I conflitti di interesse condizionano pesantemente la ricerca: sono sotto gli occhi di tutti ma restano invisibili. Un gruppo di ricercatori (tra cui una NoGrazie, ndr) ha avuto una bella idea: rendere immediatamente espliciti su Pubmed i conflitti di interesse degli autori di ogni articolo. Del resto, quello della National Library of Medicine (NLM) è un servizio pubblico finanziato con le tasse dei cittadini e le istituzioni statunitensi sarebbero per certi aspetti “obbligate” a tenere in considerazione le esigenze di trasparenza espresse dagli utenti.
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I pagamenti influenzano i medici, abbiamo le prove
Più soldi un medico riceve dalle aziende farmaceutiche più farmaci brand prescrive, anche un solo pasto offerto può fare la differenza. Così recita il sottotitolo di un recentissimo documento di ProPublica.(1) L’analisi è stata resa disponibile in dettaglio nel marzo del 2016.(2) Si tratta di uno studio comparativo dei dati relativi ai pagamenti in denaro o altro (pasti) e l’attività prescrittiva dei medici beneficiari.
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I rapporti “invisibili” tra infermieri professionali e industria
Il problema del conflitto di interessi (conflict of interest, da ora COI) è un tema di cui si parla sempre più spesso. In alcuni paesi la legislazione ha già tentato di affrontarlo: negli USA, ad esempio, esiste il Sunshine Act, una norma che prevede la dichiarazione obbligatoria e la pubblicazione di qualsiasi forma di finanziamento ai medici sopra i 10 $, quindi non solo pagamenti in denaro, ma anche regali, viaggi, iscrizioni a corsi di formazione, pagamenti per relazioni, ecc. Nonostante si discuta sui limiti di questa norma, essa rappresenta senz’altro un primo elemento verso una totale trasparenza, il primo passo per affrontare il COI.
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I ricercatori non sempre riportano i risultati dei trials
I risultati degli studi clinici dovrebbero essere pubblicati rapidamente, per essere utili ai medici. Ma solo il 36% degli studi clinici effettuati presso importanti centri medici accademici degli Stati Uniti hanno i loro risultati riportati entro due anni dal loro completamento, scrive Daniel Cressey il 22 Febbraio 2016,(1) commentando un articolo uscito sul BMJ.(2)
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L’EMA è ancora troppo vicina all’industria farmaceutica
Ancora una volta, come quindici anni fa, Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri, interviene sul BMJ per stigmatizzare le storture ancora presenti nell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA). (1) Per far meglio comprendere il suo pensiero allega una tabella dove si osservano in sinossi le modifiche attuate dopo che l’EMA stessa è stata spostata dalla Direzione Generale Imprese (DG Enterprise, anno 2000) alla Direzione Generale Sanità e Consumatori (DG SANCO, anno 2015).
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L’attivismo politico di Big Food in Australia
Quando si tratta di influenzare le politiche internazionali e nazionali, Big Food, Big Drink e Big Sugar non sono da meno di Big Pharma.(1) Succede anche in Italia: chi tra i NoGrazie non ricorda l’acqua della salute?(2) Più recentemente, un gruppo di ricercatori australiani ha cercato di capire come funzionano le cose nel loro paese.
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Una pillola amara
Ricevo quasi ogni giorno “Pillole dal mondo AIFA”, mail informativa dell’Agenzia del farmaco. In genere la cestino dopo un’occhiata rapida al titolo, ma qualche giorno fa sono balzato dalla sedia. Secondo il parere di esperti dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), gli inibitori delle neuraminidasi (oseltamvir e zanamavir) sono utili nell’influenza anche se il “dibattito ricorrente” ha fatto sorgere dubbi nella comunità sanitaria sulla loro efficacia e sicurezza contribuendo a ridurne l’uso, con il risultato che potrebbero non essere stati raggiunti obiettivi di salute pubblica.(1)
TTIP, TPP, salute e sanità
Del TTIP, il trattato transatlantico sul libero commercio attualmente in discussione tra UE e USA, si discute poco. Eppure quasi tre milioni di persone nei paesi della UE hanno firmato una petizione mirante a bloccare le trattative (https://stop-ttip-italia.net/). Anche tra i NoGrazie non c’è mai stato un dibattito. C’è voluto un provocatorio e semiserio intervento di Crozza per farci uscire dal letargo (http://www.la7.it/crozza/video/arriva-il-ttip-niente-dazi-niente-limiti-al-commercio-regole-uguali-per-tutti-13-05-2016-184034). Vale la pena allora leggere per lo meno l’abstract di un articolo che discute i possibili effetti del TPP, un trattato simile al TTIP tra USA a una decina di paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico. Contrariamente al TTIP, il TPP è già stato firmato dai paesi in questione (anche se non è ancora in vigore perché deve essere prima ratificato dai rispettivi parlamenti), per cui se ne conosce il testo definitivo. È sulla base di questo testo che gli autori dell’articolo hanno ipotizzato gli effetti che liberalizzare ancora di più il mercato, eliminando le regole attuali, potrebbe avere su salute e sanità.(1)
L’arroganza della medicina preventiva
Un recentissimo articolo del BMJ a proposito del consenso informato,(1), cita un commento di David Sackett pubblicato sulla rivista dell’Associazione Medica Canadese nel 2002,(2) nel quale si evidenziano alcune interessanti osservazioni sulla medicina preventiva. Secondo Sackett, la medicina preventiva presenta tre elementi di “arroganza”:
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Doctor G
Tutto quello che avresti voluto sapere di statistica ed epidemiologia ma non hai mai osato imparare? Potrebbe essere il sottotitolo di “Doctor G.”. Rischio relativo e assoluto, led time bias, sovradiagnosi, attendibilità di uno screening, sensibilità e specificità di un test, mortalità e sopravvivenza? puoi leggere e imparare facilmente seguendo un fumetto illustrato, scritto a 4 mani da due medici, Luca Iaboli (NoGrazie)e Luana Caselli, con la matita di Grazia Lobaccaro e la sceneggiatura di Marco Mardoglio.
I francesi che s’incazzano, che le palle ancor gli girano
Susanna Bolchini, del SISM (Segretariato Italiano degli Studenti in Medicina) ha partecipato alla Journée nationale d’étude sur la formation à l’indépendance dans les études médicales, il 30 aprile 2016 a Parigi.
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“No Grazie” e “Illuminiamo la Salute”: primo incontro
Chi ci legge conosce il movimento “No Grazie” e forse anche uno o più dei “No Grazie” che vi partecipano: non ci spendiamo neppure una parola. Forse qualcuno non conosce “Illuminiamo la Salute” e perciò parliamone un po’.
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La proliferazione e la trasparenza finanziaria delle società di ginecologia
È stato recentemente pubblicato un articolo il cui obiettivo era identificare le società italiane di ostetricia e ginecologia, definirne le caratteristiche e accertarne la trasparenza finanziaria attraverso indagini basate sui siti presenti in internet e l’analisi dei relativi contenuti.(1) Si tratta di un argomento di grande interesse per NoGrazie.
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Dichiarazioni di conflitto di interessi: i conti non tornano
L’attenzione delle aziende farmaceutiche alle attività promozionali è nota da tempo e costituisce un’ampia fetta dei bilanci: si stima che nel 2012 le industrie del farmaco abbiano speso 27 miliardi di dollari per attività di marketing negli USA, di cui 4 nel settore cardiovascolare. Negli USA i medici che ricevono qualsiasi forma di elargizione da parte delle industrie del farmaco per valore superiore ai 10 dollari, compresi i compensi per consulenze e conferenze, le spese relative a viaggi, pasti e intrattenimento, e anche i pagamenti da destinare, su loro richiesta, a enti caritatevoli, sono obbligati alla dichiarazione da una normativa conosciuta come Sunshine ACT (http://www.nograzie.eu/sunshine-act-in-azione-2/#more-655).
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Provaci ancora Pfizer: la bufala del costo dei farmaci
A febbraio del 2016 è apparso un grande poster alla fermata Westminster della metro di Londra. Spiega come la nascita di ogni nuovo farmaco richieda 12 anni di sforzi e un costo pari a un miliardo di sterline, circa 1.3 miliardi di euro. Medici senza Frontiere ha subito replicato che non viene chiarito come si arrivi a questa cifra, né e stato spiegato che la maggior parte dei finanziamenti proviene da fondi pubblici e dal duro lavoro di ricercatori universitari e laboratori che usano fondi governativi.(1) Pfizer ha replicato che è grazie all’industria farmaceutica che viviamo una via più lunga e più sana.
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