In situazioni ad alto rischio (interazione con un malato, ambienti chiusi affollati con permanenza prolungata di persone e possibilità di essere accanto a malati) è ragionevole pensare che una mascherina correttamente indossata offra una protezione aggiuntiva. Ma l’uso ampio che ne è stato promosso a livello di comunità non ha prove di utilità nel contenimento della diffusione del SARS-CoV-2, a maggior ragione in presenza di varianti contagiosissime come Omicron. Questo era già evidente all’aperto con il virus originario dal 2020,[1] ma una risposta chiara allo stato delle conoscenze viene oggi dall’ultimo aggiornamento di una rassegna sistematica delle sole ricerche di maggior validità (studi randomizzati controllati, RCT), effettuato da Tom Jefferson e collaboratori, e da poco pubblicata sul database Cochrane.[2] Le due slide riprodotte spiegano importanti motivi per prendere decisioni di sanità pubblica basate su disegni di studio validi, senza farsi condizionare in tema di mascherine da disegni di studio osservazionali.
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