Sugar tax in Germania e Gran Bretagna

Nonostante le reticenze dei nostri governi dell’ultimo decennio, una tassa sulle bevande zuccherate è stata e sarà introdotta da molti paesi, anche nell’Unione Europea. Complessivamente, i dati provenienti dai 50 paesi al mondo che l’hanno già introdotta mostrano due possibili tipi di benefici: una riduzione del consumo di bevande zuccherate e/o una riduzione della concentrazione media di zuccheri nelle bibite zuccherate in commercio. In entrambi i casi diminuisce il consumo medio di zucchero per abitante che, almeno in teoria, dovrebbe essere associato a minori rischi per la salute. Questo esito non è ancora stato dimostrato perché sono necessari più anni affinché si manifesti.

Il paese che attualmente sta pensando di introdurre la tassa è la Germania. Uno studio pubblicato da poco ha infatti mostrato che tra il 2015 e il 2021 il contenuto medio di zucchero nelle bibite presenti sul mercato è diminuito solo del 2% (da 5.3 a 5.2 g/100 ml), contro il 9% atteso.[1] A dimostrazione che contare solo sull’autoregolazione da parte dell’industria è illusorio. Nello stesso periodo, infatti, con una tassa sulle bibite zuccherate, lo stesso valore è diminuito in Gran Bretagna del 29%. Il dubbio tedesco è se copiare il modello inglese, e cioè introdurre una tassa incrementale in base alla concentrazione di zucchero nelle bevande, o il modello messicano, che consiste in una tassa piatta indipendente dalla concentrazione di zucchero. Uno studio di modellazione matematica e statistica mostra che il modello inglese potrebbe dare migliori risultati rispetto a quello messicano in termini di riduzione dei costi sanitari e sociali.[2] Il primo potrebbe ridurre di 2.34 g/die l’assunzione media di zucchero, il secondo di 1 g/die. Le corrispondenti riduzioni di diabete, obesità e malattie cardiovascolari vanno tutte a vantaggio del modello inglese.

Nel frattempo, in Gran Bretagna, si valutano i risultati della tassa istituita nel 2017. In un articolo pubblicato sul BMJ Open, gli autori analizzano gli acquisti familiari di bevande zuccherate tra il 2014 e il 2019.[3] In questo periodo, gli acquisti per famiglia delle bibite più tassate sono diminuiti di poco più di 140 ml per settimana, circa il 38%. Gli equivalenti acquisti di zucchero sono diminuiti di poco più di 16 g, quasi il 43%. Per le bibite meno tassate (cioè con concentrazioni più basse di zucchero), il volume è diminuito di oltre 170 ml (86%) e lo zucchero di 11.5 g (88%). Considerando tutte le bibite, comprese quelle non tassate, il volume è aumentato di quasi 189 ml (2.6%), mentre l’acquisto di zucchero è diminuito di 8 g (2.7%).

Un altro studio britannico si è occupato di effetti sulla salute. Dato che il consumo di bevande zuccherate è associato a un aumento della carie nei bambini, gli autori hanno preso in esame i ricoveri di bambini in ospedale per estrazione di denti cariati 22 mesi dopo l’entrata in vigore della tassa.[4] In comparazione con gli anni anteriori, la riduzione dei ricoveri tra bambini fino a 18 anni di età è stata del 12% circa. La riduzione è stata maggiore (quasi 29%) nei bambini sotto i 5 anni e minore nei bambini tra 5 e 9 anni (5.5%). Sembra inoltre che la riduzione abbia interessato tutte le classi sociali perché è stata molto simile in tutte le aree geografiche analizzate.

Non si capisce cosa aspetti il nostro governo a introdurre una tassa sulle bevande zuccherate. Tassa che potrebbe anche contribuire a finanziare attività di prevenzione sottoposte a tagli dalle attuali misure, non facili da giustificare, di austerity. Possibile che la lobby sia più potente in Italia che in Germania e Gran Bretagna?

A cura di Adriano Cattaneo

1. von Philipsborn P, Huizinga O, Leibinger A et al. Interim evaluation of Germany’s sugar reduction strategy for soft drinks: commitments versus actual trends in sugar content and sugar sales from soft drinks. Ann Nutr Metab 2023;79:282-90

2. Emmert-Fees KMF, Amies-Cull B, Wawro N et al. Projected health and economic impacts of sugar-sweetened beverage taxation in Germany: a cross-validation modelling study. PLoS Med 2023;20:e1004311

3. Rogers NT, Pell D, Mytton OT etal. Changes in soft drinks purchased by British households associated with the UK soft drinks industry levy: a controlled interrupted time series analysis. BMJ Open 2023;13:e077059

4. Rogers NT, Conway DI, Mytton O et al. Estimated impact of the UK soft drinks industry levy on childhood hospital admissions for carious tooth extractions: interrupted time series analysis. BMJ Nutr Prev Health 2023;0:e000714

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