Il malato è il servizio sanitario pubblico italiano e la diagnosi è impietosa: anni di disinvestimento e assenza di pianificazione, sostituita da gestione ragionieristica di cui la pandemia ha messo a nudo i limiti, in un contesto esposto a corruzione e conflitti di interessi (CdI).
Gianni Tognoni, medico, ricercatore in salute pubblica, in collaborazione con altri autori, ha pubblicato su Altreconomia (www.altreconomia.it) da marzo a dicembre 2021 una serie di articoli partendo dal concetto di “contenzione economica, gestionale, di diritto ed etica” dell’identità della sanità e mettendo a fuoco le premesse di tutto quello che la pandemia ha messo impietosamente sotto i nostri occhi, specialmente nelle regioni considerate più avanzate, con maggiori disponibilità economiche e centri d’eccellenza.[1]
La progressiva limitazione dell’universalismo del servizio sanitario è avvenuta per gradi dagli anni ‘90, attraverso gli interventi normativi, ripercorsi puntualmente da Tognoni, che hanno favorito il passaggio all’aziendalizzazione e alla regionalizzazione. Ne è conseguita una sempre più evidente iniquità perché è stato permesso il passaggio delle malattie da bisogni che creano diritti per le persone in costi da pagare dagli Stati ai proprietari di tecnologie e farmaci, e un progressivo allontanamento dallo spirito degli articoli 3 e 32 della Costituzione italiana. Il titolo della raccolta fa riferimento proprio a questi articoli che sanciscono l’uguaglianza fra cittadini e la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo.
Gli ambiti critici della salute mentale e della cura degli anziani hanno evidenziato in modo drammatico la distanza fra ciò che è considerato rimborsabile, ovvero l’intervento medico, e bisogni che vanno ben oltre perché appartengono al sociale e ricevono risposte parziali o inesistenti.
Il pregio della raccolta, dal linguaggio puntuale, a tratti molto tecnico, che richiede lettura attenta, è duplice: la lucidità nella diagnosi e il tentativo di indicare la terapia. All’epidemiologia di cittadinanza, volta a descrivere e riconoscere i bisogni reali, dovrebbe associarsi un’alleanza esplicita, strumento di alfabetizzazione politica e culturale fra competenze, poteri e responsabilità del diritto, dell’economia, delle componenti di salute pubblica della sanità, in modo da riconoscere la natura dei conflitti, quando entrano in gioco interessi vari, e dei problemi compresa la loro evitabilità, per programmare correttivi che non siano generali ma rispettino la diversità fra popolazioni.
I saggi della raccolta riportano in primo piano i diritti rispetto alla sostenibilità economico-finanziaria per cercare risposte a bisogni di salute che possono essere correlate a determinanti sociali, ambientali, economici e culturali che possono pesare di più della biologia nel favorire malattia e disabilità.
Siamo pronti a sostenere questo punto di vista? Buona lettura!
A cura di Mariolina Congedo
1. Salute costituzionale. A cura di Gianni Tognoni, 2021, Edizioni Altreconomia