gli effetti benefici dei probiotici sull’organismo – sottolineano Corsello e Stronati – richiedono, in generale, un’assunzione corretta, costante e prolungata nel tempo. Compito di neonatologi e pediatri è imparare ad adottare le linee guida, concordando coi genitori la strategia preventiva più idonea fin dai primi giorni di vita”.
“Le linee guida internazionali suggeriscono di prescrivere i probiotici dal terzo trimestre di gravidanza e di proseguire fino allo svezzamento del bambino e durante tutto il primo anno di vita – conclude Scollo –. Per questo la Sigo ha già avviato un’attività di sensibilizzazione e informazione sull’uso consapevole dei probiotici da parte della mamme a tutela della loro salute e di quella dei propri figli”.
Fine del comunicato stampa che, diffuso acriticamente da decine e decine di siti, segno evidente di una strategia di comunicazione ideata da un ufficio di pubbliche relazioni, è allo stesso tempo terrorizzante (1 bambino su 4, un flagello) e rassicurante (basta che facciate quello che vi consigliamo noi e la paura sparirà). È anche un classico esempio di strategia commerciale che tende a far assumere a tutti, o per lo meno alla maggior parte possibile della popolazione bersaglio (gravide e bambini) il prodotto pubblicizzato. Infine, si tratta di un classico esempio di image transfer: se lo dicono il mio ginecologo e il mio pediatra, dev’essere vero.
Ma è proprio vero? Il comunicato stampa si riferisce a delle linee guida della World Allergy Organization che, per fortuna, sono liberamente scaricabili da internet.(1) Il primo autore, guarda caso, è uno dei medici citati nel comunicato stampa. Leggiamo alcuni passi di queste linee guida:
- La forza delle raccomandazioni è espresso come strong (i redattori delle linee guida raccomandano…) o conditional ((i redattori delle linee guida suggeriscono…).
- Raccomandazioni conditional:
– Per i clinici: riconoscere che scelte diverse saranno appropriate per singoli pazienti e che bisogna aiutare ogni paziente ad arrivare a una decisione coerente con i propri valori e le proprie preferenze.
– Per i policy makers: lo sviluppo di politiche richiederà un cospicuo dibattito e il coinvolgimento di diversi portatori di interesse.
- Raccomandazione 1
– I redattori delle linee guida WAO suggeriscono di usare probiotici nelle donne in gravidanza ad alto rischio di allergia per i loro bambini, perché considerando tutti gli outcome negativi, vi è un beneficio netto derivante principalmente dalla prevenzione dell’eczema (raccomandazione conditional, evidenze di qualità molto bassa).
- Raccomandazione 2
– I redattori delle linee guida WAO suggeriscono di usare probiotici nelle donne che allattano figli ad alto rischio di sviluppare allergie, perché considerando tutti gli outcome negativi, vi è un beneficio netto derivante principalmente dalla prevenzione dell’eczema (raccomandazione conditional, evidenze di qualità molto bassa).
- Raccomandazione 3
– I redattori delle linee guida WAO suggeriscono di usare probiotici nei bambini ad alto rischio di sviluppare allergie, perché considerando tutti gli outcome negativi, vi è un beneficio netto derivante principalmente dalla prevenzione dell’eczema (raccomandazione conditional, evidenze di qualità molto bassa).
- C’è mancanza di evidenze sul fatto che i probiotici prevengano qualsiasi altra allergia.
- I redattori delle linee guida hanno dichiarato tutti i loro potenziali conflitti d’interesse secondo le raccomandazioni dell’OMS. I presidenti (AF, RP e HJS) hanno rivisto e risolto tutti i potenziali conflitti d’interesse dei redattori (vedi Additional file 1 per la lista dei conflitti d’interesse dichiarati da tutti i redattori). Durante tutte le fasi deliberative, i redattori con potenziali conflitti d’interesse si sono astenuti da decisioni riguardanti questioni specifiche e raccomandazioni relative ai loro potenziali conflitti d’interesse.
- Additional file 1
– 10 dei 23 redattori delle linee guida dichiarano di non avere conflitti d’interesse.
– I rimanenti 13 redattori dichiarano di aver ricevuto denaro a vario titolo da: Danone, Merck Sharp Dhome, Du Pont, Unilever, Dynavax Technologies Corp., Genalyte, GLG Research, Perrigo Company, Regeneron Pharmaceuticals, Abbott Laboratories, Mylan Speciality, Perosphere, ActoGeniX, Curalogic, Dow Agro Sciences, Explora Med Development, McNeill Nutritionals, Novartis Pharma AG, Sanofi-Aventis US, Schering Plough, Ordesa, Nestlé, ALK Abello, Genentech Roche, Astra Zeneca, Heinz Plada Italy, Almirall and Stallergenes.
C’è bisogno di altro per squalificare tutti coloro che si sono prestati a questa ignominiosa operazione commerciale?
A cura di Adriano Cattaneo
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=35887&fr=n
1. Fiocchi A et al. World Allergy Organization-McMaster University Guidelines for Allergic Disease Prevention (GLAD-P): Probiotics. World Allergy Organization Journal 2015;8:4 http://www.waojournal.org/content/pdf/s40413-015-0055-2.pdf